Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Veicoli multiruota inclinabili in curva circolano già da tempo (pensate alla Yamaha Niken, oltre al Piaggio MP3 e seguaci), e di moto mostrate in chiave concept con particolari meccanismi di sterzo se ne vedono da decenni, senza partire dalla famosa Ner-A-Car - quella sì prodotta in serie - del 1918.
Tuttavia il brevetto Kawasaki scovato da Ben Purvis, del sito inglese BikeSocial, si distingue decisamente da quanto visto finora, sebbene esempi concettualmente simili si siano già intravvisti in passato: questa ipotetica moto prevede che le sue due ruote seguano in curva inclinazioni diverse promettendo vantaggi dinamici.
Il pilota siede infatti in posizione convenzionale impugnando una manubrio a U rovesciata… che rimane fisso e non ruota.
A impostare la curva non è infatti la manovra di controsterzo del manubrio, ma il semplice spostamento laterale del pilota.
Una apposita elettronica di controllo prevede a comandare la rotazione del forcellone anteriore e di quello posteriore sul proprio asse grazie a dei servomotori, inclinando di conseguenza le ruote: che si inclinano però in maniera diversa fra loro.
Ovvero, la ruota anteriore si inclina in maniera superiore al normale imprimendo la traiettoria di curva: nel contempo la ruota posteriore si inclina sul lato opposto, mantenendo più verticale la moto e facendo svoltare (il disegno frontale mostra bene la situazione).
L’interdipendenza angolare delle ruote rispetto al resto della moto complica la trasmissione del moto attraverso catene, cinghie o alberi. Per questo motivo ci sono due motori elettrici nei rispettivi mozzi ruota, mentre il pacco batterie si trova in posizione centrale. Al Tokyo Motor Show del 2013 Kawasaki mostrò il suo concept multiruota J electric, nel quale il pilota poteva assumere diverse posizioni durante la guida.
Difficile pensare che questo studio sfoci nella produzione di serie, ma come spesso accade – stavolta in maniera forse maggiore rispetto al solito – i progettisti della ricerca e sviluppo si trovano a sperimentare nuove possibilità anche solo teoriche alla luce dei materiali attuali. Tutto contribuisce in ogni caso alla conoscenza e al controllo dell’equilibrio instabile della motocicletta, mentre procedono gli sviluppi sui sistemi di aiuto alla guida permessi dall'interconnessione dei veicoli. Quello sì un territorio in cui c’è grande fermento tecnico.