Speciale Caschi: test Caberg Uno Jet

Iniziano le prove statiche e dinamiche dei caschi più rappresentativi in commercio. Ecco il Jet UNO proposto da Caberg sotto la lente del nostro esperto
15 luglio 2008


Le finalità delle nostre prove
Iniziamo con il Jet Uno della Caberg i nostri test di alcuni dei caschi più rappresentativi attualmente disponibili sul mercato. 
Le nostre prove saranno sia dinamiche che statiche. Vale a dire che prima di tutto proveremo il casco utilizzandolo in moto e successivamente lo analizzeremo dal punto di vista tecnico, smontandolo e cercando di capire come è stato progettato e costruito.  Con le nostre prove cercheremo di informare i possibili acquirenti sulle principali caratteristiche di ogni casco testato, quale ne è l'uso più indicato, pregi e difetti e considerazioni sul rapporto qualità/prezzo.  Quindi non una semplice prova descrittiva, ma una serie di utili informazioni in sintonia con tutto il lavoro sino ad ora svolto riguardante il pianeta casco.

Caberg UNO Jet
Eravamo curiosi di analizzare questo innovativo jet dell'azienda di Bergamo presentato di recente nello Showroom di Moto.it, un casco rivoluzionario soprattutto per quella grande presa d'aria posizionata sulla parte superiore della calotta. 
La scatola che lo contiene sembra un poco leggera e debole anche se ha fatto in pieno il suo dovere e non si è mai rotta o aperta (la paura è che il casco possa cadere). Bello e pratico il sacchetto di stoffa che contiene il casco. Un'occhiata all'etichetta omologativa ci rivela che Uno è stato omologato come casco aperto in un laboratorio Italiano e rispetta la vigente normativa ECE 22-05. Il modello che ci hanno fornito è nero metallizzato,  la verniciatura è ben fatta e non presenta difetti. Di serie Caberg fornisce anche una visiera di scorta trasparente più lunga rispetto a quella fissata sul casco, che è invece leggermente fumé e con la forma da elicotterista (con l'incavo per il naso). Le due visiere hanno uno spessore di mm 2, sono dotate del trattamento antigraffio (obbligatorio secondo la normativa Europea 05) e sono entrambe omologate.

I libretti di istruzione sono due.  Il primo, con la copertina nera, contiene informazioni generali circa l'utilizzo del casco, il secondo con la copertina bianca è invece il libretto specifico di questo casco e spiega molto bene, con l'ausilio di foto chiare ed esaustive, come sostituire la visiera e come aprire e chiudere la presa d'aria superiore. Per quanto riguarda l'aspetto estetico, non vogliamo certo addentrarci in valutazioni personali, ma non possiamo negare che a noi questo casco piace, sia per il largo uso di componenti realizzati in leghe metalliche (alluminio spazzolato e magnesio)  sia per il suo interno molto curato e con varie parti in vera pelle. Naturalmente balza subito all'occhio la grande presa d'aria superiore in acciaio inossidabile che ricopre i dieci fori rettangolari del polistirolo. Il tutto è protetto da una "serranda" (così cita il libretto di istruzioni) mobile, in plastica opaca, che regola l'apertura e la chiusura di questa notevole presa d'aria e che la protegge in caso di pioggia.

La prova
L'abbiamo utilizzato con due diversi tipi di moto (una sportiva e una turistica) e uno scooter,  e per un totale di circa 300 chilometri su percorsi urbani ed extra urbani, non in autostrada.
Una volta calzato, il casco si rivela leggero e ben bilanciato. La calzata è buona e fascia completamente la testa senza evidenziare particolari fastidi.  La parte superiore dell'interno è poco imbottita  (probabilmente per non ostacolare in nessun modo l'ingresso dell'aria dai fori di aerazione) e fa sentire la durezza del polistirolo sottostante. La parte laterale dell'interno comprime le orecchie ed in effetti lo spazio per le stesse risulta insufficiente.  Con l'uso l'interno si ammorbidisce leggermente, ma le orecchie risultano sempre abbastanza compresse dalla spugna. Avremmo preferito l'utilizzo di guanciole (imbottiture laterali inferiori) amovibili, ma purtroppo l'interno del casco è fisso e non asportabile. Strano che un casco così innovativo utilizzi un interno fisso che non dà la possibilità all'utilizzatore di estrarlo e di lavarlo. Una scelta progettuale in contrasto con il resto del casco, che dispone invece di materiali all'avanguardia e tecnologicamente avanzati.  Molto bello e ricercato anche il cinturino. Il nastro è marrone come l'interno, un pratico e imbottito sottogola  in vera pelle si rivela molto comodo una volta chiuso il cinturino, agendo sulla chiusura micrometrica facilmente regolabile.  E' inoltre presente un anello che consente di legare il casco alla moto o di fissarlo all'apposito "helmet holder" presente su molte moto.

