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Era affollata come sempre la serata a tema motociclistico che il vulcanico Giamba Panigada da qualche tempo organizza settimanalmente nel suggestivo ambiente di Motosplash, l’ormai famoso “moto lavaggio alternativo” milanese. Come Moto.it aveva anticipato, infatti, mercoledì 3 dicembre l’associazione Ciapa La Moto (“prendi la moto”, in slang meneghino) facente capo allo stesso Giamba, ha scelto l’argomento “Dakar” come tema della serata, invitando svariati nomi di spicco legati alla storica maratona a ruote artigliate che tradizionalmente si svolge nel mese di gennaio. I numerosi appassionati che come sempre hanno affollato l’area di via Gardone 22, hanno potuto dunque ascoltare aneddoti e prospettive di alcuni piloti, ex-piloti, tecnici e manager che hanno partecipato alle passate edizione della classica ex-africana, oggi sudamericana.
La serata è stata abilmente condotta da Alberto porta, il collega di Mediaset appassionato di fuoristrada e spesso corrispondente sul campo negli anni d’oro della Parigi-Dakar. Al suo fianco uno degli ospiti di punta: il Gigante di Lumezzane, alias Alessandro Botturi, il neo pilota ufficiale dello Yamaha Factory Racing Team Yamalube, che a gennaio porterà nuovamente in gara una Yamaha ufficiale – ovviamente la nuova, specialissima WR450F Rally - alla Argentina-Bolivia-Cile 2015.
Altro ospite di grande spicco, Martino Bianchi, per anni team manager Husqvarna (marchio che lo stesso Botturi ha letteralmente portato a dominare il difficilissimo Sardegna Rally Race, lo scorso giugno) ed oggi nelle vesti di General Manager del giovane ma potentissimo Team Honda HRC, al secondo anno di attività. Ed è stato davvero divertente ascoltare alcune simpatiche frecciatine tra i due amici, parlando delle prestazioni velocistiche delle moto che presto si troveranno a gestire, seppur in posizioni nettamente differenti: «La nostra CRF spunta i 182 km/h….» buttà lì Martino, con piglio furbetto: al che, Alessandro estrae prontamente il suo smartphone, mostrando all’amico-avversario la velocità registrata dal GPS (192 km/h!): «guarda, ti faccio vedere con chi avrete a che fare...».
E ancora Martino: «sì, ma voi li avete rilevati su asfalto, noi sulla sabbia!...». Da lì è iniziata una serie di raccontini ed aneddoti, sapientemente istigati da Porta ai due ed agli altri ospiti. Infatti erano presenti anche i due soli italiani che hanno concluso l’ultima Dakar, ovvero l’esperto trentottenne Paolo Ceci, 19° assoluto in sella alla special Speedbrain, e il tenacissimo commercialista milanese Luca Viglio, preparatissimo quarantenne appartenente al Motoclub Endurology, che ha portato la sua Beta 450 preparata da Boano al traguardo dell’ultima tappa, in coda al gruppo, dopo aver rimediato al distacco totale del cavo acceleratore.
Altri ospiti intervenuti erano Fabio Fasola, anch’egli ex-rallista e inventore del durissimo Hell’s Gate Enduro; Oscar Polli (tecnico federale e responsabile progetto Motorally F.M.I., vincitore della Africa Eco Race 2012 e Campione del Mondo Cross Country Rallies 2008, oltre che partecipante a ben 100 gare del genere in tutto il mondo; il concessionario legnanese Beppe Macchion, forte ex-pilota privato con una Honda Africa Twin molto ben preparata; il collega Alberto Brioschi e il fratello Marco, prossimi alla loro seconda esperienza alla celebre maratona; la “camionista” Eleonora Dal Prà, collega giornalista e tester specializzata nel settore 4x4, copilota a bordo dell’Unimog di Marino Mutti.
E tra il pubblico c’era pure l’amico Max Tresoldi, concessionario multimarca a Cernusco sul Naviglio, ex crossista successivamente passato ai Motorally negli anni novanta, con tre Dakar all’attivo: una come tecnico, e due come pilota, in sella ad una Suzuki DR-Z 400, con la quale nel 2002 arrivò secondo di categoria. Ma c’era anche Matteo Casuccio, di cui Moto.it ha raccontato l’odissea conseguente al furto della moto con cui avrebbe dovuto partecipare alla prossima Argentina-Bolivia-Cile, poi rocambolescamente ritrovata e recuperata in Ucraina (leggi l'articolo).
Purtroppo alla bella serata mancava un testimone del calibro di Gigi Soldano, il celebre fotografo-cineoperatore che ha vissuto e documentato dal vivo almeno una ventina di edizioni della leggendaria maratona rallistica. Gigi aveva aderito con entusiasmo alla serata, ma purtroppo successivamente ha dovuto a malincuore rinunciare per giustificati motivi di lavoro.