EICMA 2017: AGV Sport Modular, l’apribile sportivo

EICMA 2017: AGV Sport Modular, l’apribile sportivo
La Casa vicentina stupisce con un modulare interamente in carbonio leggero, snello e con tante soluzioni all’avanguardia. Lo abbiamo esaminato con Massimiliano Mirabella, il Product Marketing Manager che lo ha tenuto a battesimo
10 novembre 2017

E’ passato molto tempo da quando qualcuno, stanco di dover scegliere tutti i giorni fra un integrale e un jet, ha pensato bene di creare una sintesi fra i due estremi delle soluzioni in materia di protezione per la testa dei motociclisti. Modulare, o apribile che dir si voglia, il casco in cui la mentoniera è in grado di ruotare verso l’alto liberando completamente il volto del pilota è entrato rapidamente nell’uso comune fra i motociclisti – per lo più turisti di lungo corso – che ne hanno apprezzato rapidamente le caratteristiche di versatilità.

Quello che tutti però hanno sempre apprezzato di meno sono i compromessi che i caschi modulari si portano storicamente dietro. Pesanti e spesso rumorosi, con sezioni frontali importanti e ampiezza visuale giocoforza contenuta (perché il meccanismo d’apertura e i rinforzi necessari ad integrare la mentoniera nel resto della calotta aggiungono materiale in posizioni più o meno obbligate) hanno sempre imposto qualche compromesso, nonostante il livello di eccellenza delle proposte di alta gamma.

Qualcuno, in AGV, deve aver pensato che forse si poteva rimediare al problema, e si è messo al lavoro su un progetto, durato circa tre anni, iniziato esaminando il mercato e cercando di capirne le scelte, come ci racconta Massimiliano Mirabella, con cui abbiamo parlato direttamente presso la sede di Vicenza.

«Il mercato dei caschi touring divide la clientela in due grandi macrofamiglie. C’è chi usa l’integrale per la solidità della mentoniera, per la leggerezza e per la sportività del design e chi, invece, preferisce il modulare accettandone i compromessi. Una dicotomia che però non rispecchia più il mercato, perché esaminando le moto considerate turistiche oggi ci si rende facilmente conto di come si tratti in realtà di moto sportive, ad alte prestazioni, che offrono però una posizione di guida più comoda e rialzata. Quindi, per creare un modello che rispecchiasse le esigenze del mercato di oggi, è nato Sport Modular – una sintesi, facendo il parallelo con il mercato delle moto, fra le sportive e le enduro».

Vengono in mente diversi modelli, come Ducati Multistrada o S1000XR. Ma vediamo un attimo com’è fatto il casco.

«Tanto per cominciare, il casco è totalmente in carbonio, compresa la mentoniera: una soluzione molto rara, perché la maggior parte della concorrenza utilizza la plastica per semplificare la produzione. Un elemento in plastica, invece che in carbonio, rende infinitamente più facile far coincidere calotta e mentoniera – nel nostro caso la soluzione ha richiesto uno sforzo ingegneristico imponente, se pensiamo che oltretutto stiamo parlando di un casco con tre taglie di calotta e quindi tre taglie di mentoniera».

Massimiliano Mirabella in un momento della nostra intervista
Massimiliano Mirabella in un momento della nostra intervista
Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Perché complicarsi la vita? Semplice, perché così facendo in AGV hanno raggiunto gli stessi valori di resistenza gli impatti ottenuti sul Pista GP-R.

«Esatto. Sul Pista GP-R abbiamo ottenuto cinque stelle nel test SHARP, che riteniamo un’istituzione validissima, e pur non potendo dire che risultati otterremo con lo Sport Modular visto che SHARP effettua test solo su caschi in regolare vendita – quindi dovremo aspettare ancora un po’ – siamo abbastanza sicuri, sulla base dei nostri test, che sapremo stupirli. Soprattutto perché questi valori li riusciamo ad ottenere con questo livello di leggerezza».

Prendiamo in mano il casco e lo soppesiamo – la sensazione è quella di avere in mano un integrale. E dei più leggeri.

«Siamo a 1.295 grammi nella versione ECE, mentre in quella DOT, che godrà di doppia omologazione, cresciamo di soli 110 grammi. Con un profilo decisamente più affilato e sportivo – la mentoniera è molto più rastremata rispetto a quello a cui siamo abituati su un modulare, con benefici sull’aerodinamica e la stabilità – e con una visiera panoramica che non ha riscontro sulla concorrenza».

