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Si sono conclusi a Phillip Island i due giorni di test per i piloti del campionato mondiale Superbike che si ritroveranno su questa stessa pista venerdì per dare il via al primo round del mondiale 2014.
Al termine delle quattro sessioni il più veloce è risultato il campione del mondo Tom Sykes, che si è fermato a soli cinque millesimi dal giro veloce della pista, stabilito da Checa in Superpole l’anno scorso. Alle sue spalle il duo Suzuki composto da Laverty e dal debuttante Lowes, che tra l’altro non aveva mai corso qui in Australia. Se non fossero andati forte anche nei test invernali si potrebbe parlare di una sorpresa, ma ha comunque impressionato la costanza di prestazioni dei due piloti, senza dimenticare che Laverty ieri aveva chiuso in testa la prima giornata.
Quarta posizione per Melandri (ascolta la sua intervista) che ha mantenuto un profilo basso, ma siamo certi che domenica sarà uno dei piloti favoriti per la vittoria. Stupisce ma non troppo il quinto posto di Davide Giugliano che conferma la validità del nuovo team Ducati e la propensione della 1199 Panigale R ad adattarsi particolarmente bene al tracciato australiano (vedi Superpole di Checa lo scorso anno). Baz chiude al sesto posto ed in questi due giorni ha dimostrato di aver fatto un notevole salto di qualità e non ci stupiremmo se quest’anno Loris si inserisse stabilmente nella top six.
Guintoli (ascolta la sua intervista) sorride non solo per il settimo posto finale, ma soprattutto per aver dissipato ogni dubbio relativamente alla spalla infortunata lo scorso anno ed operata due volte durante l’inverno. Sylvain è guarito e pronto a spera di ripetere il successo ottenuto lo scorso anno su questa pista (unica sua vittoria stagionale). Le Honda di Haslam e Rea viaggiano costantemente in coppia, segno che la moto attualmente non può fare di più. Vedremo se l’adrenalina delle gare darà a Rea quell’arma in più che gli potrebbe consentire di risalire la classifica. Davies è decimo davanti ad un’altra Ducati, quella Evo di Canepa autore di una grande prestazione e di un crono superiore solo di un secondo ed un decimo al tempone di Sykes, che ha sfiorato il giro veloce della pista. Per il pilota di Genova ed il suo team l’obiettivo è quello di inserirsi nella top ten nelle prime due gare del campionato. Elias migliora ma non ancora di quanto vorrebbe, complice il ginocchio infortunato in Spagna. Salom e Foret portano la Kawasaki Evo al tredicesimo e quattordicesimo posto mentre Corti piazza la sua MV in quindicesima posizione. Il team Yakhnich st lavorando a testa bassa ma l’impressione è che la strada da percorrere sia ancora molto lunga.
Concludiamo parlando degli infortunati. Michel Fabrizio, caduto ieri nel corso del turno pomeridiano ha rimediato molte contusioni, ma per fortuna nessuna frattura e quindi, anche se sofferente, dovrebbe prendere parte al weekend di gara. Nella caduta la moto lo ha urtato sul collo, dove Michel ha ancora i segni della gomma. Molto dolore, ma nulla di grave. Sta peggio Sylvain Barrier, caduto ieri pomeriggio ad alta velocità nel curvone che immette sul rettifilo d’arrivo. Dalle analisi è risultata una microfrattura al bacino che non richiede interventi chirurgici, ma solo un lungo riposo. Esistono quindi pochissime probabilità che il francese possa tornare in sella alla sua BMW prima del prossimo round di Aragon. L’ungherese Sebestyen, caduto nel corso della prima sessione di ieri, si è procurato una lussazione alla spalla sinistra, e al momento non si sa se riuscirà a correre nel weekend.
Claudio Corti è caduto questa mattina alla curva 11. Una gran botta per il comasco, ma per fortuna nessuna conseguenza fisica. Lussazione alla spalla sinistra per Guarnoni che però vuole stringere i denti a non perdere il suo primo appuntamento mondiale con la Superbike. Per finire, sempre in mattinata Luca Scassa è stato vittima di un high side alla curva 2 ed è stato portato all’ospedale di Cowes per i primi accertamenti che hanno evidenziato una tripla frattura all'osso pelvico, che non gli consentirà di correre il prossimo weekend.