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Nicola Dutto e la Dakar, ormai il pilota cuneese non dovrebbe più sorprenderci con le proprie mirabolanti imprese dopo che, a due anni da una caduta in moto a 150 all’ora con una conseguente paralisi agli arti inferiori, è tornato a correre partecipando alla Baja Aragon in Spagna, eppure ci sorprende ancora e tra poche ore prenderà al via alla sua prima Dakar.
Lo abbiamo intervistato in terra peruviana e ci ha raccontato che cosa si aspetta da questa edizione del rally più prestigioso al mondo, le difficoltà che teme di incontrare lungo il percorso e il suo approccio alla gara.
Nicola, non potendo appoggiare i piedi per terra, sarà seguito da tre ghost riders che lo aiuteranno in caso di difficoltà, specialmente in caso di cadute sulla sabbia.
Non sembra però che l’impossibilità di muovere le gambe lo condizioni dal punto di vista delle guida della moto e svela che il suo baricentro è ora più in alto e se solitamente si usano anche le gambe per governare la moto, lui riesce a farlo con il busto, avendo anche sviluppato un nuovo tipo di sensibilità.
Sembra impossibile, ma guardando i suoi video mentre accelera tra le mulattiere, parrebbe che le dune del deserto possano essere quasi una semplici per una persona con il suo talento.
Il motto di Dutto? “Alla Dakar bisogna dare del lei, è la gara più dura al mondo”.