Sulla pista di Vizzola Ticino, debitamente allagata, abbiamo confrontato gli pneumatici più diffusi montati dalla stragrande maggioranza di moto Naked e Sportive. Scopriamo insieme se le gomme di ultima generazione temono l’acqua
Gli pneumatici di oggi, grazie alle carcasse brevettate e alle mescole ricche di silice e di carbonio che variano la loro composizione chimica dalla spalla al centro del battistrada, offrono prestazioni eccellenti sull’asfalto asciutto. In ambito Sport Tourer, sono stati fatti passi da gigante: grande grip, facilità di inserimento in curva e chilometraggi che sfiorano i 10.000 chilometri se non si esagera col polso destro. Questi pneumatici rappresentano per molti versi la quadratura del cerchio per l’uso delle stragrande maggioranza dei motociclisti possessori di moto di medio-alta cilindrata.
La nostra prova sul bagnato
Sappiamo bene che tutte queste coperture vanno alla grande su strada, dando fiducia e sicurezza anche con forti angoli di piega e non disdegnano affatto la guida in pista.
Aggiungiamo anche che la categoria dei pneumatici Sport Touring, implica difficoltà di realizzazione e soprattutto di progettazione molto elevate. Queste gomme abbracciano le più disparate tipologie di moto, partendo dalle Naked di media cilindrata, arrivando alle Maxi Tourer da oltre 1200 cc, con variazioni di peso che possono arrivare a 100 kg, e potenze erogate che in molti casi arrivano quasi a raddoppiare. Quello che però ci interessava scoprire in questa prima comparativa era il loro comportamento, la loro sicurezza in condizioni di asfalto bagnato, situazione in cui prima o poi tutti ci si trova e dove è ancora più importante sapere di potersi fidare delle proprie gomme.
La pista Pirelli di Vizzola Ticino ci ha permesso di mettere alla frusta questi pneumatici in condizioni proibitive, con il circuito completamente allagato e con strumenti di misura molto sofisticati.
Come si è svolto il test
È venuto il momento di fare le presentazioni: ecco le protagoniste del test. Partiamo dalle Metzeler Z8 Roatec Interact M/O, anche perché siamo ospiti della pista Pirelli, proprietaria del marchio tedesco, proseguiamo con le francesi Michelin Pilot Road 3, per continuare con le Dunlop RoadSmart II, le Bridgestone Battlax BT-023 e finiamo con le Continental ContiRoad Attack2.
Abbiamo scelto queste coperture in virtù della loro diffusione e della loro giovane età anagrafica, in quanto sono state tutte presentate recentemente.
La prova si è potuta svolgere grazie alla disponibilità di Salvo Pennisi - Direttore Sperimentazione Pirelli Moto - e del suo Staff. Noi abbiamo acquistato direttamente le coperture Metzeler presso un gommista di Milano.
Per cercare di dare una visione più omogenea e ampia possibile dei risultati, sono stati impiegati nel test tre collaudatori con diverse caratteristiche di guida: Francesco Paolillo (sport), Andrea Perfetti (touring), Nico Cereghini (sport + touring).
Queste coperture sono state montate a rotazione su due Honda CB 1000R ABS e CBR 600F ABS. Ogni turno di pista prevedeva alcuni minuti di allagamento del circuito e il test da parte dei tre collaudatori con asfalto completamente bagnato. Al termine di ogni turno si ricominciava: cambio gomme, allagamento circuito e test. Ogni giro dei tester veniva ufficialmente cronometrato, anche se i tempi non servivano tanto per confrontare un pilota con l’altro, quanto perché ciascun tester avesse un dato oggettivo da aggiungere alle sensazioni ricavate alla guida.
Finita questa prima parte, con la CBR 600F ABS, dotata di una particolare strumentazione, venivano presi i rilevamenti degli spazi di frenata in un rettilineo dotato di un asfalto particolare e getti d'acqua costanti.
I risultati (a cura di Francesco Paolillo)
Tutti e cinque i pneumatici se la sono cavata egregiamente, ma ciò non toglie che nel corso della prova siano emerse caratteristiche peculiari, o meglio pregi e difetti, in ogni singolo modello di gomma.
Bridgestone BT-023
Iniziamo a bagnarci le estremità in sella alla naked Honda gommata con le Bridgestone BT-023, pneumatico di recente presentazione, che per essere giudicato nella maniera migliore, abbiamo riprovato a fine test (per rendere il paragone con gli altri pneumatici più realistico dopo che si è entrati in sintonia con il tracciato allagato). Nel complesso le gomme giapponesi hanno dimostrato un comportamento molto lineare, con l’anteriore che seppur non particolarmente rapido in inserimento curva e nei cambi di direzione, convince parecchio per il grip in frenata e soprattutto in fase di impostazione della curva. Durante la percorrenza la moto tende a muoversi, mettendo in evidenza dei leggeri serpeggiamenti, che però hanno il pregio di avvertire il pilota dell’approssimarsi del limite oltre il quale è meglio non spingersi. Le perdite di aderenza del posteriore, sotto la spinta della coppia erogata dal quattro cilindri Honda, avvengono in modo abbastanza lineare e sono nel complesso gestibili.
