I rider sono lavoratori subordinati. La sentenza del Tribunale di Milano

I rider sono lavoratori subordinati. La sentenza del Tribunale di Milano
I fattorini "subordinati" agli algoritmi delle App. non possono essere considerati lavoratori autonomi
28 aprile 2022

L'algoritmo - questa entità che gestisce le vite, i percorsi, i tempi e il successo dei rider - è anche la chiave del loro inquadramento professionale. Sì, perché il Tribunale di Milano ha stabilito che i corrieri devono essere considerati lavoratori dipendenti qualora il loro lavoro sia gestito con precisione stringente dall'algoritmo. La sentenza 1018, pubblicata il 20 aprile 2022 continua sul percorso che vuole una regolarizzazione di tutte quelle professionalità nate negli ultimi anni grazie alla digitalizzazione e alla richiesta di sempre maggiori servizi.

L'algoritmo propone al rider una consegna, il fattorino può decidere se accettarla, rifiutarla o ignorarla. Il sistema invia queste proposta a un rider piuttosto che a un altro in base a una classifica che si compone di diversi parametri: quanto spesso il fattorino prenota una sessione poi non effettua consegne? quanto spesso si rende disponibile? in quali fasce orarie?

In base a questi e altri parametri prestazionali l'algoritmo gestisce le assegnazioni e consente solo a chi ha i punteggi più alti di accedere alle fasce orarie più richieste. Secondo il Tribunale di Milano questo sistema presenta tutti gli elementi per essere ritenuto di subordinazione. Il rider infatti non si assume rischi d'impresa, non ha alcun potere decisionale ed è costantemente controllato e geolocalizzato dall'App. La facoltà di scegliere se rifiutare la consegna non costituisce un elemento sufficiente per considerare il lavoratore come indipendente.

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