Una questione di sicurezza, perché i 190° offerti dallo Sport Modular, gli stessi ottenuti con il PistaGP, sono quelli che corrispondono al campo visivo dell’occhio umano. E la visione periferica è importantissima per una questione di sicurezza.

«Nel modulare è un’impresa incredibile, perché per ottenerlo abbiamo dovuto sviluppare un meccanismo estremamente compatto al fine di garantire la stessa resistenza agli impatti – il movimento è ovviamente un punto debole nei modulari. E poi, la visiera è in classe ottica 1 come sul PistaGP, nonostante uno spessore in grado di garantire la massima sicurezza, e ancorata con lo stesso meccanismo che consente di bloccare in tutto chiuso o in micro-apertura. E di serie abbiamo il Pinlock 120».

Importantissima anche la ventilazione.

«La ventilazione conta su una presa d’aria anteriore a tre posizioni e su una posizionata sulla mentoniera, che divide i flussi d’aria fra viso e lato interno della visiera, svolgendo un effetto antiappannante. Troviamo anche un estrattore posizionato sullo spoiler, che essendo chiudibile consente comunque l’estrazione dell’aria dai condotti nella zona inferiore, garantendo comunque il corretto ricircolo d’aria».

«Veniamo agli interni, iniziando dalla chiusura a doppio anello – nel nostro caso in titanio, molto più leggera dell’acciaio – che riteniamo l’unico sistema assolutamente sicuro. Gli interni sono realizzati in misto di Shalimar e Ritmo, materiali raffinatissimi che offrono una sintesi di stabilità e scorrevolezza per migliorare il contatto con la pelle. La cuffia è reversibile – un brevetto nostro – con un lato più caldo e uno più fresco, per adattarsi meglio all’uso in estate e in inverno. Naturalmente è tutto completamente lavabile, e con ottime caratteristiche di dispersione del sudore che viene spostato dalla pelle verso l’esterno».

«Tutto l’interno è stato studiato per la massima sicurezza, fino agli EPS, gli agganci che fissano gli interni, disposti parallelamente e non trasversalmente rispetto alla superficie del cranio in maniera da non costituire un pericolo in caso di impatto. E il casco viene dotato di doppia sottomentoniera: quella di serie si può sostituire con una più estesa che sigilla completamente il casco».

A questo punto ci sediamo comodi, aspettandoci la bordata del prezzo vista la vicinanza con il PistaGP. E invece lo Sport Modular “viene via” con 699 euro, che non saranno sicuramente pochi in senso assoluto ma – credeteci – sono una quotazione impressionante per un oggetto così realizzato.

Sport Modular è disponibile in versione con carbonio completamente a vista oppure – aggiungendo qualche euro – in diverse colorazioni. Ci sono il nero opaco Matt Carbon e le due versioni monocolore (Carbon-White e Carbon-Matt Grey) che lasciano comunque a vista un po’ di fibra di carbonio sia nella calotta che nella mentoniera, ad un prezzo di 749,95 euro. E poi l’immancabile versione Hi-Viz, che con le due versioni Aero Carbon-Red e la grafica Italia lucida si attestano a 799,95 euro. Piccola chicca per i più appassionati, il kit prese d’aria in fibra di carbonio – il vantaggio di peso è irrilevante, ma volete mettere che belle?

Se state pensando che tutto quanto avete appena letto sia viziato da servilismo giornalistico non possiamo biasimarvi, perché nello scrivere ci rendiamo bene conto di quanto entusiasmo abbiamo messo per questo prodotto. Abbiamo chiesto se ci fosse il trucco, ma la risposta, sconcertante nella sua semplicità, affonda semplicemente le radici nel ricorso alla metodologia degli Extreme Standards che vi avevamo raccontato a suo tempo, ormai capitalizzata ed integrata – con benefici tecnici ma anche economici – nel processo di sviluppo AGV.

Un sistema che permette di raggiungere una sintesi eccellente fra resistenza, comfort e leggerezza, sapendo tra l’altro raggiungere ottimi valori di silenziosità grazie ad un lavoro di centinaia di ore nella galleria del vento, ottimizzando tra l’altro il peso dinamico, ovvero l’effetto di portanza o deportanza che arriva a neutralizzare il peso del casco a determinate velocità sulla base della destinazione d’uso. Non vi abbiamo ancora convinti? L’unica cosa che possiamo fare è invitarvi ad EICMA a toccarlo con mano.