Yamaha, Suzuki, kawasaki e Honda hanno annunciato la creazione del "Consorzio delle batterie di scambio per motocicli elettrici"
20 agosto 2020
Da mesi ormai è stato annunciato l'accordo tra le quattro Case giapponesi per sviluppare uno standard comune di batterie da utilizzare nei futuri modelli elettrici. La novità è che dalle strette di mano si sta velocemente passando ai fatti. E' stata individuata la sede di Osaka per installare i laboratori di ricerca e test delle nuove tecnologie. Anche l'università sarà un utile banco di prova per lo sviluppo, verrà infatti avviato il programma e-Yan che prevede una serie di scooter elettrici disponibili per gli studenti che altro non sono che prototipi da testare. Nel campus verranno anche installate stazioni di scambio batterie.
"Siamo consapevoli che ci sono ancora problemi da risolvere nella diffusione delle motociclette elettriche - ha dichiarato Noriaki Abe, Managing Officer di Honda Motor - e continueremo a lavorare per migliorare l'ambiente di utilizzo dei nostri clienti nelle aree in cui ogni azienda può contribuire".
Quello che sembra un semplice meeting tra le quattro più grandi produttrici di veicoli a due ruote del Giappone, in realtà è un gigantesco passo avanti che potrebbe ridisegnare nei prossimi anni l'intera mobilità a livello globale.
Di cosa si tratta? E' un accordo che prevede lo sviluppo congiunto di un sistema di batterie utilizzabile sugli scooter di tutte e quattro le Case. In pratica uno standard unificato per le batterie dei veicoli a due ruote. Questo permetterebbe, in brevissimo tempo, di creare stazioni per lo scambio delle batterie, dove si lascia quella scarica e se ne prende una carica. Questo di fatto annullerebbe, per l'utente, i tempi di ricarica e cancellerebbe il problema dell'autonomia. Le quattro giapponesi decideranno insieme la forma, il sistema di connessione, il voltaggio e anche con quale partner produrre le batterie (probabilmente Panasonic o Toshiba).
Ci sono già stati progetti simili, quello di maggior successo è stato Gogoro, ma sono sempre stati comunque circoscritti e limitati a un solo produttore. Il fatto che le quattro più grandi aziende giapponesi di veicoli a due ruote creino uno standard potrebbe aprire la via a una standardizzazione anche per le altre Case produttrici e di conseguenza una diffusione a livello globale.
Spingendosi ancora più in là con le supposizioni, se un simile sistema prendesse piede per le due ruote, il modello potrebbe essere adattato (anche se molto più complesso) alle automobili.
Articolo pubblicato il 20 agosto e aggiornato l'8 settembre