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Amburgo è la seconda città più popolosa della Germania. E’ il più grande porto della sua nazione, nonché il secondo dell’Unione Europea. Quando si esce dal centro – ordinatissimo, come si conviene a una metropoli teutonica – e ci si muove verso la periferia, si incontra la sede di Amburgo del DHL, il corriere espresso più legato alla Germania. Potete immaginarvi le dimensioni dello stabilimento, che peraltro gestisce anche il servizio postale tedesco.
Quello che stupisce è vedere, lì di fianco, la sede di Louis Moto. Che non sarà forse grande quanto quella di DHL, ma è di dimensioni paragonabili – oltre 50.000 metri quadri. E, tanto per dare un’idea del volume d’affari, ha tre bilici DHL costantemente appoggiati alla banchina del magazzino, pronti a caricare i 450 pallet di pacchi che tutti i giorni lasciano la sede centrale per soddisfare i 7.000 ordini provenienti dallo store online o dagli 80 negozi fisici Louis sparsi fra Germania, Austria e Svizzera, divisi per tipologia e dimensioni, che contribuiscono a generare un fatturato di circa 250 milioni di euro l’anno attraverso 1.800 dipendenti.
E’ quasi incredibile che un colosso del genere non sia così conosciuto da noi, anche se in effetti il motivo c’è: Louis Moto, popolarissimo (ovviamente) in Germania e Francia, ha aperto i… cancelli del suo store online alla clientela Italiana solo ad inizio decennio, creando la versione italiana – con relativo call center per l’assistenza – ad inizio 2018.
Siamo quindi volati ad Amburgo per conoscere meglio Louis Moto, capire i motivi del suo successo e… perché lo diventerà inevitabilmente anche da noi. Perché, come traspare da una semplice visita negli uffici o nei magazzini di Louis, è un’azienda dove non lavori se non sei appassionato di moto. Alle pareti trovate solo foto degli scorci delle più belle strade d’Europa. Moto parcheggiate un po’ ovunque. Insomma, se non fossero malati di moto, non gli sarebbe mai venuto in mente di festeggiare gli 80 anni dell’azienda con un video come quello che vi proponiamo sotto…
Louis Moto nasce nel 1938 ad opera del fondatore Detlev Louis e del socio Walter Lohmann. Amanti delle moto sportive (il diciottenne Louis corre già su una BMW R51) come semplice officina. Officina che diventa poi, dopo la seconda guerra mondiale, una rivendita che importa in Germania le moto AJS, e della quale Detlev diventa unico proprietario nell’ottobre 1946 quando, il socio si ritira dagli affari.
Negli anni 50 la Repubblica Federale Tedesca vive il boom economico che travolge l’intera Europa, e Louis si espande costantemente. Nemmeno l’ascesa delle utilitarie a quattro ruote frena il successo dell’azienda, perché Louis continua ad investire, allargando l’attività di importazione a BSA e Matchless, tanto che nel 1960 è necessario un altro trasloco: Detlev Louis è diventata l’azienda motociclistica più grande della Germania dell’epoca.
Nel decennio più duro per l’industria motociclistica, Louis tiene duro e viene premiato. Il business si diversifica sugli accessori, con il primo catalogo per gli ordini a domicilio, e l’importazione di abbigliamento MKS e Barbour. Nel 1969, quando i giovani riscoprono le "due ruote" con le grosse cilindrate giapponesi, Louis inizia ad importare Kawasaki.
Ormai l’azienda ha 10 dipendenti, ed è una realtà a livello mondiale (rimanendo di gran lunga il rivenditore più importante di tutta la Germania) tanto che è proprio Detlev Louis a tenere a battesimo la Z1 900 al Salone di Colonia del 1972. Nel 1980 entra in azienda Stephan Louis, figlio del fondatore, e il giro d’affari continua a crescere per tutto il decennio; nel 1989 l’azienda ha già 18 punti vendita, e dal magazzino escono più di 400 pacchetti da consegnare ai clienti del catalogo per gli ordini telefonici.
