Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
La tecnologia dell'idrogeno è un tema che tiene banco nell'automotive già da tempo. Per molti è il futuro, per alcuni dovrebbe già essere il presente, per molti altri invece dovremmo concentrarci sull'elettrico puro. Sta di fatto che la tecnologia progredisce ma forse a piccoli passi. Sono decenni ormai che si parla di fuell cell e se sembra siano destinati più ai grandi trasporti che alla mobilità personale, sorprende a maggior ragione la proposta dell'azienda svizzera HydroRide di una gamma di ebike alimentate proprio con celle a combustibile.
Ad onor del vero non è la prima volta che sentiamo l'accoppiata ebike-idrogeno e ogni tanto spunta qualcuno che ci sta lavorando. La promessa di questa tecnologia applicata alle bici è quella di ridurre i tempi di ricarica praticamente del tutto. Sono necessari soltanto 10 secondi per fare il pieno! E questo non può che interessarci. Ma come funziona?
L'e-bike è dotata di un vano nel telaio che ospita una bombola di idrogeno intercambiabile. Ecco, è sufficiente sostituirla quando è vuota con una piena per ripartire. Tempo necessario per l'operazione? Dieci secondi. Per ricaricare poi le bombole, HydroRide offre un generatore di idrogeno domestico che può essere alimentato dalla rete elettrica o - se siete dei virtuosi - da pannelli solari. Questo dispositivo converte 200 ml di acqua purificata in 20 g di idrogeno, a una pressione di 10 bar, in circa 5-6 ore. Questo consente di riempire una bombola da 25 cm che garantisce un'autonomia di circa 60 km.
HydroRide sta sviluppando una gamma diversificata di modelli Hyryd, pensati sia per il mercato del bike sharing che per i consumatori finali:
Tutti i modelli sono dotati di freni a disco e motore nel mozzo posteriore, che permette loro di raggiungere una velocità massima di 23 km/h.
HydroRide punta per il momento perlopiù al mercato del bike sharing nel quale prevede che le sue e-bike a idrogeno potrebbero rappresentare una soluzione ideale. Le compagnie di sharing potrebbero dotarsi di impianti centralizzati per la produzione di idrogeno con pannelli solari e di stazioni di scambio per le bombole, semplificando notevolmente la gestione della flotta. Tuttavia, anche in virtù di una gamma diversificata di modelli, crediamo non sia fuori luogo pensare che HydroRide possa lanciarsi anche sul mercato consumer. Le bici Hyryd potrebbero rappresentare una valida alternativa alle tradizionali e-bike a batteria, offrendo il vantaggio di una ricarica lampo e di un'autonomia interessante. Rimangono però ancora due interrogativi importanti. Il primo riguarda il livello di sicurezza e il secondo, più banale se vogliamo, è quello del prezzo. Quanto costeranno questi gioiellini a pedali? Al momento non lo sappiamo, ma di certo l'azienda svizzera dovrà impegnarsi per renderli competitivi con le "classiche" alternative a batteria che rappresentano ormai una tecnologia già consolidata.