Il benefico effetto della presa d'aria superiore si fa sentire sin dalle basse velocità. Sulla moto più sportiva e con il capo leggermente piegato in avanti, l'aria entra subito nei fori di aerazione e si avverte la sensazione del flusso d'aria diretto sulla nostra testa.  Sullo scooter e sulla moto turistica, mantenendo la testa in  posizione eretta, l'aria scivola sulla lastra in acciaio ed entra parzialmente nei fori. Basta però inclinare leggermente la testa in avanti per sentire l'aria sulla nostra testa.  Al mattino, quando l'aria è fresca, abbiamo dovuto chiudere parzialmente la serranda che copre la lastra in alluminio forata, perché era persino troppa l'aria sulla sommità del capo. 
Pensiamo che non vi sia attualmente sul mercato un casco con una presa d'aria più efficace di quella dell' Uno di Caberg. 
La visiera fumé attutisce l'effetto dei raggi solari senza però togliere visibilità e per chi invece  vuole utilizzare gli occhiali da sole, è sempre disponibile la visiera chiara fornita assieme al casco.  Un punto dolete è rappresentato proprio dalla sostituzione della visiera. Innanzitutto servono due cacciaviti: uno a taglio ed uno a croce, molto piccolo. Se vogliamo sostituire la visiera, senza smontare i due telai che la fissano alla calotta, basterà utilizzare il cacciavite a croce e svitare le quattro viti che bloccano la visiera. State molto attenti alle piccole boccole in ottone posizionate posteriormente alle viti. Una volta svitata la vite a croce le boccole si possono staccare dalla sede creata nella parte interna della visiera e bisogna stare attenti a non perderle. Se invece vogliamo togliere la visiera e i due telai che la fissano alla calotta, basterà svitare le due viti laterali più grosse (cacciavite a taglio) stando attenti a riposizionare poi nel modo corretto la boccola in plastica e la rondella che contiene gli ingranaggi che consentono il movimento della visiera.

Il tutto è ben spiegato nel libretto istruzioni che vi consigliamo di tenere a portata di mano in quanto l'assemblaggio dei vari componenti non è sempre intuitivo. Di fatto è meglio scegliere la visiera che si vuole utilizzare (fumé o trasparente) prima di mettersi in viaggio, in quanto la sostituzione richiede attenzione e un tavolo dove effettuare l'operazione.
Volendo, la rimozione delle viti in alluminio che bloccano i due telai in alluminio, può essere effettuata con una moneta, stando attenti a non danneggiare la vite stessa, in alluminio morbido.

Peso e caratteristiche
Il peso da noi rilevato è addirittura inferiore a quello dichiarato. A fronte di un etichetta (posizionata sulla parte posteriore in basso della calotta) che dichiara 1.300 gr (più o meno 50 gr) la nostra bilancia ha segnato 1.275 gr, confermando che il casco è leggero.
Sempre durante l'utilizzo non abbiamo riscontrato particolari fruscii o rumorosità, nemmeno girando la testa lateralmente.
Veniamo ora alle caratteristiche principali del nostro Uno. La calotta esterna è unica e stampata in termoplastico (non viene specificato se policarbonato o abs) mentre quella interna è in polistirolo, stampato in due pezzi. Il pezzo superiore è stampato in polistirolo nero e ha una densità inferiore rispetto alla parte inferiore che è stampata in polistirolo bianco. L'accoppiatura tra calotta esterna in termoplastico e calotta interna in polistirolo è quasi perfetta, tanto che non ha richiesto l'utilizzo di collanti. Un particolare che denota una grande attenzione alla sicurezza e che rivela le notevoli capacità dell'ufficio tecnico della Caberg. Le taglie vanno dalla XS alla XXL. Le stoffe utilizzate per gli interni hanno il trattamento Sanitized (antibatterico ed anallergico). I colori disponibili sono nero opaco, nero metallizzato, argento opaco, argento, canna di fucile, canna di fucile opaco, cioccolato, cioccolato opaco, perla e rosa antico.
Davvero una bella e nutrita gamma di colori, ricercati e alla moda. Finalmente un casco che non si limita ai soliti monocolori nero e silver.
Infine il prezzo : 259 Euro iva inclusa.

Conclusioni
Il casco Uno della Caberg è senza dubbio un prodotto  valido, protettivo, ben progettato e ben costruito. L'estetica non è certo lasciata al caso, ma c'è anche tanta sostanza e si vede.
La calotta esterna in plastica è accoppiata a un polistirolo di notevole spessore che, se da un lato aumenta gli ingombri della calotta esterna, dall'altro è garanzia di sicurezza.
La presa d'aria superiore e l'abbondante uso di materiali ricercati in lega di alluminio e magnesio rivela come Caberg abbia voluto proporre un jet diverso dai soliti caschi aperti, adatto all'utilizzo con i più moderni maxi scooter.  Un casco per tutte le stagioni grazie alla possibilità di chiudere la presa d'aria.
Un interno così bello e rifinito in vera pelle sarebbe stato perfetto se estraibile e con due guanciole removibili, ma questo non va ad intaccare un giudizio generale sostanzialmente positivo.
Migliorabile il meccanismo della visiera dove le viti che fissano i telai alla calotta si potrebbero sostituire con leve azionabili senza l'ausilio di attrezzi.
Il prezzo non è dei più contenuti e supera quello di alcuni caschi integrali, ma è giustificato dai materiali utilizzati e dalla qualità generale del casco.
Per chi voglia acquistare uno dei migliori caschi aperti attualmente disponibili e disponga della cifra necessaria , Uno rappresenta senza dubbio un'ottima scelta.


Carlo Baldi

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