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Seguo il Campionato Italiano Velocità dal 1988, da quando lavoravo per alcune aziende produttrici di caschi protettivi per motociclisti. Dovendomi occupare anche delle sponsorizzazioni, iniziai a frequentare gli autodromi nei quali si disputavano le gare della Sport Production e del CIV, che nel 1993 assunse la definizione di Assoluti Italiani Velocità, per poi passare nel 2001 agli attuali Campionati Italiani Velocità.
Da quando la nostra Federazione si è presa cura del CIV il Campionato è cresciuto, fino a diventare uno dei migliori al mondo. Il compito della FMI non è mai stato facile, in quanto il nostro è uno sport molto costoso e negli ultimi anni, a causa della pandemia e di varie crisi economiche, organizzare il Campionato Italiano è stato estremamente complicato, anche perché la FMI vuole tenere fede alla sua regola principale: correre nei migliori circuiti italiani.
Questa scelta consente ai piloti di conoscere le piste sulle quali si disputano i campionati mondiali, ad eccezione dell’autodromo di Vallelunga che è comunque nella lista di quelli che potrebbero (ed in passato lo ha fatto) ospitare il mondiale Superbike.
Affittare piste come il Mugello o Misano ha costi altissimi, così come avvalersi dei migliori professionisti, e ci riferiamo non solo ai marshall, ma anche ai cronometristi ed allo staff medico, tutti profili di altissimo livello. Ma la cosa più importante è che correre su alcune delle migliori piste al mondo è sinonimo di sicurezza per i nostri piloti. La sicurezza è un argomento verso il quale la nostra Federazione si è sempre dimostrata sensibile, come ha confermato lo scorso anno, quando ha introdotto l’obbligatorietà dell’airbag nella categoria della PreMoto3. Insegnare ai giovanissimi ad utilizzare quanto di meglio possa offrire la moderna tecnologia è uno dei compiti più importanti della FMI.
Per questo sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla decisione di offrire loro, a titolo gratuito, una tuta dotata di airbag, così come mi ha invece sorpreso la nuova regola che dal 2023 imporrà ai giovanissimi della PreMoto3, l’obbligo di utilizzare i caschi di un’azienda che sponsorizza il CIV. E’ chiaro che le sponsorizzazioni sono indispensabili per la sopravvivenza del Campionato Nazionale, ma la sicurezza è imprescindibile e non negoziabile.
Essendo nel settore da molti anni (ed avendo anche scritto un manuale sull’argomento) ritengo che il casco di ciascun pilota vada preparato su misura. Una volta stabilita la taglia occorre che i tecnici intervengano per definire lo spessore delle imbottiture interne, che hanno una funzione determinante in caso di caduta, assieme ovviamente alla calotta esterna in fibra ed interna in polistirolo.
Un casco troppo stretto può risultare doloroso, sino a compromettere la concentrazione del pilota. Al contrario un casco troppo largo in caso di caduta potrebbe sfilarsi dalla testa dell’utilizzatore, lasciandolo privo di protezione. Oltre all’interno anche la lunghezza e la possibilità di regolare il cinturino possono richiedere una personalizzazione, specialmente in taglie particolarmente piccole come quelle dei piloti della PreMoto3. Siamo fiduciosi che l’azienda che sponsorizza il CIV (senza voler mettere in nessun modo in discussione la sua serietà e la validità dei caschi forniti) si organizzerà per preparare un casco su misura per ciascun pilota della PreMoto3. Se così non fosse la ventilata possibilità di elevare e standardizzare i livelli di sicurezza in pista (come dichiarato dalla FMI) resterebbe solo sulla carta.
Va anche rilevato come purtroppo questa decisione della FMI potrebbe causare costi aggiuntivi a quei piloti che avevano trovato un accordo di sponsorizzazione con altri produttori, e che avrebbero quindi ricevuto gratuitamente i caschi per tutta la stagione. Il kit che verrà offerto in omaggio prevede la fornitura di un solo casco e di 6 visiere. Difficile pensare che con un solo casco un pilota possa disputare un’intera stagione. E allora quale sarà la convenienza per i giovani piloti e per le loro famiglie?
Nessun campionato nazionale impone un casco, ma per fare un paragone con un trofeo nel quale vige il “monocasco” la Rookies Cup, i caschi consegnati gratuitamente sono quattro, mentre non esiste un limite per gli accessori. Forse sarebbe stato più giusto (come già avviene in altri campionati) stilare una tabella premi in denaro per i piloti che scegliessero di utilizzare i caschi dello sponsor e che si classificassero nelle prime posizioni (in gara o in campionato).
Infine, sempre in riferimento alla sicurezza, se proprio si dovesse imporre un obbligo ai piloti del CIV, sarebbe meglio quello che rende obbligatori i caschi omologati FRHPhe-01, quelli utilizzati nei campionati mondiali.