Sykes si aggiudica gara due al Nurburgring

Sykes si aggiudica gara due al Nurburgring
Fitta pioggia e pista al limite dell’impraticabilità. Sykes si aggiudica una gara dominata da Haga che cade un giro prima che la gara venga sospesa. Checa limita i danni. Pesanti accuse di Melandri alla Direzione | C. Baldi, Nürburgring
4 settembre 2011

Punti chiave

 

Alla fine festeggiano solo Sykes ed il team Liberty Racing che sono saliti sul podio dopo una gara davvero anomala e certamente pericolosa a causa delle proibitive condizioni della pista. Poco prima della partenza infatti una fitta pioggia ha iniziato a bagnare la pista, pioggia che non ha mai smesso di cadere e che ha costretto la Direzione di gara a sospendere la gara non appena Sykes ha tagliato il traguardo del tredicesimo giro, vale a dire quando erano stati percorsi i due terzi della gara e la stessa poteva quindi essere sospesa definitivamente.

Troppo tardi secondo Melandri che (ascolta la sua intervista) che si è scagliato contro la Direzione di gara accusandola di aver messo a rischio la vita dei piloti, in quanto la pista non era da considerarsi praticabile. Uno sfogo comprensibile anche se, per fortuna, nessuno si è fatto male, nonostante siano caduti in sette. La sorte peggiore è toccata a Toseland che però se la cava con una forte contusione al gomito destro ed una ferita al gomito sinistro.

Festeggia quindi Sykes a la Kawasaki che non raccoglieva una vittoria in Superbike dal 2006 quando Walker, sempre sotto la pioggia, vinse ad Assen. Sykes è stato bravo innanzitutto a non cadere e successivamente a difendere la sua posizione dagli attacchi di Guintoli, ma si è trovato la vittoria su di un piatto d’argento quando Haga, irraggiungibile per chiunque, è scivolato. Eravamo nel corso del tredicesimo giro e in quello successivo la gara sarebbe stata interrotta. Sfortunatissimo il giapponese dell'Aprilia e fortunato quello della Kawasaki.

Secondo posto per Guintoli, da sempre esperto delle corse sul fondo bagnato, e terzo per Smrz che completa così la festa del team Effenbert Liberty Racing che vede per la prima volta entrambi i suoi piloti salire sullo stesso podio. Quarto posto per un incredibile Jonathan Rea che a causa di problemi all’elettronica della sua Honda è arrivato lungo varie volte alla prima curva e poi è addirittura caduto. Ma niente e nessuno è riuscito a fermarlo ed alla fine il suo quarto posto è la giusta ricompensa a tanta grinta e determinazione.

Quinto e sesto posto per i due alfieri della Yamaha, Laverty e Melandri. Entrambi sono più volte transitati sul traguardo facendo chiari segnali ai box per chiedere che la gara venisse sospesa. In effetti più che una gara motociclistica è stata una gara di sopravvivenza nel senso che l’importante era tagliare il traguardo e limitare i danni. Una cosa che è riuscita benissimo a Carlos Checa, per il quale l’ottavo posto vale tanto oro quanto pesa visto che gli ha consentito ovviamente di aumentare il suo vantaggio su Biaggi, ma anche di perdere solo due punti nei confronti di Melandri che diventa il suo più diretto avversario nella corsa al titolo.

Badovini è riuscito a precedere Checa ed ha terminato settimo. Halsam ha concluso al nono posto dopo essere caduto ed essere rientrato in pista in ultima posizione. Una gara davvero generosa quella dell’inglese della BMW. Decimo posto per Berger che non ama la pioggia e ci ha dichiarato di aver corso sulle uova con l’unico obiettivo di arrivare in fondo alla gara. Anche Lascorz, undicesimo, ha adottato la stessa tattica ed ha preceduto Corser e Rolfo.

La lista dei ritiri è molto lunga ed è aperta da Fabrizio che è rientrato ai box quando era in fondo alla classifica segno che la sua moto aveva grossi problemi di stabilità. Abbiamo già scritto della caduta di Toseland che così come Aitchison non ha più potuto riprendere il via. L’australiano del team Pedercini non ha riportato nessuna conseguenza fisica, ma la sua moto non è più ripartita. Un vero peccato in quanto Mark era in ottava posizione subito dietro a Melandri e Laverty. L’elenco prosegue con Tamada e Camier e si conclude con quella di Haga, caduta che ha di fatto deciso la gara.

Checa torna a casa con 74 punti su Melandri e 95 su Biaggi che speriamo di rivedere in pista ad Imola tra tre settimane. Lo spagnolo è sempre più vicino alla conquista del titolo, ma mancano ancora sei manches e come abbiamo potuto vedere oggi al Nurburgring tutto può succedere... anche che vinca una Kawasaki.


Classifica


1. Tom Sykes (Kawasaki Racing Team Superbike) Kawasaki ZX-10R 29'49.337
2. Sylvain Guintoli (Team Effenbert-Liberty Racing) Ducati 1098R 29'53.400
3. Jakub Smrz (Team Effenbert-Liberty Racing) Ducati 1098R 30'12.096
4. Jonathan Rea (Castrol Honda) Honda CBR1000RR 30'17.834
5. Eugene Laverty (Yamaha World Superbike Team) Yamaha YZF R1 30'27.711
6. Marco Melandri (Yamaha World Superbike Team) Yamaha YZF R1 30'34.663
7. Ayrton Badovini (BMW Motorrad Italia SBK Team) BMW S1000 RR 30'36.367
8. Carlos Checa (Althea Racing) Ducati 1098R 30'39.369
9. Leon Haslam (BMW Motorrad Motorsport) BMW S1000 RR 30'42.923
10. Maxime Berger (Supersonic Racing Team) Ducati 1098R 30'44.598
11. Joan Lascorz (Kawasaki Racing Team) Kawasaki ZX-10R 31'02.142
12. Troy Corser (BMW Motorrad Motorsport) BMW S1000 RR 31'04.805
13. Roberto Rolfo (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 31'29.660
RT. Noriyuki Haga (PATA Racing Team Aprilia) Aprilia RSV4 Factory 27'12.450
RT. Makoto Tamada (Castrol Honda) Honda CBR1000RR 28'49.186
RT. Leon Camier (Aprilia Alitalia Racing Team) Aprilia RSV4 Factory 25'20.427
RT. Mark Aitchison (Team Pedercini) Kawasaki ZX-10R 23'13.507
RT. James Toseland (BMW Motorrad Italia SBK Team) BMW S1000 RR 18'52.995
RT. Michel Fabrizio (Team Suzuki Alstare) Suzuki GSX-R1000 12'20.292

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