Continental ContiRoadAttack2
Le Continental ContiRoadAttack2 dimostrano sin da subito una maggior agilità rispetto alle Bridgestone e un grip in frenata a moto dritta paragonabile, ma in inserimento e percorrenza di curva l’aderenza appare di livello inferiore (l’anteriore tende a sottosterzare in maniera piuttosto evidente ma sempre controllabile), soprattutto al posteriore. Quest’ultimo inoltre perde facilmente aderenza in fase di accelerazione, ma le reazioni non sono mai scomposte e “riprendere in mano la situazione” non è particolarmente difficile.
Dunlop RoadSmartII
Iniziamo a prenderci gusto, anche se i piedi sono a mollo e il tasso di umidità all’interno della tuta inizia a salire rapidamente, per cui dopo che i meccanici hanno rigommato la CB con le Dunlop RoadSmartII e dopo esserci scambiati le opinioni sul comportamento dei primi pneumatici testati (strano ma vero eravamo più o meno allineati tutti quanti con le impressioni di guida), eccoci di nuovo sul tracciato. Delle Dunlop, che ho avuto modo di provare anche in precedenza in un test analogo organizzato appositamente sul tracciato di Mireval (pista di collaudo Goodyear/Dunlop) apprezzo subito la linearità del comportamento, con un accoppiamento ottimale dei profili del pneumatico anteriore e posteriore, molto evidente, che dona alla CB un inserimento in curva rapido anche nella condizione in cui ci si trovi ancora con il freno anteriore “pizzicato”. Ottimo il grip, e la capacità di chiudere la traiettoria in percorrenza, sia per quanto riguarda l’avantreno, ma soprattutto al retrotreno che inoltre, in fase di accelerazione, permette di indugiare meno con le aperture del gas rispetto ai due contendenti precedentemente testati.
Michelin Pilot Road 3
Con le Michelin Pilot Road 3, la CB 1000R cambia carattere un’altra volta. I pneumatici francesi, almeno esteticamente sembrano degli “invernali”, ricchi di intagli e scolpiti abbondantemente, caratteristica che rende più mobile la superficie del battistrada e di conseguenza anche la CB “si muove” di più. Ondeggia sì, ma la velocità di percorrenza in curva e di conseguenza il grip, sono molto buoni, mentre riprendendo in mano il gas, il posteriore si dimostra decisamente all’altezza della situazione e garantisce accelerazioni notevoli. La grande agilità delle Pilot Road 3, oltre che nei cambi di direzione, emerge anche in fase di inserimento, dove però diminuisce l’aderenza, forse per il fatto che sotto la spinta dei freni e a moto leggermente piegata, alcune delle lamelle e degli intagli tendono a chiudersi e quindi a drenare meno l’acqua (più volte mi è capitato di far intervenire l’ABS).
Metzeler Roadtec Z8 M/O
Adesso è venuto il momento di provare le Metzeler Roadtec Z8, dalle quali ci aspettiamo un bel risultato, se non altro perché giocano in casa, ed effettivamente così è. Sarà che ci abbiamo preso la mano, e anche gusto, ma il feeling con le Metzeler Z8 è immediato, non particolarmente rapide in inserimento e nei cambi di direzione, le gomme italo/tedesche hanno però un grip superiore rispetto ai pneumatici fino ad ora testati, sia in percorrenza di curva, condizione in cui riescono a tenere la linea senza mostrare alcun ondeggiamento, e dove è possibile chiudere e aprire la traiettoria a piacimento, sia in uscita di curva, condizione durante la quale non emergono fenomeni di sotto o sovrasterzo, mentre emerge la notevole trazione offerta dal pneumatico posteriore. Ottimo il grip in frenata e soprattutto in inserimento di curva con il freno ancora tirato.
Il Test di frenata (a cura di Francesco Paolillo)
Scendiamo dalla CB 1000R e saliamo in sella alla CBR600F, per l’occasione dotata di un sistema di acquisizione dati che ci permetterà di misurare oltre alla distanza in metri percorsa, anche i G di decelerazione e i tempi di esecuzione di tale manovra. Il fatto che la nostra moto sia dotata di ABS, ci mette al riparo da eventuali errori, mentre il fatto che la pista sia costantemente bagnata… non ci mette al riparo dall’acqua! Ok, mettiamola così… oggi fa caldo e una doccia ci può stare.
