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Mancano ancora due round alla fine del CIV Campionato Italiano Velocità 2019, ma come sempre la Federazione Motociclistica Italiana guarda avanti, ed ha già definito quello che sarà il campionato nazionale del prossimo anno. I nuovi regolamenti, che il responsabile del Settore Velocità della FMI Simone Folgori ha presentato venerdì scorso a Misano ai responsabili delle squadre che partecipano al campionato 2019, hanno l’obiettivo di migliorare le classi che si sono rivelate in salute e di rivedere quelle che invece hanno avuto, o potrebbero avere in futuro, qualche problema.
Alla base di tutto va ricordato che il CIV è un campionato nazionale e che la Federazione che lo organizza ha come obiettivo primario quello di renderlo accessibile al maggior numero possibile di squadre e di piloti. Un campionato nazionale che resti di alto livello, in grado di far crescere i giovani talenti, ma con costi che siano il più possibile accessibili. Un compito per niente facile, visto che purtroppo il motociclismo è uno sport costoso e che la situazione economica nel nostro paese non è certo florida.
Ma vediamo quali saranno gli interventi classe per classe.
Questa categoria è da molti anni il fiore all’occhiello del CIV, in quanto qui sono emersi giovani piloti che sono ora protagonisti nei vari campionati mondiali. Quest’anno la presenza di team che partecipano al mondiale, come lo Sky VR46, il team Leopard, il team Gresini Junior ed altri ancora, se da una parte ha elevato il CIV a miglior campionato nazionale, dall’altro ha forse alzato un troppo l’asticella della competitività e dei costi.
In altre parole è senza dubbio prestigioso che importanti squadre del mondiale abbiano scelto il nostro campionato nazionale per far crescere le loro giovani speranze, ma la loro presenza può far desistere i team privati dal prendere parte ad un campionato che per primeggiare richiede mezzi e capacità sia tecniche che economiche elevate. Da qui la necessità di cambiare, abbassando i costi e di conseguenza allargando la base dei partecipanti. Un cambiamento al quale la FMI sta lavorando da oltre un anno, da quando ha deciso di seguire da vicino e di supportare il progetto BeOn. La moto spagnola utilizza un motore di 450cc di derivazione crossistica, montato su di un telaio artigianale.
Nel corso del campionato la BeOn, portata di pista dal talentuoso talento azzurro Omar Bonoli, è cresciuta sino a dimostrare di poter non solo tenere il passo delle attuali Moto3, ma anche di poterle superare, come è successo nel round di Imola, tanto che a Misano si è deciso di depotenziarla proprio per trovare un punto di incontro con le Moto3. Il lato estremamente interessante è che questa moto costa un terzo rispetto alle attuali Moto3. Per il 2020 quindi l’intenzione è di proporre una categoria unica, con possibilità di scelta per i partecipanti fra le attuali Moto3 o moto equipaggiate con un propulsore di 450cc. Motore unico per tutte le 450 e libera scelta del telaio. A breve la Federazione pubblicherà un bando per scegliere quale casa potrà fornire ai team i motori ed i ricambi necessari per l’intera stagione. Le offerte dovranno pervenire entro fine agosto, per rendere possibile l’assegnazione a fine settembre. Nel 2020 avremo quindi un solo campionato che vedrà insieme in pista le Moto3 e le nuove 450, ovviamente con due classifiche separate, come successe quando si passò dal due al quattro tempi.
La Moto3 deve inoltre iniziare a fare i conti con la sua rumorosità. Queste moto sono in assoluto le più rumorose e vista la particolare attenzione di molti circuiti all’inquinamento acustico (specialmente per quelli vicini o addirittura inseriti all’interno di luoghi abitati) sarà indispensabile ridurre il numero di decibel per poter svolgere prove libere e disputare gare.
Il nuovo regolamento introdotto da quest’anno che prevede l’utilizzo di un monomotore sta funzionando molto bene. Non è stato rilevato alcun problema tecnico sulle moto e sia i piloti che i team si sono dichiarati soddisfatti.
Si stanno quindi valutando la possibilità di rinnovare per altre due stagioni il contratto con la Yamaha (in scadenza nel 2020) che fornisce i motori di 250cc. E’ inoltre allo studio la possibilità di applicare il regolamento Premoto3 anche al CIV Junior, in modo tale che i giovani piloti, al loro secondo anno di CIV Junior, possano iniziare ad utilizzare una Premoto3 (depotenziata).
Questo gli consentirà di iniziare a prendere confidenza con la moto che utilizzeranno poi nella categoria superiore. In questo modo si limiterebbero anche i costi, visto che i team potrebbero utilizzare la stessa moto per due campionati diversi e nell’arco di tre anni.
Supersport 300. Il regolamento resterà invariato ed in linea con quello del mondiale. Si sta valutando la possibilità di farlo diventare un campionato monogomma, visto l’interesse manifestato da Dunlop per questa categoria.
Supersport 600. La categoria più spettacolare del CIV dovrebbe restare invariata e quindi si manterrebbe la formula attuale che prevede un motore leggermente più “stock” rispetto a quello del mondiale, ma con la stessa elettronica.
La classe maggiore è un crisi un po in tutto il mondo per quanto riguarda il numero dei partecipanti. Il CIV non fa eccezione e quindi urgono cambiamenti che abbiano l’obiettivo di incrementare il numero dei team e dei piloti, senza aumentare i costi e livellando le prestazioni delle varie moto.
La FMI sta valutando la possibilità di copiare integralmente il regolamento del BSB oppure (ed è la possibilità più concreta) di introdurre una centralina uguale per tutti, che permetta così un valido controllo delle prestazioni delle diverse moto, per poi consentire di apportare modifiche al regolamento, con l’obiettivo di livellarne i valori.
Anche questo campionato correrà in regime di monogomma ed il bando verrà emesso ad ottobre, per poi annunciare l’assegnatario a novembre durante l’Eicma di Milano.
La FIM Europe ha concesso al CIV la possibilità di organizzare, in un round del campionato 2020, una gara che assegni il titolo di Campione Europeo SBK. Una bella novità, che porterà certamente alla presenza nel CIV di piloti stranieri.
Come tutti gli anni la FMI cercherà di evitare concomitanze con i maggiori campionati mondiali, per non mettere in difficoltà i team ed i piloti che partecipano sia al CIV che ai mondiali. Gli appuntamenti saranno sempre doppi e saranno ancora sei. Si inizierà molto probabilmente ai primi di aprile a Misano o al Mugello, per poi chiudere ad ottobre a Vallelunga.
Simone Folgori ha concluso la riunione di Misano parlando di sicurezza, perché non bisogna mai abbassare la guardia ed è importante proseguire nelle ricerca della maggiore sicurezza possibile in pista.
La Federazione sta lavorando per introdurre l’airbag obbligatorio e l’utilizzo di caschi testati secondo la nuova omologazione racing Europea della FIM. Un progetto ambizioso ed importante, che è alla sua fase iniziale e che deve tenere conto di molti fattori.
Per quanto riguarda i caschi si dovrà attendere che i produttori immettano sul mercato prodotti conformi alla nuova omologazione Europea che ne consente l’utilizzo nelle competizioni. Al momento nei negozi ce sono pochi. Per quanto riguarda le tute con airbag oltre ad un’attenzione ai costi, sarà indispensabile avere nel paddock la presenza stabile dei racing service dei vari produttori.
Sia per i caschi che per le tute saranno importanti qualità e costi, che non dovranno rappresentare un limite per gli utilizzatori.