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Nelle sospensioni la funzione elastica viene ottenuta meccanicamente, mediante le molle, mentre quella smorzante è affidata a dispositivi che svolgono il loro compito grazie all’idraulica, utilizzando un liquido che viene obbligato a scorrere attraverso passaggi calibrati, cosa che esso fa opponendo una considerevole resistenza. I dispositivi in questione sono gli ammortizzatori, che nelle forcelle sono “incorporati” negli steli, e il fluido di lavoro è un olio idraulico avente adeguate proprietà. La più importante è la viscosità, cioè la sua resistenza allo scorrimento.
Le funzioni che questo liquido deve assicurare sono ben diverse da quelle che sono chiamati a svolgere gli oli per i motori e per le trasmissioni. Pure le caratteristiche sono pertanto differenti. E anche le condizioni di lavoro non sono certamente analoghe. Qui non avviene una combustione e l’olio non ha quindi a che fare con temperature molto elevate, con pressioni paragonabili a quelle che vengono raggiunte nelle bronzine e, più ancora, tra i denti degli ingranaggi e nelle zone di contatto tra le camme e le punterie; inoltre, non può avvenire alcuna contaminazione causata dai gas di trafilamento. Nelle forcelle e (soprattutto) negli ammortizzatori delle moto impiegate molto sportivamente, e ancor più in quelle destinate a uso crossistico, è possibile comunque arrivare a temperature anche superiori a 100 °C.
La funzione principale dell’olio in questo caso non è quella di lubrificare i componenti in movimento relativo, di sopportare il carico e di provvedere a una considerevole asportazione di calore da alcuni organi meccanici, come accade all’interno dei motori. Come logico, l’olio deve comunque assicurare una adeguata lubrificazione, ma nelle sospensioni il suo compito fondamentale è quello frenare il movimento. Si tratta quindi di una funzione ben diversa, ma in ogni caso molto impegnativa e che prevede l’utilizzazione di prodotti specificamente studiati e realizzati per questo tipo di impiego.
La viscosità è l’attrito interno del fluido. Se si mette un olio più viscoso, la frenatura idraulica risulta più vigorosa. Il contrario avviene se si usa un olio con una viscosità più bassa: lo smorzamento è minore perché il liquido passa nei fori calibrati opponendo un'inferiore resistenza
Un olio motore con una data gradazione SAE ha una viscosità che rientra tra un valore massimo e uno minimo ed è caratterizzato da un determinato profilo viscosimetrico. La gradazione, per questi lubrificanti unigradi viene indicata da una sola sigla numerica (SAE 10, SAE 20, etc…). Da diversi anni a questa parte praticamente tutti gli oli per motori sono però multigradi. In altre parole, a freddo rientrano in una classe di viscosità SAE più bassa e a caldo in una più alta. La diminuzione di viscosità causata dall’aumento di temperatura è nettamente inferiore a quella che si ha negli oli unigradi. L’indice di viscosità di questi ultimi è dell’ordine di 100, mentre i multigradi raggiungono valori dell’ordine di 140 - 160. Sulle lattine degli oli multigradi vengono riportate due sigle numeriche, corrispondenti alla gradazione SAE a freddo (è seguita dalla lettera W) e a quella a caldo (100 °C).
Anche per gli oli per le sospensioni si fa spesso riferimento alle gradazioni SAE (che sono state studiate per gli oli motore e per quelli delle trasmissioni). In questo caso però è meglio essere più rigorosi, indicando non una classe di viscosità, ma un valore ben preciso. Per questa ragione i migliori produttori in genere riportano sul contenitore la viscosità cinematica di ogni olio, rilevata a 40 °C ed espressa in centistokes (cSt).
Per avere un’idea di quanto il ricorso alle gradazioni SAE possa non essere soddisfacente, basta pensare che per due oli contraddistinti dalla stessa sigla SAE, e quindi rientranti nella medesima classe, si possono rilevare viscosità cinematiche abbastanza diverse (sempre a 40 °C, temperatura di riferimento per i liquidi idraulici). Ad esempio con la dicitura SAE 5 sul contenitore si possono trovare in commercio oli aventi una viscosità che può andare da 15 a 30 cSt. Si tratta di un range decisamente ampio. Un analogo discorso vale per i SAE 10; quelli contraddistinti da questa sigla possono andare da un minimo di 29 a un massimo di 45 cSt. Inoltre, tra due classi SAE adiacenti ci può essere troppa distanza, per le esigenze che si hanno nel campo delle sospensioni. Questo ha portato alcuni produttori a indicare per certi loro oli una gradazione 7,5, che la SAE stessa non prevede. A questo punto dovrebbe essere ben chiaro per quali ragioni è opportuno, specialmente nel caso delle sospensioni delle moto sportive o destinate al fuoristrada, fare sempre riferimento alla viscosità cinematica, espressa in centistokes e rilevata a 40 °C.