Bike Lane. Cos'è e perché non piace a nessuno

Bike Lane. Cos'è e perché non piace a nessuno
La corsia dove possono circolare insieme tutti i veicoli fino a 3 ruote scontenta un po' tutti, e preoccupa ANCMA
4 maggio 2020

In questo momento in cui si deve cambiare in fretta il modo di muoversi nelle città e dove le due ruote saranno la risposta, ogni giorno ci sono nuove idee e nuove proposte. Alcune rimangono progetti altre vengono trasformate in realtà. Da alcuni giorni si parla di Bike Lane. In Italia non esistono, ma si pensa che potrebbero incentivare l'utilizzo delle due ruote. Ma cosa sono? In pratica sono delle corsie riservate a tutti i veicoli con un numero di ruote inferiore a 4. Monopattini, eBike, scooter, moto, e se vogliamo esagerare con un paradosso anche l'Ape Piaggio. 

Lo scopo è chiaro, creare strade nelle strade, separando le due dalle quattro ruote. Questo renderebbe più scorrevole il traffico di moto e biciclette e diminuirebbe l'incidentalità con le auto. Al contempo però la convivenza tra un'Harley da 400 kg e un monopattino rischia di creare una situazione ancora più pericolosa. A dirlo è Paolo Magri, presidente di Ancma che, all'ADNKronos, ha dichiarato: “Riteniamo come Ancma che sia sbagliato in quanto pericoloso. Non si possono sovrapporre in una ciclabile che è per dimensioni limitata per sua natura, biciclette e moto/scooter in quanto hanno velocità e accelerazioni diverse. Il rischio di aumentare gli incidenti stradali è concreto". La soluzione invece sarebbe, secondo Magri, aprire in tutta Italia le corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici anche alle due ruote.

Per i ciclisti, nel caso in cui le ciclabili venissero aperte a tutti i veicoli, si verrebbe a perdere la funzione prima delle ciclabili stesse: spazi esclusivi in cui è possibile muoversi in sicurezza e velocemente.

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