Test caschi. HJC RPHA10

Test caschi. HJC RPHA10
Abbiamo testato il casco RPHA10, prodotto dall'azienda coreana HJC, che produce caschi dal 1971, e utilizzato anche da Ben Spies
15 aprile 2011


HJC è un azienda coreana che produce caschi protettivi per motociclisti dal 1971. Dal 1992 i caschi HJC sono i più venduti nel Nord America e da circa una decina d’anni i prodotti dell’azienda coreana sono presenti anche sul mercato italiano dove hanno incontrato il favore dei motociclisti, grazie al loro ottimo rapporto qualità-prezzo. HJC è una delle pochissime aziende che dispone di una propria galleria del vento che viene utilizzata per studiare l’aerodinamica, la rumorosità e la ventilazione dei caschi che vengono poi prodotti in tre diversi stabilimenti situati in Corea, Cina e Vietnam. L’azienda coreana ha raggiunto negli ultimi anni una certa popolarità grazie al pilota americano Ben Spies che dopo aver vinto al debutto il mondiale Superbike da due anni corre in MotoGP con la Yamaha. Ma gli addetti ai lavori conoscevano bene questi caschi anche prima che Spies li portasse sui podi dei mondiali più prestigiosi. HJC si è infatti collocata nel settore di mercato dove la competitività è più accesa, vale a dire il medio/medio alto, dove da sempre le aziende italiane erano protagoniste. HJC in pochi anni è diventata il punto di riferimento ed il maggior concorrente per le nostre aziende, molte delle quali hanno dovuto rivedere qualità e prezzi.

La nostra prova

Il casco che ci è stato inviato dalla White Blue Agency di Lecco, importatore per l’Italia dei caschi HJC, è il modello RPHA10, quello utilizzato da Spies, anche se con una grafica diversa. La scatola singola è solida e di colore nero lucido. Al suo interno il casco è contenuto in un sacchetto in tessuto sintetico dotato di un cordino di chiusura e di una tasca laterale che si chiude con un velcro e che può essere utile per riporvi gli accessori ed i ricambi che troviamo nella ricca dotazione di serie. Questo casco infatti ha una dotazione di serie veramente eccezionale, composta da una visiera piana scura munita di bottoni per il fissaggio dei tear off, un pratico sottogola, due viti di ricambio per il meccanismo visiera, una sacchetto con il liquido ed il panno per la pulizia e la lubrificazione delle guarnizioni, ed un visierino anti appannamento che si fissa all’interno della visiera con il sistema pin-lock. Mai visti tanti accessori nemmeno in caschi con un prezzo di molto superiore a quello del RPHA10. Sempre nella scatola troviamo un completo e prezioso libretto di istruzioni in ben sette lingue ed un altro libretto con tanto di tessera tipo bancomat che certificano la garanzia di 5 anni che copre il casco nel caso di difetti di produzione.

Controlliamo l’etichetta omologativa per sapere che il nostro HJC è stato omologato come casco integrale con mentoniera protettiva in un laboratorio tedesco del TUV (come ci rivela anche la targhetta posteriore con il logo dell’ente tedesco) ed è naturalmente conforme alla vigente normativa ECE 22-05. La grafica del nostro casco è la Club disponibile in due diverse varianti. La nostra è di colore argento, antracite e oro. Grafica e colori sono molti belli, curati e particolari senza però risultare troppo aggressivi o pesanti. La verniciatura è molto ben eseguita ed il trasparente ricopre e protegge la vernice di fondo e le decals senza presentare puntini o colate. Esteticamente il modello RPHA10 si presenta molto compatto e filante, con una sezione frontale molto ristretta e senza particolari protuberanze o sporgenze che possano causare rumorosità. Evidentemente anche questo modello è stato studiato e testato nella galleria del vento nella sede coreana di HJC. La prese d’aria inferiore sulla mentoniera si integra benissimo con la stessa, mentre le due prese d’aria superiori non interrompono il disegno filante della calotta pur raccogliendo una buona quantità d’aria una volta aperte. Parlando del sistema di ventilazione il nostro test dinamico ci ha rivelato un ottima ventilazione del casco derivante soprattutto dalle due prese d’aria superiori, mentre quella sulla mentoniera funziona, ma non sempre si avverte un consistente flusso d’aria penetrare nella calotta attraverso questa ventilazione. Molto dipende anche dalla posizione che si assume in moto e dal grado di inclinazione della testa dell’utilizzatore. Da notare poi che nella parte posteriore della calotta sono presenti due fori che consentono la fuori uscita dell’aria calda. L’intero sistema funziona soprattutto perché nella calotta interna in polistirolo sono presenti i fori che corrispondono a quelli posizionati sulla calotta esterna in fibre composite. Parlando della calotta esterna la stessa è stampata in fibra di vetro, carbonio e fibre aramidiche, amalgamate dalla resina, secondo il sistema che HJC denomina PIM (Premium Integrated Matrix). Pur essendo di basso spessore la calotta appare robusta e leggera nello stesso tempo. Le nervature che ne impreziosiscono le linee servono anche a renderla più resistente agli impatti. Viene stampata in ben tre misure al fine di dotare l’utilizzatore della dimensione della calotta più consona rispetto alla taglia a tutto vantaggio del peso e dell’aerodinamicità. La calotta interna invece è in polistirolo nero a densità differenziata e consente una calzata molto comoda, coadiuvato in questo compito anche da un interno ben imbottito e con un disegno appositamente studiato per fasciare la testa dell’utilizzatore senza stringerla e senza punti che alla lunga possano causare fastidio o addirittura dolore. Le imbottiture interne sono anallergiche, traspiranti, removibili e lavabili ed il loro smontaggio risulta abbastanza agevole.

