Speciale Pneumatici. Bridgestone BT-016

A Jerez con Stoner e Melandri per provare l’ultimo nato in casa Bridgestone, BT-016. Performante in pista, sincero su strada
18 marzo 2008



Bridgestone BT-016
Ha fatto il suo debutto durante l'EICMA 2007, ma è in questi giorni che Bridgestone ha presentato ufficialmente su strada e in pista il nuovo nato BT-016.

Nei listini della casa giapponese, il nuovo pneumatico sostituirà progressivamente il BT-014, rispetto al quale risulta migliorato sotto vari aspetti: maneggevolezza, feeling di guida, stabilità e grip.

L'utilizzo per la prima volta dei battistrada a mescole multiple SACT (Straight And Cornering Technology) ha permesso di realizzare due pneumatici, anteriore e posteriore, rispettivamente a tre e cinque mescole differenziate.

La definizione tecnica è per la precisione 3LC - 3-Layer Compound per l'anteriore e 5LC - 5Layer Compound per il posteriore.

Il rapporto vuoto/pieno inferiore al 6%, contro l'11% del BT-014 anteriore e il 10% del BT-014 posteriore, lasciano intendere che il BT-016 è maggiormente votato alla guida sportiva rispetto al predecessore.

Anche il luogo della presentazione, l'Autodromo di Jerez de la Frontera in Spagna, pista alquanto veloce e tecnica, fa presagire l'intenzione dei responsabili Bridgestone di evidenziare maggiormente le caratteristiche sportive e pistaiole del BT016 rispetto alle caratteristiche stradali.



Primo contatto tra i cordoli in sella alle 600

Montati su di una folta schiera di moto, riunite a Jerez in rappresentanza dei maggiori costruttori mondiali, gli pneumatici giapponesi hanno strappato consensi unanimi da parte di tutti i tester presenti all'evento.

La presa di contatto con il BT-016 ha avuto inizio con alcune delle seicento più rappresentative del mercato, Suzuki GSX-R , Honda CBR 600RR, Triumph Daytona 675 e Kawasaki ZX6-R.

L'approccio con la pista - sino ad allora per noi sconosciuta - è stato dei migliori, anche in virtù delle ottime caratteristiche di guida delle BT-016.

Rapide per non dire rapidissime ad entrare in temperatura, anche se i 25° ed il sole battente di Jerez hanno aiutato parecchio, le Bridgestone hanno mostrato un comportamento decisamente lineare e privo di spigoli.

Veloci nello scendere in piega, fulminee nei cambi di direzione, le gomme giapponesi offrono oltre a un grip davvero notevole, una reattività ai comandi da riferimento.

In particolare l'anteriore, che oltre a non mollare mai, grazie alla rigidità della carcassa offre il massimo controllo in inserimento di curva, anche a freni pinzati.



Limite più psicologico che reale

Anche il posteriore mette sul piatto, anzi su pista, un livello di aderenza notevole, che i 120 cavalli abbondanti delle supersport odierne difficilmente mettono in crisi.

Forzate oltre il limite, le cinque mescole del posteriore offrono un margine di sicurezza notevole, e le perdite di aderenza, davvero cercate con il lanternino, sono state tenute sotto controllo senza particolare impegno. Promosso.



I cavalli delle 1000. Il grip resta enorme

Dopo svariati giri di pista a ritmi per così dire "brillanti", le BT -016 non hanno mostrato la corda, che a dir la verità al loro interno è presente.

Infatti anche a questo pneumatico è applicata la tecnologia HTSPC (High Tensile Super Penetrated Cord) di Bridgestone, che consiste in una cinghia monospirale (MSB) in acciaio che migliora il controllo dello pneumatico e la tenuta di strada in piega, garantendo nello stesso tempo un valido assorbimento degli urti da parte della carcassa, mantenendo l'area di contatto tra pneumatico e asfalto sempre costante.

Prese le misure con la pista, ma in particolare con le scarpette nuove, saliamo nella scala gerarchica.

Allineate sulla corsia dei box ci sono numerose superbike che non aspettano altro che essere messe alla prova insieme alle nuove "calzature".

Ci lasciamo tentare dal duo Honda CBR 1000 e KTM RC8, caratterizzate da valori di potenza e soprattutto di coppia capaci di mettere a dura prova le nuove BT-016.

Resettati i parametri, in virtù della cavalleria ben più numerosa e ribelle delle due protagoniste, ci concentriamo sulle risposte delle Bridgestone.

Come per le seicento, l'aspetto che più impressiona è l'enorme grip offerto dal BT-016 anteriore.

Rapido a scendere all'inclinazione desiderata, questo pneumatico mostra un'aderenza eccellente e decisamente costante durante tutto il turno di prova.

Il maggior peso delle mille non crea alcun tipo di problema, in virtù di una carcassa che ha nella rigidità un punto di forza.

La poderosa coppia del bicilindrico austriaco e del quattro cilindri giapponese non intimoriscono lo pneumatico posteriore, che mantiene un ottimo grip sia in percorrenza che in uscita di curva.

Il posteriore tende ad allargare, ma con una progressione che assomiglia maggiormente a una pennellata piuttosto che a una perdita di aderenza vera e propria.

Da sottolineare la resistenza sia alla fatica, ma soprattutto all'usura. Il comportamento delle BT-016 si è mantenuto costante sino al momento del cambio gomme.



Veste le nude

La seconda parte del test si è svolto su strada, con una folta rappresentativa di naked gommate BT-016.

Suzuki B-king, Ducati Monster S2r, Triumph Street Triple, Kawasaki Z750 si sono alternate durante la presa di contatto aperta al traffico.

Le personalità, ma soprattutto le caratteristiche tecniche e di guida estremamente differenti di queste moto, non hanno creato particolari problemi alle BT-016 che hanno dimostrato di sapersi adattare in maniera egregia.

La spinta possente della Suzuki o la rapidità della Triumph, agli estremi per caratteristiche dinamiche, hanno trovato un connubio ideale in queste Bridgestone.

Stabili sul veloce e sempre sincere nelle reazioni, le BT-016 confermano quanto di buono si era visto e sentito in pista.

La carcassa estremamente rigida, fatica a filtrare le asperità, ma il risvolto negativo è limitato al comfort e non certo alla precisione di guida, che risulta sempre ottima anche sugli asfalti più sconnessi.


A ruote ferme e motori spenti, non si può che fare un plauso al lavoro dei tecnici che hanno sviluppato questi pneumatici, adatti a qualsiasi tipo di moto, ottimi per l'utilizzo su strada e decisamente performanti tra i cordoli di una pista.




Francesco Paolillo

 


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