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Dopo una plurivittoriosa stagione di collaudi sui campi di gara, con Chiara Fontanesi campionessa mondiale nel Women World Motocross Campionship e Matt Phillips campione Enduro World Championship, Braking si appresta a rendere disponibili le proprie innovazioni in tema di dischi freno agli appassionati di fuoristrada. L'azienda brianzola ha sviluppato le proprie esperienze in funzione delle applicazioni off-road, ampliando la propria gamma prodotto con i dischi maggiorati S3 Batfly e Batfly Aluminium. Entrambi i modelli sfruttano il profilo Wave del disco e la baffatura Batfly, ma con diversi sistemi di fissaggio al mozzo. Ogni forma, ogni raggiatura, è stata studiata per ottenere la massima performance. La leggerezza, la capacità di dissipazione del calore, l'elevata pulizia del disco e la progressività nella frenata sono le doti che caratterizzano i dischi a profilo Wave. Doti ulteriormente migliorate, in particolar modo nella modulabilità, dalla baffatura a disegno curvo Batfly, cui è stato implementato il fissaggio semiflottante nel modello S3, il mozzo e nottolini di collegamento in Ergal per il modello Aluminium.
Il disco S3 Batfly semiflottante prevede un fissaggio tra pista e mozzo disco tramite sei punti, tre rigidi e tre mediante nottolini. Oltre a risultare più leggero rispetto ad una soluzione totalmente flottante, tale configurazione consente un feeling alla frenata mediano tra la prontezza e l'aggressività della soluzione fissa e la morbida progressività di una flottante, consentendo al pilota esperto una maggiore possibilità di scelta del feeling e della prestazione del proprio impianto frenante.
Il disco Batfly Aluminium è l'applicazione per enduro del mozzo in Ergal. Disco a collegamento flottante con nottolini sempre in Ergal, sfrutta le caratteristiche di questa lega leggera ad alto tenore di zinco, per ottimizzare le forme in funzione della rigidità strutturale e del massimo contenimento del peso, mentre la limitata termodilatazione ne consente l'uso anche negli elementi di collegamento. Trattandosi di dischi per la maggiorazione degli impianti, quindi di grande diametro, appare evidente l'importanza delle caratteristiche di leggerezza del sistema. Queste soluzioni consentono al pilota esperto di poter trovare nella gamma Braking il compromesso preferito tra peso, mordente alla pinzata e progressività della forza frenante.
A testimoniare il costante impegno dell'azienda brianzola nelle corse, ricordiamo che oltre ai due titoli mondiali in enduro e cross, quest'anno gli equipaggiamenti Braking hanno dato il loro contributo a vincere anche il titolo AMA SBK con Josh Errin e quello SuperStock 600 con Franco Morbidelli, i quali portano a 92 il numero totale dei campionati vinti dal 1991 ad oggi.
I dischi freno vengono progettati e prodotti nello stabilimento di Briosco, ove si assemblano e controllano anche le pompe radiali freno, nella cui gamma quest'anno entrerà anche il modello RS-B1, caratterizzato dalla colorazione nera ottenuta mediante anodizzazione. L'ufficio commerciale si occupa della distribuzione dei restanti articoli a catalogo, quali corone, pignoni, tubazioni freno, pastiglie freno le ruote realizzate in collaborazione con OZ.
Per raggiungere e mantenere gli standard di progetto, ovvero quanto necessario all'attività amatoriale ed agonistica, Braking si affida a controlli e tracciabilità. All'ingresso in azienda le materie prime, acciaio o lega di alluminio, vengono sottoposte ai primi controlli ed all'identificazione, in modo da poter risalire fino alla singola fornitura in caso di mancata conformità del prodotto finito. Successivamente tutte le lavorazioni, dal taglio alla marcatura laser, passando per sbavature, torniture e rettifiche, vengono fatte all'interno dell'azienda. Particolare cura è riservata ai trattamenti termici, ottenuti con macchinari realizzati su specifiche interne, sui cui l'azienda mantiene uno stretto riserbo. Ogni passaggio costituisce un singolo processo gestito in maniera indipendente, ma tutti sono originati e coordinati da un unico ufficio di produzione, al fine di far fronte alle varie esigenze, siano esse di magazzino per la vendita retail o di singoli clienti produttori di moto.
All'esterno vengono demandati solo alcuni trattamenti superficiali quali anodizzazioni e verniciature. Montaggio finale, ove previsto, imballo e immagazzinamento chiudono la filiera produttiva, non senza che dei campioni vengano prelevati per effettuare misurazioni con strumenti di precisione al fine di verificarne la conformità. Per il prodotto finito non rimane quindi che l'attesa di essere montato, per essere sfruttato a dovere da piloti e appassionati.
Mario Tonazzi