 

Con questo prodotto HJC compie un notevole salto di qualità avendo creato un casco che si può senza meno collocare nell’alto di gamma

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Occorre impugnare la prima delle due guanciole laterali amovibili e tirarla a se sino a quando i tre bottoni che la fissano al polistirolo laterale non si saranno aperti. Una volta ripetuta l’operazione con l’altra guanciola, possiamo rimuovere anche la cuffia, tirando a noi sulla parte della fronte sino a che gli inserti, inseriti a pressione in apposite sedi in plastica fissate sul polistirolo, non saranno stati estratti. Per staccare anche la parte posteriore della cuffia basterà invece staccare i due bottoni che la bloccano alla calotta interna in polistirolo nero. Naturalmente per rimontare il tutto occorre agire in modo inversione e rimontare si rivela abbastanza semplice.

Nonostante lo stretto ingombro laterale, lo spazio per le orecchie è più che sufficiente. Abbiamo testato il nostro RPHA10 nel traffico cittadino, per spostamenti a medio raggio, ma anche in un viaggio di circa 800 chilometri su strade statali ed in autostrada, dove abbiamo potuto apprezzare l’aerodinamicità di questo casco. La forma della calotta fa si che l’aria scivoli sulla sua superfice, evitando una pressione eccessiva dell’aria anche alle alte velocità e senza di conseguenza stancare il nostro collo. Possiamo affermare che il comfort offerto da questo casco è notevole e questa è una dote che non tutti i caschi votati al racing possono vantare. Un comfort che non è dovuto solo alle imbottiture interne, ma anche ad una visiera regolabile, dotata di un bottone centrale che ne assicura un ottima chiusura e che fissa la visiera alla calotta evitando che si possa alzare o muovere alle alte velocità. Un dispositivo semplice che funziona molto bene e che verrà apprezzato non solo dai piloti che usano questo casco in pista, ma anche dal mototurista che eviterà così fastidiose infiltrazioni d’aria.

Il meccanismo che regola il movimento della visiera – sistema RapidFire - non è ricoperto da placche laterali, ed è semplice quanto funzionale. Per smontare e rimontare la visiera non servono attrezzi di nessun genere. Basta sollevare la visiera e premere la leva posta al centro della placca nera che è fissata alla calotta per mezzo di due viti. Una volta premuta la leva verso la parte posteriore del casco la visiera si sgancerà dal dispositivo. Per fissarla nuovamente al casco basterà agire in modo inverso. Un operazione che si può eseguire addirittura indossando i guanti. Trattandosi di un casco dallo spirito corsaiolo, HJC monta di serie una visiera piana munita dei due bottoni eccentrici ai quali si possono fissare i visierini removibili. Durante il nostro viaggio abbiamo utilizzato qualche tear off che si sono rivelati molto utili quando la visibilità è stata messa a repentaglio dai moscerini ed insetti vari che si sono stampati sul nostro casco. E’ bastato rimuovere il tear off per tornare ad avere una visiera pulita ed un ottima visibilità. Sempre per quanto riguarda la visiera ricordiamo che di serie, oltre ad una visiera fumè piana, HJC fornisce anche una busta con alcune pellicole anti appannamento che si possono fissare alla parte interna della visiera con il sistema pin lock e che scongiurano ogni possibilità di appannamento. Abbiamo testato questi visierini interni nelle fredde mattine di fine marzo con un esito molto soddisfacente. Vengono infine vendute come optional visiere a specchio color oro, argento e blu.

