Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Alessandro era il più forte italiano in gara, 11esimo nella classifica generale. Durante la seconda parte della tappa Marathon - flagellata dal freddo e dalla pioggia - una rottura meccanica lo esclude dai giochi. Davvero una brutta notizia per il più forte degli italiani alla Dakar, migliore anche tra i piloti Yamaha.
Riportiamo dal suo profilo Facebook che "il Bottu è fermo.....rottura motore. Sta bene ma è andata... PECCATO".
Alessandro era partito nella prima batteria di piloti, insieme a tutti i primi in classifica, alle 7:15 locali, quando in Italia erano le11:15.
Anche il compagno di squadra Michael Metge sta incontrando diversi problemi con la sua Yamaha ed è difficile che possa ripartire e concludere la tappa. Tappa che registra anche la caduta di Gerald Farres, per lui moto rotta e gara finita a causa anche di un principio di ipotermia.
Joan Barreda, che ieri ha guidato per 120 km (!) col manubrio spezzato, ha montato il manubrio di Demien Guiral e si è schierato al via senza ulteriori problemi. In difficoltà Jordi Viladoms, anche lui fermo con la moto fuori uso.
La tappa, come avrete intuito, si sta rivelando davvero dura per tutti i motociclisti.
Oggi si corre la seconda metà della tappa marathon, in una giornata che per molti piloti sarà una svolta critica in questa Dakar, dopo la notte passata senza l'assistenza dei team.
La tappa di 805 km prevede una prova speciale di 780 km, all'interno dei quali ci sarà un lungo tratto neutralizzato per il rientro in Cile: saranno 549 i km effettivamente cronometrati. Usciti dal bivacco di Uyuni, dove il riposo al freddo e a 3.700 metri è stato tutt'altro che facile, i piloti guidano lungo un breve trasferimento di 25 km, che li porta nel cuore del deserto salato. I motociclisti partono con uno spettacolare start in linea dei primi trenta piloti, seguiti poi da scaglioni di venti piloti ogni quarto d'ora, sulla velocissima piana di sale che fa toccare punte superiori ai 170 km/h.
La prova si fa poi più navigata su percorsi tortuosi di montagna, con l'incognita del meteo e delle piogge incombenti per tutto il percorso boliviano e con le difficoltà legate all'altitudine, poiché tutti i primi 470 km sono a quote vicine ai 4.000 metri.
C'è poi un tratto di strada non cronometrata di 284 km, Si torna quindi in Cile, attraversando nuovamente la Pampa del Tamarugal verso ovest. Rimangono solo 40 km da percorrere sulle dune di Iquique, con la discesa finale quasi a picco sul Pacifico di circa 3 km.