Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
San Juan, 3 gennaio 2012
Poco meno di 300 chilometri di trasferimento, e 270 di Prova Speciale, con partenza dalla cittadina di Uspallata. La terza tappa della Dakar 2012 scorre l'allineamento della Cordillera verso Nord e collega San Rafael a San Juan con sensibili escursioni altimetriche, tre volte ai tre mila metri s.l.m ed una "picchiata giù fino ai mille metri per il rifornimento di metà Speciale. La prova cronometrata è dura, su terreni pietrosi ed insidiosi, con passaggi molto tecnici e guidati in un contesto paesaggistico a tratti sontuoso, a tratti difficile tale da richiamare il massimo impegno di concentrazione nella guida.
Il primo test espressamente "dedicato" alla robustezza della meccanica, della ciclistica e dell'allestimento delle macchine da "guerra" della Dakar. Cyril Despres deve andare all'attacco del "nemico", sin dai primi chilometri della Speciale, se vuole erodere la distanza, quasi 3 minuti nella generale a San Rafael, che lo separa dal leader della provvisoria, Marc Coma. Il francese parte a testa bassa, sfruttando l'ordine di partenza, due minuti di intervallo tra un concorrente e l'altro. Al primo Controllo di Passaggio, attorno al 40° KM, Despres recupera una ventina di secondi. Cyril mette pressione a Coma, la sua strategia è chiara e senza alternative: sfruttare le partenze posticipate rispetto ai battistrada, ed evitare di aprire la pista e di correre "navigando" per gli altri. Niente di "moralmente" scorretto. Una volta che un concorrente passa a comando, gli altri possono "sfruttare" il suo lavoro. Al rifornento, però Marc Coma ha già reagito all'attacco del "collega", e torna in testa con 15 secondi di vantaggio su Despres. L'olandese Frans Verhoeven ed il portoghese Goncalves si lanciano alla conquista di un podio, e si contendono la terza piazza provvisoria, due minuti più in basso degli inarrivabili Coma e Despres. Ancor più indietro, a partire da tre minuti (e stiamo parlando dei primi cento Km della Speciale!) Lopez, che si è perso per alcuni chilometri, Rodrigues, i "portatori d'acqua" di Coma e Despres, Marc Pedrero e Ruben Faria.
Si delinea abbastanza chiaramente, così, anche un altro spartiacque tattico, non nuovo alla Dakar da ormai diversi anni: se Coma e Despres hanno rotto gli indugi e lanciato la loro sfida personale uno contro l'altro e contro la Dakar, agli altri piloti non resta che optare per una tattica più attendista, quasi in un atto di sottomissione ai due iper-Campioni. Lopez, Rodriguez, Pain, Casteu, tutti hanno scelto questa strada. Ed è a questo punto che si mettono in mostra quelli che vivono la Dakar giorno per giorno, andando alla ricerca di un momento di gloria, come Verhoeven, Goncalves, appunto, o Przygonski.
A meno di 80 chilometri dal traguardo il colpo di scena che da una nuova forma alla tappa e alla corsa. Marc Coma, che è passato dal CP 3 con soltanto due secondi di vantaggio, parte su una pista nella direzione sbagliata, e copre un "extra" percorso di una diecina di chilometri, perdendo il comando della tappa e la leadership della corsa. Un errore di navigazione, importante, che costa allo spagnolo un ritardo vistoso. Il momento è particolarmente proprizio per Cyril Despres, che può rallentare e controllare il finale della sua tappa, consapevole di aver ricevuto un regalo importante, e sinceramente "inedito" ed insperabile, proprio dal suo avversario "storico". Al traguardo Cyril è molto stanco, provato dalla durezza della tappa e dal caldo sofferto, ma la sua classifica diventa il miglior ristoro per il nuovo leader della generale, oltre dieci minuti davanti a Coma. Forti distacchi alle spalle del vincitore della terza tappa, Verhoeven e Goncalves e otto minuti, Helder Rodrigues a dieci, Alain Duclos e David Casteu a undici. Marc Coma taglia il traguardo in settima posizione, 13 minuti alle spalle di Despres.
Cade ed è costretto al ritiro l'americano Quinn Cody, soccorso dall'assitente veloce di Marc Coma, Marc Pedrero. Dakar dura? Sì, Dakar durissima, sin dalle prime battute. Nel corso della seconda tappa si è ritirato Alex Zanotti, fermato da un problema di mousse (i "salsicciotti" usati al posto delle camere d'aria) e di motore a causa di un rifornimento con carburante "sporco". Alex è rimasto a lungo fermo nel deserto, sotto il sole, tentando di aggiustare, e non ha esitato a chiamare i soccorsi quando ha avvertito i primi sintomi di un colpo di calore.
Fa molto caldo, oltre 40 gradi all'ombra al bivacco disposto nell'autodromo El Zonda di San Juan. Peggio è andata al francese Sebastien Coue, trovato privo di conoscenza nelle dune di Nihuil per una crisi ipertermica, e trasportato all'ospedale di San Rafael ormai in coma. Ora Sebastien sta meglio, la crisi è superata. Sta meglio anche Bruno da Costa, il simpatico francese che ha avuto un terrificante incidente andando a collidere con una... mucca (la sua moto è andata a fuoco) lungo il percorso della seconda Speciale, ed è ripartito l'argentino Sergio Cerdera, che ha investito un cavallo durante il trasferimento.
Piero Batini