Pietro Zanetti, Spidi: "C'è ancora tanto da fare!"

Pietro Zanetti, Spidi: "C'è ancora tanto da fare!"
Nella sede della famosa azienda veneta abbiamo chiacchierato con Pietro Zanetti, Responsabile di Prodotto, che ci racconta come Spidi sta affrontando questo difficile momento del mercato a due ruote
6 dicembre 2013

Punti chiave


E' un periodo difficile per il mercato delle due ruote, come sta affrontando Spidi questo momento?
«Noi siamo convinti che molto rimane ancora da fare. Molto rimane da fare perché le esigenze dei motociclisti stanno cambiando e quindi dobbiamo trovare prodotti sempre più vicini alle loro richieste e alle loro necessità. Noi riteniamo di essere già sulla buona strada, perché i nostri prodotti sono realizzati con materiali ad altissima resistenza all'abrasione, sono di fatto dei dispositivi di protezione individuale che agiscono per opporsi agli urti. Su questa struttura di capo tecnica andiamo a mettere uno stile, il nostro stile italiano. 
Quindi, per quanto riguarda il mercato, sappiamo che al momento dobbiamo essere molto attenti a quelli che sono i mercati emergenti, ad esempio il Sud-Est Asiatico o il Sudamerica, così come per quanto riguarda Paesi a noi più vicini come la Turchia.
Comunque è l'Italia il nostro banco di prova ed è qui che dobbiamo sviluppare i migliori prodotti, è in Italia che dobbiamo dare al consumatore il prodotto più vicino alle sue esigenze».

Come gestite il rapporto con i vostri rivenditori, soprattutto in questo particolare momento in cui, appunto, anche tanti negozi sono in difficoltà?

«Spidi ha da sempre un rapporto molto diretto con i rivenditori e, quando possibile, non esita ad andare incontro alle necessità di questi ultimi. E' chiaro che, anche attraverso i nostri negozi, vediamo come sta cambiando il mercato, vediamo che i rivenditori che propongono le maggiori offerte sono quelli che più si affermano in questo momento. Quelli che hanno offerte più limitate forse sono quelli che più stanno soffrendo. C'è la necessità che l'offerta cambi, ad esempio: in un'epoca in cui avviene un cataclisma non sopravvive la specie più forte, ma quella che meglio si sa adattare al cambiamento. Bisogna saper puntare sui propri punti di forza»

Prima ci dicevi che c'è ancora tanto da fare. Quali sono gli obiettivi che si propone Spidi?

«Noi lavoriamo per andare a vestire in maniera completa il nostro consumatore, puntiamo alla soddisfazione del cliente, non dell'azienda.
Quindi, cosa ci chiede il motociclista? Capi tecnici come ad esempio il jeans, in cui si uniscono la sicurezza e protezione ad un capo molto fruibile. 
La nostra volontà è di creare lifestyle, oltre che prodotti tecnici, in modo che il capo possa essere utilizzato non solo in moto».

Qual è il settore in cui Spidi è più forte?

«Da sempre Spidi è nei guanti che ha la miglior risposta sul mercato. Anche aziende produttrici di moto, come Ducati o Yamaha, si sono rivolte a noi per lo sviluppo di prodotti da inserire nelle loro linee. Nei guanti abbiamo avuto da subito un grande successo»

Pietro Zanetti ci illustra le novità della collezione 2014
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I piloti che vestono Spidi influiscono sullo sviluppo dei nuovi prodotti? Vi danno consigli in merito?
«Sì, abbiamo dei feedback molto forti dai nostri piloti, che ci fanno sopra a tutte una richiesta, giustissima: il comfort. E' inutile creare sovrastrutture, prese d'aria, colorazioni: bisogna realizzare prodotti che siano prima di tutto confortevoli. La prima sicurezza, per un pilota, è il comfort. Quindi ci aiutano a sviluppare capi che si adattino nel miglior modo all'ergonomia di chiunque salga in sella».

Qual è la principale novità che ci vuoi segnalare nella Collezione Spidi 2014?

«Per la collezione 2014, come dicevamo, abbiamo guardato cosa richiede il mercato, quindi abbiamo proposto delle giacche da granturismo "con i raggi", prodotti che vestono a 360° il motociclista e che sono utilizzabili tutto l'anno. La H.T. Raid, ad esempio, è prodotta con 13 diversi tessuti, ognuno con una sua peculiarità per far sì che possa essere utilizzata in qualsiasi condizione».

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