Durante questo test, effettuato da 80 km/h a 0 km/h, i risultati emersi sono tutti di ottimo livello, con decelerazioni che vanno da 1,07 a 1,11 G, e spazi di frenata che passano dai 30,59 mt del risultato peggiore, ai 27,26 del migliore. In ogni caso i numeri che vengono registrati ci permettono di dire che il livello di tutte le contendenti è decisamente ottimo, e che quindi tutti e cinque i prodotti che abbiamo avuto modo di provare, offrono un livello di sicurezza in frenata molto elevato.
Il giudizio di Andrea Perfetti
Al di là dei tempi in pista, che abbiamo pur preso ma che sono poco indicativi del reale comportamento degli pneumatici, sono emerse chiaramente le caratteristiche “filosofiche” di ogni produttore. Da una parte ci sono Metzeler, Dunlop e Bridgestone che privilegiano il massimo grip su asfalto bagnato grazie alla composizione della mescola; dall’altra troviamo Michelin e Continental che spiccano per le caratteristiche della carcassa, più morbida e quindi facilitata nel comunicare al pilota l’avvicinarsi del limite di tenuta in curva. Prestazioni assolute migliori sulle prime tre, tanta confidenza con le altre due. E proprio la confidenza sul bagnato non ha prezzo, al punto che eleggere una gomma come migliore rispetto a un’altra in un contesto di questo tipo rischia di divenire una valutazione troppo soggettiva, legata ai gusti del singolo motociclista. Mentre è inoppugnabile il livello eccellente di sicurezza raggiunto dalle cinque case protagoniste del test a Vizzola. La capacità drenante e il grip permettono di affrontare senza problemi la strada (persino la pista) in tranquillità, assistiti da un comportamento dinamico che conquista la lode se decidiamo di equipaggiare la nostra moto col prezioso ABS (presente su entrambi i modelli di moto impiegati).
Il commento di Nico Cereghini
La scoperta è che tutte le gomme di oggi tengono bene sul bagnato. Parlo della “mia” scoperta. Averle tutte, o quasi tutte, a disposizione sullo stesso percorso e con la stessa moto non capita tutti i giorni e chiarisce le idee. Oggi c’è la gomma che lavora un po’ meglio dell’altra per via del disegno o della mescola, c’è quella morbida di carcassa che si muove un po’ dentro la curva, ma si capisce che queste differenze sono il frutto di scelte precise e non del caso. Un costruttore vuole accontentare l’esperto e punta sulla prestazione assoluta, l’altro privilegia l’utente normale e dà più importanza alla sicurezza. Quello che veramente serve è un pneumatico che sul bagnato ti avverta quando stai per arrivare al limite. E questa qualità fondamentale l’hanno tutte le gomme testate.
No, una volta non era certamente così. Anche soltanto dieci o quindici anni fa sono incappato in gomme che con l’acqua non mi davano la minima sicurezza. Niente feeling anche sul percorso più noto. E ai primi degli anni Ottanta c’era da mettersi le mani nei capelli. Mi capitò di provare una delle prime gomme radiali per moto, e di farlo sulle strade spagnole per una settimana di seguito: un treno di quelle gomme, pre-serie, era stato montato su una sola moto, e pioveva continuamente, e nessuno voleva più salire sulla moto-saponetta. Me la tenni per l’intera settimana di viaggio, e appena tornato a casa, chiamato il costruttore per lamentarmi, mi sentii rispondere “ah ma quando piove i nostri collaudatori non li mandiamo mica in giro!”
Conclusioni
E’ necessario fare un plauso ai tecnici e ai collaudatori che hanno sviluppato i pneumatici protagonisti del test per il livello globalmente raggiunto, che ha portato molto in alto l’asticella della sicurezza. In virtù delle ottime prestazioni che hanno fornito gli pneumatici in esame, c’è quello che ha mostrato capacità superiori in questo o quel frangente, ma nel complesso, tutti quanti si sono dimostrati all’altezza del compito per cui sono stati progettati, almeno nelle condizioni di asfalto bagnato. A voi la scelta, verrebbe da dire. Sono infatti più le caratteristiche del pilota a influenzare l’acquisto di chi deve orientarsi su una gomma con spiccate qualità sul bagnato. Maggiori prestazioni o maggiore confidenza e facilità di guida. Le nostre indicazioni in tal senso sono piuttosto precise e ciascuno potrà scegliere la migliore gomma per le proprie caratteristiche di guida e tipologia di moto.
Se invece, oltre alle prestazioni sul bagnato, sono anche altre le doti che si vuole ottenere da una gomma Sport Touring, dateci anche i vostri riscontri. Potremmo infatti continuare il test, sempre con i medesimi pneumatici (per sicurezza messi da parte e autografati da Francesco Paolillo) anche in condizioni di asfalto asciutto, per un’analisi più completa, in tutte le condizioni d’uso.
Ippolito Fassati, Francesco Paolillo, Andrea Perfetti, Nico Cereghini
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