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La protezione di tutte le componenti è fondamentale: in quest'ottica viene montata una piastra paramotore maggiorata in alluminio (sotto cui si trova anche la riserva obbligatoria di acqua potabile del pilota), e tutte le componenti critiche vengono riposizionate per ridurne l'esposizione a urti e sassi. Gran parte dell'impianto elettrico trova posto dietro al cupolino, sul telaietto in alluminio ricavato dal pieno che ospita la strumentazione di gara, con road-book e trip master; la pompa della benzina viene spostata dentro al serbatoio della benzina. Tutto l'impianto viene sigillato e impermeabilizzato per proteggerlo dall'acqua.
L'impiego particolarmente impegnativo rende critico l'impianto di raffreddamento, che vede la sua efficienza migliorata da un radiatore a portata maggiorata, pompa a maggior pressione e termostato sigillato. Completa il quadro la ventola di raffreddamento con controllo remoto, per poterla azionare a prescindere dal termostato nei momenti di maggior stress per il propulsore.
Le sovrastrutture, su una moto da rally, sono parte integrante della preparazione dovendo svolgere un ruolo funzionale oltre che estetico o protettivo. Parliamo dei serbatoi - come potete vedere nelle foto, quello principale viene "esteso" fino alla parte inferiore del telaio, ed integrato con uno posteriore collegato attraverso una pompa. La moto deve anche prevedere un serbatoio per l'acqua potabile: il regolamento impone tre litri per pilota.
Da notare il portatarga/reggifaro in fibra di carbonio per maggior leggerezza. Importantissimo invece quello che potrebbe sembrare un vezzo: il faro posteriore a LED, che garantisce un consumo d'energia ridotto al minimo. Alla Dakar ogni dettaglio conta!
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https://www.yamaha-motor.eu/it/it/
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