Ad inizio anni 90 la sede di Louis si sposta nella location attuale. Nel 1996 si decide di concentrarsi solo su abbigliamento e accessori, abbandonando la vendita delle moto. Nello stesso anno, in pieno boom della multimedialità, al catalogo cartaceo si affianca una versione su CD-ROM interattivo. L’anno successivo, nel 1997, apre lo store online e nel 1998 la consegna in un giorno lavorativo diventa lo standard per Louis. A fine millennio, Detlev Louis GmbH possiede una rete vendita con un totale di 47 negozi in tutta la Germania.
Con l’arrivo dell’Europa Unita si apre anche il mercato per Louis, che negli anni 2000 conosce un vero boom delle vendite, che raddoppiano dal cambio di millennio al 2006, con un buon 80% degli ordini che provengono dal sito web. E si aprono anche i confini dei negozi fisici, visto che quelli in Austria sono già otto. E il resto, come si suol dire, è storia recente.
Lo store online LouisMoto.it è stato inaugurato nel 2018, portando a cinque le nazionalizzazioni di un sito web da 30 milioni di visitatori l’anno, con 35.000 articoli e un giro di spedizioni da 7.000 pacchi al giorno – il paragone con Amazon, fatte le debite proporzioni, non è affatto fuori luogo.
Non lo è, anche e soprattutto, per l’attenzione che Louis presta al livello del servizio, e a tanti piccoli accorgimenti pensati per azzerare la distanza fra l’esperienza del negozio e quella dell’acquisto online. Vediamo come e perché – ma nel frattempo, tanto per farvi un’idea, vi consigliamo di dare un’occhiata al RecenSito che gli abbiamo dedicato.
L’acquisto online spaventa ancora un po’ molti italiani. Non tanto in termini assoluti, quanto nel contesto dell’abbigliamento, dove si ha a che fare con taglie e tagli (perdonateci il gioco di parole) che inseriscono diversi elementi di incertezza nella scelta. In assenza di negozi fisici – i tedeschi sono più fortunati – è necessario andare per approssimazione, mettendo in conto la possibilità di effettuare un reso.
Nel pacco di Louis il cliente trova già l’etichetta adesiva per effettuare il reso: se la giacca o i pantaloni non sono della taglia giusta, non soddisfano, non sono quelli che ci si aspettava, basta richiudere il pacco, incollarci sopra l’etichetta, chiamare il corriere e prenotare il ritiro. E si ha tempo fino a due anni (avete letto bene) per effettuare il reso, a patto naturalmente che il capo non sia stato usato.
Non solo: qualunque perplessità abbiate, qualunque cosa non vada nel capo d’abbigliamento o nell’accessorio che avete ordinato, potete chiamare il call center di Louis, dove (almeno in orario d’ufficio) vi risponderanno in italiano. Vi serve un’indicazione per montare uno scarico? Volete sapere come funziona la vostra nuova dinamometrica? Nessun problema. Oltretutto, se avete dimestichezza con il tedesco (i sottotitoli arriveranno a breve) o vi accontentate delle immagini, potete anche rivolgervi ai curatissimi tutorial realizzati da Louis stessa…
Purtroppo, dicevamo sopra, in Italia non ci sono ancora negozi fisici, perché oltre ad offrire la possibilità di toccare con mano e provarsi i capi – Louis distribuisce abbigliamento e accessori di terze parti, ma anche diverse linee di produzione propria, di cui vi parleremo a breve – la visita a un Louis shop è un’esperienza in sé.
Iniziamo dalle tipologie di negozi: si parte dai FunShop, i negozi più piccoli, per crescere con i MegaShop, già più grandi – immaginatevi un supermercato di dimensioni medio/piccole – e infine i GigaStore: roba che se non l’avete visto non ci credete. Colonnine di ricarica per le e-Bike, una piccola galleria del vento per verificare la silenziosità dei caschi o la tenuta delle giacche, un angolo con la PlayStation (con sopra MotoGP, naturalmente) per i bambini, ma soprattutto scaffali senza fine con sopra ogni ben di Dio per qualunque tipo di passione motociclistica.
E non si tratta solo di abbigliamento, ma anche di accessori come gli strumenti Rothewald, apprezzatissimi per qualità, prezzo ma soprattutto completezza. Qualunque operazione vi possa venire in mente ha un attrezzo Rothewald che serve a farlo. Ma di questo parleremo a seguire.
