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Giochi fatti, barba fatta, occhi rilassati e felici. Dakar fatta. Per Marc Coma il dopo Dakar è lungo come l’intera corsa, come l’intera carriera che viene rimescolata ordinandone gli hilights alla luce del nuovo giorno. La Dakar è la massima ambizione di un Pilota di Rally, vincerla il sogno che si materializza a coronamento di un’intera esistenza dedicata ad un obiettivo. Trionfare nuovamente una seconda volta, una terza volta è diverso dall’averla conseguita la prima volta, eppure è un evento emotivo che conserva e rinnova le sensazioni della prima, ed è un’indigestione di emozioni da vivere da soli ed inevitabilmente in mezzo ad un milione di persone che, direttamente e no, hanno partecipato all’avventura. Quando un Pilota vince la Dakar, insieme a lui hanno vinto i suoi meccanici, i suoi manager ed assistenti, una Casa motociclistica, un Paese intero. E mai come in questo Sport la gioia del successo è tanto sinceramente condivisa con gli altri artefici dell’impresa. Anzi, nell’anima del grande Pilota, il momento della soddisfazione personale viene accarezzato solo per un attimo, ed immediatamente posposto al riconoscimento del lavoro del Gruppo. Per Marc Coma ci sarà tempo più avanti, a Barcellona, a casa quando i fumi dei fuochi d’artificio si saranno diradati, per sedimentare le percezioni di un momento magico irripetibile, eppure ripetuto per la terza volta. Adesso Il successo del singolo diventa il simbolo dell’impresa della Compagnia, della Squadra.
È inutile sperare di avere da Marc, in questo momento, l’approfondimento di una storia sofferta per due settimane ed esplosa in tutto il suo potenziale nell’attimo dell’ultimo CP. Ma è bello sentire il “Tri-Campéon” elencare gli argomenti chiave della sua vittoria, tutti insieme, a ruota libera, in un’insalata di analisi e sensazioni disordinata e felice. L’ultimo, infinito giorno di gara con il suo ultimo interminabile chilometro, l’escursus sommario della sua gara senza errori, l’efficacia di un Gruppo in buona parte nuovo, di un Team ristrutturato apposta per vincere questa Dakar, il valore aggiunto di Giovanni Sala, esperienza, saggezza e conforto in ogni momento della gara, la gara stessa, dura come forse non mai, la moto, nuova e già vincente e senza problemi. Ed il momento chiave del Rally, il momento in cui l’avversario è finalmente, verosimilmente battuto, ed il diritto di liberare la gioia. La storia.
Altre interviste verranno, con più calma e freddezza, ma mezz’ora dopo l’arrivo di Marc Coma a Buenos Aires non si può pretendere di tenerlo al microfono a lungo di fargli troppe domande. È più bello ascoltare quello che viene da solo, emozionato.
Ascolta l'audio dell'intervista a Marc Coma
Piero Batini
Foto: DPPI, Redbull