Troy Bayliss: "La SBK compie 25 anni e si conferma straordinaria"

A pochi giorni dal via del Mondiale Superbike in Australia Troy ricorda il suo esordio nel 1997 e descrive la passione che si respira nel paddock grazie anche all'organizzazione italiana
22 febbraio 2012

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Fra i tanti piloti australiani che hanno lasciato il segno nel Mondiale Superbike, ce n'è uno che merita particolare attenzione, sin da quando ha fatto il suo debutto in categoria, nel lontano 1997: Troy Bayliss. Nonostante il tardivo affacciarsi al mondo delle corse, Bayliss si è fatto notare a metà degli anni novanta come wild-card nel round di Phillip Island, in sella ad una Suzuki Ansett. Le ottime prestazioni negli eventi SBK di ‘casa' hanno rappresentato un trampolino di lancio per un'incredibile carriera di livello mondiale.


"Penso che tutto questo sia stato di grande aiuto", ammette Bayliss. "Non mi sono mai laureato campione della Australian Superbike, in un paio di occasioni ho conquistato il secondo posto finale. E anche da vincitore di questo campionato non è detto che si riesca necessariamente ad ottenere una sella oltreoceano. Per queste ragioni le partecipazioni come wild-card mi hanno aiutato e hanno fatto sì che qualcuno si accorgesse di me. Di solito i primi della classe nei campionati nazionali Superbike riescono ad essere competitivi a livello mondiale. Se poi la scelta di un pilota porta a delle vittorie beh, si rivela una scelta azzeccata."


Phillip Island è uno dei tracciati preferiti di Troy Bayliss ma, come da sua stessa ammissione, anche quello maggiormente carico di pressioni: "Le gare a Phillip Island sono sempre state tra quelle più dure in quanto c'era molto lavoro extra da fare e, inoltre, la presenza della famiglia e degli amici rendeva il fine settimana davvero duro! Spesso capita che i piloti australiani siano autori di buone prestazioni sul tracciato di casa, ma quando si partecipa ad una competizione di livello mondiale è fondamentale essere veloci su ogni pista. Vincere a Phillip Island per quanto mi riguarda è come vincere a Monza, Misano, o su qualsiasi altro circuito."


Troy è ancora molto entusiasta della SBK, come testimonia la sua dichiarazione: "Un elemento distintivo della Superbike è il clima amichevole, l'accessibilità del paddock al pubblico, che offre l'opportunità di sentirsi parte del mondo delle corse. L'atmosfera che si respira è anche dovuta all'organizzazione italiana: è molto familiare, oltre che amichevole e il livello di passione che si percepisce è davvero elevato".

Fonte: Worldsbk.com

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