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Pisco, 14 gennaio 2012. Penultima Tappa della dakar 2012
Cento partenti e cento chilometri scarsi di trasferimento dal bivacco di Nazca, poi dentro nella Speciale, 275 KM, tracciata tra la Pampa di Huayury e l'altopiano del Gran Tablazo de Ica, un "accidente" morfologico coperto di dune di sabbia. La Speciale costeggia l'Oceano Pacifico, passa non lontano da Punta Infiernillo (un altro nome evocativo della natura ambientale "sinistra" della Prova) e dalla citta di Ica, e si conclude in prossimità del bivacco posizionato poco a Sud di Pisco. Rifornimento e neutralizzazione al KM 120. Solo un terzo della Speciale corre su terreni più duri, il resto è sabbia, cordoni di dune isolati e in sequenza. Oltre alla tecnica pura, necessaria per non soccombere tra le "pieghe" del mare di sabbia, sono ancora una volta chiamati in causa l'istinto e l'esperienza dei "navigatori", che devono rispettare ben 35 waypoint sulla loro rotta. Come ieri, ma molto più difficile di ieri. Marc Coma ha vinto a Nazca, e parte per primo, Cyril Despres, che ha chiuso alle spalle anche di Joan Barreda e Jordi Viladoms, sei minuti dopo. L'impostazione tattica della Tappa è simile a quella della della giornata precedente, ma con ruoli invertiti per i due Piloti di testa, attesi ad un nuovo, avvincente duello, forse l'ultimo di questa Dakar.
Coma fuggitivo, con un compito difficilissimo davanti a sè, Despres inseguitore, e ulteriormente favorito dall'ordine di partenza. 50 chilometri di Speciale, ed ecco il primo waypoint di passaggio. Joan Barreda ha raggiunto Marc Coma, e lo segue da vicino, ma è Cyril Despres che prende l'iniziativa. Il francese passa con il miglior tempo, davanti ai portoghesi Helder Rodrigues e Paulo Gonçalves. Marc Coma è staccato, oltre tre minuti e mezzo, indietro in decima posizione. Despres torna virtualmente in testa al Rally. La situazione diventa ancor più cruda al CP, al rifornimento, quando il ritardo di Coma rispetto a Despres sale a più di cinque minuti. Despres è sempre il più veloce, e più rapido di Barreda, Rodrigues e Gonçalves. Non fosse una tappa con moltissima e difficile navigazione, sarebbe da rimanere sconcertati. La verità è che Despres, che corre lungo i solchi delle ruote di Coma, sta sfruttando alla perfezione una situazione logica, ed il rebus della vigilia compone pian piano, ma sempre più chiaramente, il suo nome nella soluzione finale.
Quando mancano 120 chilometri circa all'arrivo, la pista piega ad Est. Sbaglia Barreda che prosegue verso Nord, ma non Coma, né Despres, che restano sulla pista giusta, il francese navigando ormai a vista. Poi Despres rallenta per un paio di piccoli errori di navigazione, Coma riparte istataneamente all'attacco
, e la Dakar torna sul filo del rasoio dei secondi. Prima di entrare nell'ultimo, difficilissimo tratto di dune del "Tablazo", il suo ritardo da Despres scende a poco più di due minuti. Il miglior tempo parziale è quello di Helder Rodrigues.
Le dune peruviane del gran finale, nessun rimpianto per quelle africane, ed ecco il colpo di scena, che arriva quando mancano 70 chilometri al traguardo. Marc Coma parte su una direttrice sbagliata e si allontana dalla rotta ideale per un problema al cambio, quindi rientra sul tracciato del road book, ma lascia sulla pista dieci minuti, fatali. Despres, a quel punto primo davanti a Rodrigues e Ullevalseter, ha la Dakar offerta su un vassoio d'argento: il suo vantaggio nella generale sale a più di undici minuti.
Finale. Coma tira i remi in barca. Ci ha provato, ma non ci è riuscito. Helder Rodrigues taglia per primo il traguardo di Pisco. Alle spalle del Campione del Mondo portoghese Cyril Despres, quindi Viladoms e Barreda, Alessandro Botturi stratosferico al 7° posto. Coma è molto indietro, 13 minuti e mezzo dal vincitore della penultima Tappa. Di più, lo spagnolo è ora a undici minuti dal leader della Corsa, definitivamente (ora è possibile dirlo) Cyril Despres.