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Non fatevi trarre in inganno dalle apparenze, quelle che vedete nelle foto, oppure sugli espositori dei vostri gommisti di fiducia potrebbero non essere più le Michelin Power One, bensì le nuove Michelin Power Cup, stesso look, ma contenuti differenti. E per definire tali contenuti, una squadra di tecnici e uno stuolo di collaudatori, si sono impegnati per parecchi mesi, al fine di migliorare le prestazioni dei nuovi pneumatici francesi, che vi ricordo sono prettamente pistaioli, ma con omologazione stradale.
Il nome ci dice molto del pneumatico, “Cup” intende richiamare la destinazione racing di questo prodotto, che come il precedente “One”, verrà utilizzato in svariate competizioni (in particolare nei monomarca) in giro per il mondo. E proprio questa sua vocazione è stata presa come punto di riferimento per i collaudatori (nelle file dei quali erano presenti piloti professionisti e amatoriali), e i tecnici che lo hanno sviluppato, e che hanno stilato una serie di caratteristiche prestazionali che andavano incrementate rispetto al precedente Power One. Il tempo sul giro, caratteristica fondamentale per un pneumatico racing, ma che non deve essere legata al giro “secco”, il miglioramento deve essere costante durante tutto l’arco di utilizzo, e la capacità del pneumatico di sposare e adattarsi a ciclistiche differenti con o senza sistemi di controllo della trazione. L’incremento del feedback con il pneumatico che deve ricevere il pilota, il tempo di riscaldamento ridotto, ma soprattutto un grip elevato in ogni condizione d’uso, sono parametri di sviluppo fondamentali che hanno fatto un bel salto in avanti con il nuovo Power Cup.
Come ci ha spiegato Pierre Fraisse, Responsabile del settore sviluppo pneumatici moto Michelin, la quantità di lavoro è stata notevole, e i dati raccolti dagli oltre 200 collaudatori che in 7 paesi differenti hanno testato i nuovi pneumatici del Bibendum, estremamente preziosi. Tra i 7 paesi interessati c’è naturalmente anche l’Italia, paese il cui mercato di pneumatici racing è di primaria importanza, e l’Autodromo del Mugello è stato il tracciato scelto per i collaudi. In questa occasione ben 120 piloti, professionisti e non, hanno testato i Power Cup, e il 35% di questi ha dichiarato di aver abbassato i tempi sul giro ottenuti precedentemente con pneumatici differenti.
Si è arrivati così alla definizione dei Michelin Power Cup, che abbiamo provato sulla pista di Jerez de la Frontera, disponibili in tre mescole differenti al posteriore (A – B – C) e due per l’anteriore (VA – VB), le Power Cup utilizzano la tecnologia bi-mescola 2CT, che prevede una fascia centrale del battistrada più dura e maggiormente intagliata, mentre alla spalla del pneumatico è dedicata una mescola più morbida e praticamente slick. Il rapporto tra intagli e battistrada è al limite minimo per l’omologazione stradale e cioè 5%. Mescole a parte le differenze maggiori con il precedente Power One sono individuate nella caracassa più rigida sull’anteriore, per migliorare precisione in inserimento di curva e comportamento in frenata, mentre la struttura del posteriore ha perso rigidità per offrire una maggiore impronta a terra nelle fasi di compressione in percorrenza curva, oltre a una migliore capacità di copiare gli asfalti più rovinati. I profili rimangono del tutto simili e quelli del predecessore, sono quindi votati alla rapidità di discesa in curva e alla tenuta ai massimi angoli di piega.
In fase di frenata il Power Cup mette tutte le moto d’accordo, preciso e più sostenuto del predecessore, grazie alla carcassa più rigida, il 120/70 permette un controllo ottimale e dimostra di avere grip da vendere.
L’aumento delle temperature sia dell’aria che dell’asfalto, che qui a Jerez è anche particolarmente abrasivo, permettono un cambio della mescola per il pneumatico posteriore, passiamo così da una “B” a una “C”.
Le differenze di comportamento sono minime, mentre il feeling con la pista aumenta giro dopo giro, così come si intensificano le accensioni delle spie del traction control in uscita di curva, probabilmente dovute a un miglior feeling con la moto piuttosto che a un decadimento delle prestazioni delle Power Cup.
Dove le nuove Michelin non hanno brillato, è nella guida fuoristrada (o meglio fuoripista …) l’avantreno galleggia poco, anzi affonda decisamente, mentre il posteriore fatica a scaricare a terra (e qui trattasi di terra vera …) la potenza. Qui c’è ancora da lavorare!