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Speciale corta, solo 207 chilometri, e non difficile. Lungo e spossante, invece, il trasferimento iniziale che ha portato i concorrenti in Cile con il transito “doganale” al Passo de Jama.
Un vento caldo soffia forte sul traguardo della terza tappa, 3 chilometri a Sud di Calama. Più forte del vento Marc Coma vince la seconda speciale consecutiva, davanti a Cyril Despres e Francisco “Chaleco” Lopez, e conquista la vetta della classifica generale. Ecco i tre protagonisti assoluti della 4° tappa. Disattesa l’ipotesi di un obiettivo a lunga distanza per i due battistrada, che hanno invece lasciato correre le loro KTM, definitivamente velocissime, staccandosi dagli inseguitori, ed un inarrivabile bersaglio a “vista” per il cileno che, come due anni fa, puntava ad un successo, per sé e per la sua tifoseria, nella tappa di ingresso nel suo Paese.
Coma e Despres hanno dato vita ad un piccolo Gran Premio del Deserto, mentre Lopez, preso atto della superiorità degli avversari, si è limitato a mordere il freno con il pensiero alle tappe clou della corsa in Cile. Il “piatto” della Speciale “autostradale”, cinque waypoints e gas aperto, chiusa ad oltre 100 km/h di media, è una entusiasmante vittoria di giornata e la conquista di una buona posizione sulla griglia della prima tappa desertica, la 5a tra Calama e Iquique. Despres è ora a soli due secondi, ed il ritardo di Francisco Lopez dalla testa delle generale sale a 20 minuti, ma la sua posizione torna ad essere coerente con i pronostici. Alle spalle dell’Aprilia del cileno, la BMW di Gonçalves e le due Yamaha di Olivier Pain ed Helder Rodrigues. David Casteu è ottavo, dietro a Jordi Viladoms.
Messa da parte la ricerca di un’opportunità strategica, Marc Coma ha dato dimostrazione, oggi, di voler correre più “istintivamente”, cercando di vincere ogni giorno nella prospettiva di porsi al riparo dagli imprevisti. Credo che i suoi avversari si siano accorti dell’attitudine dello spagnolo, che è particolarmente temibile quando si sbarazza di ogni forma di tatticismo.
Sul piano tecnico, nulla da fare contro le nuove KTM sul guidato e sul veloce, i terreni “esplorati” fino ad oggi dalla Dakar 2011. Si fa ancora più trepidante, ora, l’attesa del responso delle tappe centrali della Dakar nel Deserto di Atacama.
Bella la gara implementata dai piloti di punta e dai loro “portatori d’acqua”. Fino a ieri Ruben Faria era stato molto veloce, un sostegno fondamentale per il suo “capitano”, oggi è stata la volta di Juan Pedrero, “assistente veloce” di Marc Coma, sesto sul traguardo di Calama.
Ancora piccoli rimescolamenti dovuti a penalità per eccesso di velocità. Tocca per esempio ad Olivier Pain, ieri quarto, “pagare” e scendere nell’ordine di partenza al 13 posto. “Quisquilie” in confronto alla pesante sanzione toccata ad Ivan Boano, ormai relegato nelle posizioni centrali della corsa nonostante il valore dimostrato dal piemontese in sella alla Beta “home made”. Pesi e misure “caratteristici” della “inflessibilità” degli organizzatori, che non sono mai riusciti ad essere particolarmente credibili sotto questo profilo.
Piero Batini
Foto: DPPI, Red Bull