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Siamo a metà gara, è tempo di bilanci. ieri il giorno di riposo per i piloti, un po' meno per i meccanici. Parliamo di Fantic. In primis del team che l'ha fatta da padrone nelle chiacchiere del bar sport questo inverno. Protagonisti Alex Salvini, l'ex campione del mondo di enduro chiamato a nuova vita nei rally. Poi Tiziano Internò, il cantastorie dei rally che dà tanto gas e ci fa sentire dentro il bivacco. E infine la leggenda, il numero 67.
67 come i suoi anni, ma non basta il dato anagrafico per descrivere la grandezza di Franco Picco. Concreto, determinato, scaltro nel capire quando dare gas e quando tirare i remi in barca. Lui è la Dakar.
Ama la moto, il deserto, le sfide. La classifica è un elemento secondario. Prima dobbiamo vedercela con noi stessi.
Fantic non ha fatto una squadra per vincere. Ha messo insieme piloti con sfide personali uniche. Poi vada come vada, ognuno farà i conti col suo destino. E così Tiziano è uscito di scena nella prima speciale, dopo 26 km. Una brutta caduta, spalla KO. Sorte condivisa con Sam Sunderland. Ritiro inevitabile e sfortunato.
Poi è toccata ad Alex. Un problema elettrico, la moto che arriva tardi al bivacco, la ripartenza. E il ritiro definitivo nella tappa 6 per - si dice, ma non c'è nulla di ufficiale - acqua nella benzina. Pazienza, ha tempo per rifarsi. Ci sarebbe piaciuto però vederlo in pista fino alla fine, almeno per fare esperienza e per collaudare la moto nuova.
Del dream team resta Franco. Concretezza e determinazione, dicevamo. La prossima settimana sarà ancora una volta lui l'uomo Fantic.
La 450 Rally si è dimostrata all'altezza. Non è semplicemente una Yamaha col serbatoione come se ne vedono tante. È un progetto italiano dal design allo sviluppo e la Dakar rappresenta il collaudo più severo per le moto che andranno in produzione nel 2023.
Non solo la Factory, ma anche la versione Rally da 16.000 euro, pensata per portare nuovi appassionati in fuoristrada. (Da giornalista non vedo l'ora di provarla, ma questo è un altro discorso).
Brava Fantic, che hai portato un po' di romanticismo nella esasperazione della Dakar. Soprattutto forza Franco, siamo tutti con te.
E chissenefrega della classifica.