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La discesa a tutta velocità poi il buio. In ospedale scopro che sono vivo quasi per miracolo e che se mi sono salvato soltanto con qualche piccola frattura è stato perché indossavo tutte le protezioni a cominciare dal casco integrale.
René Pierotti intervista Alex Boyce e assieme vedono per la prima volta il casco che Alex ha distrutto nel più brutto incidente della sua carriera. Una caduta in discesa ad alta velocità nella quale ha letteralmente rischiato la vita.
Il ciclismo a due ruote è un’attività molto divertente e lo pratico da quando ho memoria. Tuttavia, purtroppo, all’inizio di novembre ho avuto un grave incidente che mi ha fermato e ha causato parecchie ferite.
Cerco sempre di guidare e incoraggio tutti a farlo mettendo la sicurezza al primo posto, come fanno tutti i membri del nostro team di Moto.it. Indosso sempre tutto l’equipaggiamento di sicurezza possibile per proteggerti al meglio, ma a volte l’imprevedibile accade.
Guarda il video dove puoi vedere in dettaglio mentre parlo dell'incidente, di cosa è successo e anche dell'equipaggiamento di sicurezza che mi ha salvato.
Stavo testando la nuova Trek Slash+, una e-bike leggera progettata da Trek per il downhill/Enduro. Stavo percorrendo un sentiero che avevo già fatto in passato, ma, come si può vedere nel video, a un certo punto vicino alla parte alta del sentiero, sono caduto in un tratto breve e ripido.
Per quanto ricordo e vedo nei DUE video che stavo registrando in quel momento, non avevo abbastanza grip sull’anteriore, che è scivolato lateralmente, mentre io sono andato dall’altra parte. Andavo a circa 25 km/h e, sostanzialmente, sono finito di testa a terra (ricordo ancora la terra che si avvicinava…). Ho subito un forte impatto sul lato della testa, e contemporaneamente il mio corpo si è girato: ho messo il braccio avanti, che si è rotto, e la schiena ha riportato una frattura alla vertebra D6, oltre a molte altre piccole fratture.
Subito dopo l’impatto ricordo vagamente di essermi seduto, ma non sentivo tutto perfettamente, perché il colpo mi aveva tolto il respiro. Mi sono reso conto subito che era stata la caduta più pesante che avessi mai avuto e, lentamente, mi sono accertato di poter muovere tutto. Mi sono anche reso conto che il mio viso era stato tagliato profondamente, nonostante indossassi un casco integrale: è stato uno shock.
Mi sono detto che, nonostante le pozze di sangue che uscivano dal mio viso, tutto poteva essere sistemato, e mi sono concentrato sul salvarmi nel miglior modo possibile, nonostante il dolore. Stavo guidando da solo, ed è stato il primo problema. Così ho chiamato il 112 e ho cercato di spiegare nel modo più chiaro possibile cosa fosse successo e dove mi trovavo nel mezzo del bosco.
Non riuscivano a capire esattamente dove fossi, nonostante avessero le coordinate con telefono. Ho quindi deciso di strisciare e muovermi lentamente verso un’area aperta e la strada. Ho abbandonato la bici, che è stata recuperata in seguito dalla polizia, e ho fatto del mio meglio per raggiungere la strada.
Tutto ciò è avvenuto nell’arco di circa 30 minuti, e ho iniziato a sentire l’ambulanza avvicinarsi. A quel punto un ciclista locale, che non conosco, mi ha trovato e ha iniziato a contattare i servizi di emergenza per coordinare meglio il soccorso.
A quel punto avevo bisogno di essere salvato, e per me è stato un enorme shock, perché non mi era mai capitato prima e mi sono sempre considerato autosufficiente. Devo quindi fare un enorme ringraziamento ai servizi di soccorso che mi hanno raggiunto e portato all’ospedale Careggi. Sono rimasti calmi e professionali tutto il tempo. Sono stato completamente grato per il loro incredibile lavoro e anche per quello dei medici appena sono arrivato in ospedale.
Sapevo che era grave perché sono stato portato immediatamente al pronto soccorso, senza attese…
Dopo alcune ore sono riuscito anche a vedere uno dei miei figli che è venuto a trovarmi, insieme ai miei amici che si sono recati in ospedale. Infatti, dopo una foto sul mio profilo social, il mio telefono ha iniziato a ricevere centinaia di messaggi e chiamate di supporto. Sono rimasto molto colpito da quante persone siano venute a trovarmi in ospedale e da quanto tempo abbiano dedicato per assicurarsi che stessi bene, anche solo per parlare o farmi visita. Non posso sottolineare abbastanza quanto il supporto sociale intorno a te sia fondamentale per il tuo benessere, specialmente in momenti difficili come questo.
Devo anche ringraziare i miei colleghi giornalisti di Moto.it, che sono stati estremamente solidali.
Indossare sempre protezioni della migliore qualità possibile. Caschi, imbottiture e guanti sono il minimo. Ridurranno le ferite e, nel mio caso, mi hanno salvato la vita!
Informare qualcuno su dove si sta andando e avere un piano di emergenza/soccorso in mente.
Mantenersi in forma e in salute il più possibile, perché questo aiuta molto in caso di recupero, come nel mio caso!
Divertirsi e pedalare il più possibile, ma farlo nei propri limiti. Meglio andare piano e arrivare a destinazione che non arrivarci affatto.
Essere grati ai servizi di emergenza: fanno un lavoro incredibile!
Grazie, e tornerò in bici il prima possibile!