Materiale F: fibra; T: termoplastica. Tipo di chiusura ad: automatica con dentatura; as: automatica a scatto; dd: doppio anello. Assorbimento urti (omologazione): un voto pessimo indica che il casco non ha superato le prove di impatto previste dalla legge per l’omologazione (standard ECE R22-5). Assorbimento urti (extra): mediocre o pessimo indica che il casco non ha superato le prove di impatto extra non previste dalla legge, ma incluse nel nostro test. Abbiamo premiato i caschi che l’hanno superato (n.t.: non testato). Scalzamento (omologazione): un voto pessimo indica che il casco non ha superato la prova di scalzamento prevista dalla legge per l’omologazione (standard ECE R22-5).
La metà dei caschi omologati non rispetta... l'omologazione
Un gioco di parole banale, che però spiega meglio di ogni altro quale sia il risultato dell'indagine di laboratorio condotta dall'associazione di consumatori Altroconsumo.
Il test sui caschi da moto tipo jet boccia ben 8 modelli sui 15 controllati. Benché omologati, in realtà non hanno superato alcune delle prove previste proprio in sede di omologazione europea per poter essere immessi sul mercato. E non garantiscono quindi la sicurezza prevista dal legislatore per i caschi protettivi per motociclisti.
I risultati sono stati segnalati da Altroconsumo al Ministero dei Trasporti, con la richiesta di un intervento immediato per garantire la sicurezza dei cittadini. Ai produttori l'associazione ha anche chiesto di impegnarsi in un ritiro volontario dal mercato dei modelli sotto esame.
Caschi jet, i più diffusi in città e tra i giovani
Altroconsumo ha sottoposto a numerose prove di laboratorio 15 caschi jet tra i più diffusi sul mercato, utilizzati in particolare da chi usa motorini e scooter, quindi spesso dai giovanissimi.
Su Moto.it abbiamo più volte sottolineato l'importanza dell'utilizzo del casco integrale anche in città per limitare al massimo i traumi facciali. Ma sappiamo bene come i caschi jet siano da molti utenti preferiti, sia nel traffico cittadino che nel turismo a corto raggio nei mesi estivi.
Accogliamo quindi con grande attenzione, l'indagine di Altroconsumo che ha messo sotto la lente d'ingrandimento - e sotto l'incudine del laboratorio - 15 jet tra i più diffusi sul mercato nazionale. Le prove sono le stesse necessarie a ricevere l'omologazione, eseguite in un laboratorio certificato. Più della metà dei modelli (lo ricordiamo: tutti regolarmente omologati, almeno così recita l'etichetta...) non le supera.
Diversi caschi ovviamente hanno superato tutte le prove e svolgono perfettamente il loro mestiere, e tra questi ci sono diverse sorprese.
Se da un lato il miglior casco del test, lo Shoei J-Wing (430 - 439 euro) ha un prezzo importante, dall'altro l'economico Grex X J2 offre prestazioni eccellenti a una cifra ben più contenuta (98 - 122 euro).
Il test di Altroconsumo nel dettaglio
DETTAGLI TECNICI SUL TEST Le prove di Altroconsumo sono state svolte in un laboratorio certificato, abilitato ad eseguire i test di omologazione dei caschi secondo lo standard vigente ECE R22-05. Il nome dei laboratori non viene comunicato, per prevenire possibili ritorsioni da parte delle aziende coinvolte nel test.
Tutti i caschi sono stati acquistati anonimamente in punti vendita aperti al pubblico, nelle stesse condizioni in cui li acquisterebbe un privato cittadino. Per determinare il campione sono stati selezionati i caschi tra i più diffusi sul mercato.
TEST DI IMPATTO ECE R22-05 Assorbire gli urti è lo scopo fondamentale del casco. Un test di assorbimento degli urti è previsto dagli standard necessari all’omologazione, obbligatoria per legge per poter mettere qualsiasi casco in vendita. Altroconsumo ha effettuato le prove previste dall’attuale standard di omologazione vigente: ECE R22-05.
Queste prevedono di provocare un impatto del casco contro un’incudine, sia piatta (per simulare l’urto contro l’asfalto) sia munita di una sporgenza (per simulare l’urto contro un ostacolo, per esempio il marciapiede), dopo averlo condizionato sottoponendolo a diversi tipi di solventi e a temperature estreme. L’impatto è esercitato su quattro punti precisi del casco, definiti dallo standard di omologazione (per i caschi integrali sono cinque).
I punti di impatto sono i seguenti:
B - area frontale
X - area laterale (sinistra o destra)
R - retro.
P - sommità del casco;
S – mentoniera (solo per caschi integrali e modulari)
Sono stati eseguiti i seguenti test: - bassa temperatura: le prove di impatto sono effettuate contro l’incudine piatta dopo avere tenuto il casco da 4 a 6 ore a una temperatura di -20°C;
- alta temperatura: le prove di impatto sono effettuate contro l’incudine munita di sporgenza dopo avere tenuto il casco da 4 a 6 ore a una temperatura di +50°C.
Per eseguire il test, si utilizza una testa di acciaio, come definita dallo standard ECE R22-05. Nella testa è collocato un accelerometro, che misura l’accelerazione causata dall’impatto.