Come vi abbiamo anticipato, Louis non si limita alla distribuzione di prodotti di terze parti – anche se sugli scaffali troverete praticamente tutti i marchi più prestigiosi del panorama motociclistico mondiale – ma produce in prima persona diverse linee di abbigliamento e accessori. Prodotti di diverse fasce di prezzo, tutte però accomunate da un rapporto qualità/prezzo molto favorevole derivante non solamente da un… denominatore della frazione molto ridotto, ma anche, e soprattutto, da una strategia commerciale che non prevede intermediari fra produttore e consumatore.
Se chi produce è lo stesso che vende, non c’è ricarico da dedicare a distributori, importatori e rivenditori finali: ecco come mai un casco come il Nishua NRX-1, in fibra di carbonio, può costare al cliente finale meno di trecento euro senza sacrificare qualità o sicurezza.
Il marchio più caro a Louis è Vanucci – stile italiano, dato che il nome deriva appunto dal designer Enrico Vanucci – che rappresenta la linea di abbigliamento top di gamma (c’è anche la Probiker, più economica) per tutti i motociclisti, dall’Adventourer al pistaiolo passando per lo stradale amante di naked, café racer o turismo convenzionale. La linea comprende capi in pelle o tessuto realizzati con materiali di gamma alta.
Per quanto riguarda i caschi, troviamo il già citato marchio Nishua, firmatario di una produzione dall’ampiezza analoga a quella dell’abbigliamento Vanucci, con una gamma completamente realizzata in fibra di carbonio e fibra di vetro. Si parte appunto dal top NRX-1, per proseguire con gli integrali NSX ed NTX, i modulari NFX, i jet NJX e gli adventure Enduro GT.
E poi ci sono i già citati attrezzi Rothewald, che partono dalla semplice chiave fissa e arrivano ai banchi sollevamoto da officina, per rispondere a tutte le esigenze di manutenzione dall’appassionato al professionista.
Vale anche la pena di citare Gazzini, l’ultimo marchio arrivato in casa Louis: pezzi speciali per la personalizzazione delle moto. Realizzati in materiali di alta qualità, con lavorazioni particolarmente curate, tutti i pezzi condividono una filosofia comune: il dover unire un’estetica accattivante a un miglioramento della funzionalità, come nel caso degli specchi componibili, in cui potete unire le varie componenti, ovvero lo specchietto, l’asta e il fissaggio di varie tipologie secondo i vostri gusti.
E poi, quando si aprono le porte del garage, facciamo conoscenza con i tecnici di Louis Moto. Ci sono una ventina di moto parcheggiate lì, tutte più o meno equipaggiate con prodotti di Louis – dai bagagli Vanucci ai kit Gazzini – che vengono usate come attrazioni di un parco giochi. Per sviluppare i prodotti Louis (il che comprende il testare l’abbigliamento, oltre che verificare la funzionalità di attrezzi e pezzi speciali) ma anche per dare dimostrazione delle proprie capacità. Il che, come potete immaginare, significa giocare. Vi presenteremo con calma le special realizzate da Louis, perché meritano di essere descritte con un livello di dettaglio un po’ più elevato di quanto non si possa fare in questa sede, mentre vale la pena di parlare del progetto di alternanza scuola/lavoro che viene portato avanti da Louis.
La formazione duale è un modello molto sviluppato in Germania, tanto che si arriva a creare percorsi di studio pensati dalle aziende stesse per creare la forza lavoro di cui hanno bisogno. Nel caso di Louis c’è anche un bellissimo progetto che coinvolge i ragazzi nella creazione di una special: sei studenti selezionati hanno tre settimane per lavorare su una moto – l’anno scorso è toccato a una Kawasaki Z125 – per pensare, definire e realizzare una loro special. Il risultato è evidente, e anche se non potete vedere l’entusiasmo dei ragazzi nel valutare il loro progetto finito, è chiaro come non serva troppa immaginazione…
Insomma, un viaggio davvero illuminante il nostro, perché al di là della logica e dell’efficienza teutoniche, nella sede di Louis si respira passione per le "due ruote" sotto ogni forma. Date retta, quelli di Luis sono qui per restarci. Vale davvero la pena di conoscerli meglio.