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Dopo un anno di assenza, torna finalmente “DopoGP in MTB”, con un grande ospite, un tre volte campione del mondo: Loris Capirossi, probabilmente il pilota più coraggioso di tutti i tempi. «Macché – dice lui – ce ne sono tanti più coraggiosi di me».
«Macché risponde il nostro Zam, ansimante, mentre prova a seguire Capirex in un percorso nettamente al di sopra delle sue (di Giovanni Zamagni) capacità. Con la Thok E-Bike – la bici con motore Shimano realizzata dall’ex campione italiano Stefano Migliorini e da Livio Suppo -, in un percorso di una quindicina di chilometri tipicamente da “Down Hill” con partenza da San Romolo, paesino ligure a quasi 800 metri di altezza, Giovanni e Loris hanno chiacchierato di motomondiale e non solo. Tra un salto e l’altro, si è parlato, tra l’altro, della paura di mettere un figlio in moto («Non riesco a fare quello che hanno fatto i miei genitori per me» ammette Capirossi); del lavoro del pilota («Gratificante, ma difficilissimo, molto più impegnativo di quello che sto facendo adesso, nonostante nel 2018 abbia preso più di 80 aerei»); di Andrea Dovizioso («Bravissimo, è cresciuto tanto ed è cambiato nell’approccio alle gare»); di Marc Marquez («E’ mostruoso»); del GP d’Argentina e dell’operato della “Race Direction” («A parte l’errore del marshall con Marquez al via, tutto il resto è stato fatto bene. Ci sono tantissimi aspetti da valutare, ma io credo che la Race Direction stia facendo bene, così come è positivo il lavoro dei tre commissari che decidono le penalità»).
Nel fuori onda si è anche parlato di Troy Bayliss («Lui sì che è coraggioso: l’ho portato con me a fare trial e l’ho dovuto fermare, perché non ha limiti»), di quanto successo a Silverstone nel 2018 e di come, secondo zam, sembra sempre che i problemi si provino a risolverli senza mai prevenirli («Non è così, a Silverstone è accaduto qualcosa di imprevedibile. Dopo che era stato rifatto l’asfalto, ci aveva girato Crutchlow, dicendo che andava tutto bene tranne una curva, dove siamo intervenuti prima del GP. Non si può prevedere tutto» è la tesi di Loris).
Un paio d’ore divertenti e pieni di adrenalina, con un campione che, a differenza di altri, non ha mai avuto rimorsi dopo aver smesso di correre. Un giro appassionante con una bici elettrica di altissimo livello.