Secondo lo standard, l’assorbimento degli urti è considerato sufficiente quando l’accelerazione misurata nel baricentro della testa metallica non eccede in nessun momento i 275 g; e l’Head Injury Criterion (HIC), indice dell’energia assorbita della testa, non supera i 2400 quando il casco impatta contro l’incudine da un’altezza di caduta corrispondente a una velocità di 7,5 m/s per tutti i punti di impatto. In caso di esito negativo, la prova viene eseguita una seconda volta: se il casco non passa neanche questa prova, non si prosegue oltre; se invece la seconda volta il casco supera la prova, si esegue nuovamente il test su un terzo casco; se la prova è passata, il casco è promosso, se no è confermata la bocciatura.
Non hanno superato questo test: - AGV Blade: nel test dopo il condizionamento a bassa temperatura su incudine piatta;
- DAINESE Ergon Jet EV1: nel test dopo il condizionamento a bassa temperatura su incudine piatta
- DURALEU Pool Special: nel test dopo il condizionamento a bassa temperatura su incudine piatta
- MDS Venus: il casco non ha superato nessuna delle due prove (bassa temperatura incudine piatta, alta temperatura incudine con sporgenza);
- SHARK RSJ: nel test dopo il condizionamento a bassa temperatura su incudine piatta; Tutti i caschi che non hanno superato questa prova sono stati bocciati.
TEST DI IMPATTO EXTRA Altroconsumo ha chiesto al laboratorio di eseguire una prova di impatto attualmente non inserita nello standard ECE R22-05, vale a dire su parti del casco diverse dai punti di impatto previsti per la prova di omologazione. Le prove sono state eseguite soltanto sui caschi che avevano già superato tutte le prove di impatto previste per l’omologazione. L’impatto è stato provato nella parte destra dell’area frontale e nella parte sinistra dell’area posteriore del casco. Sono stati utilizzati i caschi che avevano subìto l’impatto sull’incudine piatta.
Xlite X-402, Suomy Nomad, Airoh jet 55 s, Caberg Downtown S non hanno superato la prova di impatto extra (HIC superiore al limite). Tuttavia, dato che avevano superato le prove di omologazione, non sono stati penalizzati nel giudizio finale. Sono stati invece premiati i caschi che hanno superato anche le prove extra (Shoei J-Wing, Grex J2, Nolan N43 Air, Arai Sz-F, NCA J400, Premier Helmets Touring 3).
Questa prova ulteriore è stata progettata per evidenziare come la normativa attualmente in vigore sia troppo poco severa, basti pensare che nel test di omologazione dei caschetti per bicicletta i punti di impatto sono scelti in modo arbitrario e non sono definiti dalla norma.
TEST DI TENUTA DELLA CHIUSURA Il sistema di chiusura deve mantenere il casco sulla testa anche nel caso che venga esercitata una violenta trazione, come può avvenire in caso di caduta. Il test di tenuta valuta due aspetti:
- l’efficienza del sistema nel tenere il casco saldo sulla testa;
- la tenuta del cinturino e del sistema di chiusura
Sono state effettuate due prove:
1) Dynamic test (tenuta del cinturino). Segue le indicazioni dello standard di omologazione ECE-R22-05 e verifica la tenuta del cinturino. Tutti i caschi hanno superato questa prova.
2) Roll off test (prova di scalzamento). Segue le indicazioni previste dallo standard di omologazione ECE-R22-05 e verifica la possibilità che il casco possa essere strappato dalla testa in caso di incidente o spostarsi esponendo parti della testa. Il casco è collocato su una testa di manichino, quindi un peso di 10 kg, agganciato alla parte posteriore del casco con un uncino, è lasciato cadere da un’altezza di 0,5 metri.
Dopo il test, l’angolo di scalzamento (misurato tra la posizione che ha assunto il canco rispetto alla posizione iniziale) non deve superare i 30°. Non hanno passato il test: AGV Blade, Airoh Jet 55 S, Caberg Downtown, Duraleu Pool Special e Premier Helmets Touring 3. Tutti i caschi che non hanno superato questa prova sono stati bocciati.
COPERTURA DELLA TESTA Utilizzando una testa di manichino, il laboratorio ha verificato che i caschi coprissero tutte le aree previste dallo standard ECE R22-05.
Il casco Duraleu Pool Special non ha superato la prova ed è stato bocciato.
La risposta delle Case
I risultati delle prove sono stati inviati ai produttori, per dare loro la possibilità di esprimere osservazioni od obiezioni. Alcuni produttori hanno posto alcune obiezioni specifiche.
In particolare AGV, Caberg, Premier helmets obiettano che i risultati dei test dipendono fortemente dall’abilità manuale del tecnico che esegue la prova. La risposta di Altroconsumo: "I tecnici che hanno realizzato i test sono esperti abilitati, di pluriennale esperienza e il test è stato ripetuto su più caschi diversi del medesimo lotto al fine di confermare i risultati". Duraleu si è subito attivata, bloccando le consegne e mostrandosi disponibile al ritiro volontario dal mercato del casco testato.
Le procedure di omologazione vanno riviste
Altroconsumo segnala dunque che esistono in commercio caschi che sfoggiano l’etichetta di omologazione senza avere le caratteristiche necessarie per meritarla. E non sono pochi.
A tal proposito l'associazione di consumatori ha segnalato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti i risultati, con l’invito ad accertare che i prodotti in commercio siano conformi agli standard di omologazione.
Evidentemente l'iter che deve seguire un'azienda per omologare i propri caschi evidenzia delle criticità e bisognerebbe lavorare fin da subito per migliorare la situazione.
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