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La notte porta consiglio e… qualche cambiamento. Durante la notte i commissari hanno controllato il tracciato GPS di Ruben Faria, ed hanno rilevato un “lieve eccesso di velocità” durante la speciale del portoghese. Morale: Faria resta “titolare” del successo di speciale, ma con il minuto di “punizione autovelox” è secondo nella tappa dunque vinta da Cyril Despres. Morale aggiunta, i primi tre sono ancor più vicini, e Marc Coma è decisamente “sotto”.
Con l’arrivo, in ritardo di cinque ore, anche di Alain Duclos, rimasto fermo in speciale per la rottura del mozzo posteriore della sua Aprilia, si conclude la prima tappa “autentica” della Personal Dakar Argentina Cile 2011. Una tappa che ha completato l’”esodo” iniziato il 1° gennaio con la partenza di Buenos Aires e e che si è conclusa con la prima sezione cronometrata, di 192 chilometri, tra Rio Cuarto e Cordoba. Prima di raggiungere lo start della prima speciale, però, i piloti si sono dovuti sciroppare una trasferimento di 482 chilometri, con una sveglia puntata alle 3 e mezza del mattino (o della notte). Poi, finalmente, la Dakar è entrata nel vivo.
Una speciale corta, scorrevole e senza alcuna difficoltà, con un inizio veloce ed un finale su pista più tecnica, che in realtà ha avuto due funzioni precise: far “scaldare” i concorrenti progressivamente ed allontanarli dal contesto metropolitano che ben poca attinenza ha con l’essenza del Rally. In questo modo tutti i piloti hanno avuto anche un’ultima occasione per rodare la moto, verificare l’allestimento tecnico e la preparazione logistica, e prendere confidenza con la strumentazione ed il road book. Soprattutto, però, l’avvio “soft” è stata l’occasione ideale per liberare il surplus di adrenalina, fisica e… mentale accumulata nel soffocante ed interminabile avvio di Buenos Aires. Una volta raggiunta Cordoba i concorrenti hanno percorso già oltre mille, tutto sommato comodi, chilometri, e verificato che tutto, compreso loro stessi, è a posto. Vent’anni fa la Dakar era capace di iniziare con 1.200 chilometri micidiali in mezzo al deserto algerino, e alla fine della prima tappa metà dei concorrenti potevano già essere out, alla ricerca di un mezzo per rientrare in Europa. Sotto questo aspetto la Dakar moderna è assai più “indulgente” con i suoi “clienti”.
Adesso, con la seconda tappa, prosegue la marcia verso Nord della Dakar, alla ricerca del varco tra le cime delle Ande per passare in Cile. Lasciata Cordoba, la carovana si dirige verso San Miguel De Tucuman. 740 chilometri in totale, 324 di prova speciale per le moto, per le queli è stato predisposto un percorso diverso da quello di auto e camion, in modo da rendere più agevoli i sorpassi e… dividere gli spettatori, aumentando la sicurezza. Una tappa inedita, con poca navigazione di road book e scarso uso del GPS, tecnica come la precedente su piste di terra tra i boschi e pochi tratti più duri man mano che si scende verso san Miguel del Tucuman.
Guarda il video della prima tappa
Piero Batini
Foto: DPPI, Red Bull