La sfida elettrica di Segway dalla Dakar al CES di Las Vegas tra pionerismo e contraddizioni

La sfida elettrica di Segway dalla Dakar al CES di Las Vegas tra pionerismo e contraddizioni
Mentre l'enduro elettrica X1000 viene svelata a Las Vegas, altre tre partecipano con audacia alla "Mission 1.000", programma sperimentale per le basse emissioni di un evento gigantesco e piuttosto energivoro
14 gennaio 2025

Negli stessi giorni in cui al CES 2025 di Las Vegas Segway presentava il prototipo della X1000, tre esemplari della stessa moto elettrica si cimentavano in un programma sperimentale della Dakar, la "Mission 1.000", un banco di prova per veicoli a basse emissioni quindi elettrici, ibridi e idrogeno lanciato a partire dal 2021. Si tratta di un test per raccogliere importanti dati sul funzionamento della propria tecnologia in ambiente estremo e sotto grande stress. Inoltre consente alla Dakar di poter dichiarare il proprio fermo impegno alla riduzione delle emissioni. D'altronde la spinosa questione riguarda tutti, non solo chi fabbrica auto, ed è un argomento che inevitabilmente stride parecchio con una flotta di 435 veicoli a combustione di varia dimensione e potenza che in questi giorni stanno affrontando la regina di tutte le gare di rally attraversando ambienti naturali benché... desertici.

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La Mission 1000 di Segway

Così quest'anno nel bivacco della Dakar tra enormi tir, quad, moto e buggy spunta la bandierina rosso e oro del gazebo Segway. Il simbolo ci ricorda la proprietà cinese, la Ninebot, che dal 2015 ha acquisito il marchio americano che un tempo conoscemmo con i suoi monopattini in asse autobilanciati, quello sì uno strumento geniale ma a quanto pare troppo poco profittevole. Il team manager Chen Xiaoqiang sottolinea: "L'elettrificazione dei veicoli è ormai una realtà innegabile. Vogliamo contribuire attivamente alla riduzione delle emissioni di carbonio della Dakar." Certo, vien da rispondere, ce ne vogliono di moto elettriche per compensare le emissioni dei 46 camion con i loro turbodiesel da 13.000 cc di cilindrata iscritti alla Dakar, ma l'intenzione è comunque lodevole e la sfida non indifferente. Per affrontarla, Segway ha realizzato per l'appunto questa X1000, una moto dotata di una batteria agli ioni di Litio da 14,5 kWh raffreddata a liquido. Il motore è un 50W e ci sono tre modalità di guida (eco, standard e sport). Chissà se la Eco servirà alla Dakar. Ad ogni modo la velocità massima è di 140 km/h. Tuttavia la batteria e il motore di grandi dimensioni portano il peso a ben 230 chili (non pochissimi in effetti) e richiedono doppi ammortizzatori posteriori invece dell'unità monoammortizzatore che si trova sulle moderne moto da off road. Tuttavia il compito delle X1000 non è quello di gareggiare con le altre moto, ma di raccogliere dati mantenendo una velocità media di 40 km/h per completare i 100 km giornalieri. Come conferma uno dei tre piloti impegnati, Xujian Hao: "Un tratto che altre moto percorrono in un'ora può richiederne tre per noi, se vogliamo completare il percorso". Insomma, una prova di resistenza e di pazienza. La gestione dell'autonomia è ovviamente cruciale perché sappiamo che accelerazioni troppo brusche o velocità eccessive potrebbero scaricare rapidamente le batterie: evviva la regolarità dunque. Il peso extra rende poi particolarmente difficile la guida su sabbia e rocce. David Castera, direttore di gara, riconosce l'importanza della transizione ecologica: "Anche negli sport motoristici dobbiamo essere consapevoli dei cambiamenti climatici e della necessità di una trasformazione". La Dakar ha dichiarato l'ambizioso obiettivo di ammettere solo veicoli a basse emissioni entro il 2030, ma al momento sono molti - compreso chi scrive - a ritenere questo termine piuttosto ottimista per quanto "basse emissioni" sia ancora una definizione vaga e malleabile e non un numero chiaro e tondo come lo zero.

Verso il 2030. Un rally che continua a consumare parecchio

Che la Dakar abbia un'impronta ambientale pesante non lo scopriamo in questo momento e la stessa organizzazione ne ha consapevolezza anche se le iniziative svolte fino ad oggi sembrano ancora un po' troppo "light" per un evento gigantesco e di risalto globale. Le misurazioni, le compensazioni, sono ancora qualcosa di complicato e che rimane spesso troppo astratto per chi segue da casa. Pensiamo alla Dakar sempre per i veicoli partecipanti ma c'è in più tutta una logistica quantomeno energivora: aerei, elicotteri, pullman... Parliamo di una gara itinerante di due settimane nel deserto con circa 3.500 persone al bivacco, veicoli da manutenere e da... Ricaricare. Difficile pensare che le moto elettriche di cui sopra siano alimentate ad esempio con energia rinnovabile. Una cittadella che si sposta con imponente spiegamento di mezzi, dal punto di vista del rispetto ambientale non è di certo un gran bell'esempio, ma questo è il motorsport bellezza e se le due ruote a zero emissioni (non ad impatto zero, ma a zero emissioni) faticano a fare 100 km al giorno significa che quel traguardo del 2030 è quantomeno utopistico. "Dicono che nel 2030 la Dakar sara completamente elettrica, ma io non ci credo. Penso che ci vorra piu tempo, molto piu tempo, ad essere onesti". A dirlo è l'argentino Benjamin Pascual di appena 19 anni che alla Dakar sta guidando la moto elettrica Segway.