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C'era una volta l'abbigliamento per andare in moto, ed era quello più caldo che i nostri nonni riuscivano a trovare nell'armadio. Poi è arrivato l'abbigliamento specifico per moto, quello tecnico pensato per difenderci dall'aria, del freddo, dalla pioggia, ma anche per proteggerci dalle cadute: para gomiti, spalle, schiena. Si usano la pelle o materiali sintetici resistenti all'abrasione. Da qualche anno sono comparsi anche più sofisticati dispositivi elettronici che in caso di caduta attivano l'airbag che l'attutisce.
Tutti sistemi di sicurezza passiva che ci proteggono e preservano. Il futuro però sarà diverso: l'abbigliamento che indosseremo sarà in grado di monitorare l'habitat in cui ci stiamo muovendo, e ci segnalerà in anticipo come rispondere. E' il caso del concept Spidi Mission Beta, una giacca "intelligente", che quando la qualità dell'aria e l'inquinamento non sono conformi con i livelli raccomandati suggerisce al motociclista di indossare la maschera protettiva integrata.
Un sensore posto nel colletto della giacca monitora la salubrità dell'aria, e il risultato si vede su un display elettronico integrato nella manica sinistra. Per semplicità, ci sono tre livelli: al primo si può circolare tranquillamente anche senza maschera, mentre per i livelli superiori è preferibile indossarla. In questo caso la giacca avviserà l'utilizzatore anche con delle vibrazioni. Non sono necessari un'App o uno smartphone collegato, perché il sistema si accenderà e si spegnerà automaticamente in base al movimento.
Secondo l'azienda veneta, i motociclisti che si muovono in città respirano 100 volte più inquinanti delle persone in auto, e 10 volte di più rispetto a ciclisti e pedoni. La Mission Beta è solo uno dei prodotti in studio da #missioncontrol di Spidi, il progetto di ricerca che collega i motociclisti al loro ambiente migliorandone la sicurezza e l'esperienza sensoriale.