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Luis è un pilota americano di origini argentine. Nel 2011 verrà da molti ricordato per aver compiuto un'impresa eccezionale: aver concluso - sia pure fuori classifica - il rally più impegnativo del mondo in sella a una piccola moto a due tempi, la KTM 150 XC.
Putroppo il pilota ha fatto registrare un ritardo di 12 minuti oltre il tempo ammesso durante la sesta tappa. Ritardo che lo ha escluso dalla classifica finale. Sì, perché Luis ha scelto di rallentare la propria corsa pur di aiutare altri concorrenti in difficoltà.
Belaustegui, perdute per sempre le velleità di un risultato eclatante (ve lo immaginate, all'arrivo tra i "grandi"?), ha continuato a correre. Il suo obiettivo restava Buenos Aires.
Ha così preso la via del percorso riservato ai mezzi di assistenza, incoraggiato dalla stampa locale e dalla televisione spagnola, che ha montato sulla sua moto una videocamera.
Nonostante guidasse la moto più piccola, la sua cavalleria (intesa come spirito sportivo al servizio degli altri) ha conquistato il pubblico della Dakar 2011, tanto da divenire una star della corsa.
Luis Belaustegui: «La KTM 150 non ha mai avuto il minimo problema. Anche una moto così piccola può partecipare a grandi rally!».
«Ho imparato molto da questa gara. In futuro mi fermerò ancora ad aiutare gli altri piloti. Ma cercherò di farlo senza penalizzare troppo la mia gara...».
La sua impresa ci ha fatto tornare alla mente lo spirito da guerriero del grande Beppe Gualini.
Anche il pilota italiano, nel lontano 1982, affrontò il Rally dei Faraoni in sella a una piccola Fantic Motor RSX 125.
Un leggera enduro stradale (non un mezzo da competizione), che Beppe portò alla vittoria di classe!
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