Diamo ora un occhiata al sistema di ritenzione. Il nastro è liscio e robusto, coperto da due buste in stoffa, una per lato, che garantiscono il giusto comfort una volta stretto il nastro e fissato tramite la sicura chiusura a doppio anello. 
Il peso da noi rilevato (gr.1260) è molto vicino a quanto è scritto sulla targhetta posteriore del casco dove HJC dichiara gr.1.200 + o – gr.50. Il nostro casco essendo di taglia L utilizza la seconda delle tre misure di calotta esterna

Veniamo ora alla scheda tecnica di questo RPHA10. Come abbiamo visto, la calotta esterna è in tre misure e viene stampata in tri-composito. La prima calotta, la più piccola, viene utilizzata per le taglie XS e S, la seconda definisce le taglie M ed L, mentre la terza e più grande consente le taglie XL ed XXL. La calotta interna è in polistirolo nero a densità differenziata mentre le parti laterali e la mentoniera sono protette da un polistirolo bianco ad alta densità. La visiera è piana e dotata di bottoni per i tear off e di bottoni interni per i visierini antifog sistema pin lock. Inoltre ogni visiera è dotata di pulsante centrale di bloccaggio. Il sistema di movimento della visiera non richiede l’utilizzo di attrezzi per smontare e rimontare la visiera stessa ed è regolabile tramite due viti che fissano le placchette alla calotta. Le prese d’aria regolabili sono tre. Due sulla parte superiore della calotta ed una sulla mentoniera, mentre nella parte posteriore della calotta troviamo due fori di estrazione dell’aria calda. Come abbiamo visto le taglie vanno dalla XS alla XXL e le imbottiture interne sono antibatteriche, traspiranti, removibili e lavabili. Il cinturino dispone della chiusura a doppio anello.

HJC propone questo casco in tre varianti monocolore e in cinque varianti grafiche per un totale di nove proposte, tra le quali spicca il Ben Spies Replica.
I prezzi di listino, al pubblico iva inclusa, variano da Euro 360 a Euro 440.

Conclusioni


Il modello RPHA10 di HJC è un ottimo casco. L’azienda coreana ci era nota per la qualità dei suoi prodotti e per i suoi prezzi concorrenziali ed in passato avevamo apprezzato i suoi pratici e comodi jet o gli apribili. Con questo prodotto però HJC compie un notevole salto di qualità avendo creato un casco che si può senza meno collocare nell’alto di gamma. La qualità dei suoi componenti e la cura dei particolari ci sono piaciuti molto così come abbiamo apprezzato i dispositivi utilizzati che sono tutti semplici e privi di difetti o malfunzionamenti.
I prezzi di listino, al pubblico iva inclusa, variano da Euro 360 a Euro 440
I prezzi di listino, al pubblico iva inclusa, variano da Euro 360 a Euro 440


Questo RPHA10 è un casco dall’impronta racing che però si fa apprezzare molto anche in un uso turistico o turistico sportivo. L’aerodinamicità della sua calotta si rivela importante alle alte velocità come nei lunghi viaggi, così come la visiera piana, le pellicole anti appannamento pin lock ed il gancio blocca visiera sono indispensabili in pista ma comode ed utili anche per un utilizzo su strada. Un casco che nasce evidentemente dalla collaborazione con piloti come Ben Spies, che hanno saputo trasmettere ai tecnici HJC quali siano le esigenze di chi dal casco richiede prestazioni e sicurezza sopra la media. Non abbiamo trovato punti deboli in questo casco, se non un iniziale leggera infiltrazione d’aria dalla visiera che è sparita non appena abbiamo regolato meglio le due piastrine laterali sulle quali è fissata la visiera stessa. Per contro abbiamo apprezzato molto un generale comfort dovuto principalmente all’aerodinamicità, alla leggerezza, alla comodità degli interni ed al sistema di ventilazione. Il prezzo ci sembra buono soprattutto se consideriamo le caratteristiche e la ricchissima dotazione di serie di questo casco, la cui qualità viene garantita per ben cinque anni. Non a caso il modello RPHA10 di HJC si è recentemente aggiudicato il primo posto in una prova comparativa di caschi integrali condotta dal mensile tedesco Motorrad.