Mercato bici ed eBike 2020. Sfondato il tetto dei due milioni di esemplari venduti

Mercato bici ed eBike 2020. Sfondato il tetto dei due milioni di esemplari venduti
Per le due ruote a pedali, bici ed eBike, è stato un anno di grande crescita con un +20% rispetto al 2019. Merito degli incentivi, ma non solo... Ne parliamo con il Responsabile Settore Ciclo di Confindustria ANCMA, Piero Nigrelli
7 dicembre 2020

Il mercato delle due ruote nel 2020 ha risposto alla crisi causata dal Covid come pochi altri settori. Gli scooter elettrici in particolare hanno segnato volumi di vendita del 122% superiori all'anno scorso. Anche le bici e le eBike hanno avuto una vera e propria esplosione con il record di più 2 milioni di pezzi venduti. Una stima che segnerebbe una crescita del 20% in più rispetto al 2019. Merito degli incentivi, ma non solo... Ne parliamo con il Responsabile Settore Ciclo di Confindustria ANCMA, Piero Nigrelli.


Abbiamo superato i due milioni di bici ed eBike vendute.

"Penso proprio di sì, anche se la certezza l'avremo quando raccoglieremo tutte le informazioni nei primi mesi del 2021. Le persone con cui ho parlato però mi hanno confermato un segno più, nessuno mi ha detto che quest'anno sia andata peggio dell'anno scorso. Il 2020 ha ampiamente coperto i due mesi di fermo. Si può parlare di un 20% rispetto al 2019". 

 

Le eBike nello specifico come sono andate?
"Lo scorso hanno le eBike erano circa un 11% del totale mentre nel 2020 credo che si superi il 12%, quindi un punto percentuale in più, che su 2 milioni è un grosso numero". 

 

A un certo punto questa primavera c'è stata un'esplosione di vendite. Gli scaffali dei negozi erano vuoti e anche i magazzini dei produttori. Cosa è successo?

"Siamo stati presi in contropiede. Alla riapertura dei negozi la domanda è stata altissima dopo un periodo di chiusura delle fabbriche ma con i magazzini aperti e quindi merce esportata comunque.  Ci siamo trovati con i magazzini vuoti e i negozi che chiedevano tantissima merce quindi abbiamo tenuto botta fino alla fine di giugno, poi abbiamo esaurito tutto quello che c'era da vendere. Non dimentichiamo che anche i rifornimenti dalla Cina per un mese sono stati fermi. Abbiamo inanellato una serie di ritardi di cui però, senza l'enorme domanda che c'è stata,  probabilmente non ci saremmo nemmeno accorti. Semplicemente avremmo chiuso il bilancio 2020 con un mese e mezzo in meno. Così invece non è stato, perché praticamente in un mese abbiamo esaurito tutto, dalle scorte nei negozi alle scorte nelle aziende sia di fabbricazione che d'importazione. Poi da lì piano piano abbiamo ricostruito il mercato, con un dato significativo: nessuno del settore bici ad agosto ha fatto ferie. Hanno tutti lavorato".

Un bilancio del bonus bici.
"Assolutamente straordinario! E' stato un'iniziativa che ha aiutato ancora di più ad alimentare questo cambiamento e questo bisogno di biciclette. L'Italia è stato il Paese che nel post lockdown ha avuto il maggior incremento di utilizzo della bici. In tutto il mondo l'Italia è in testa. Chiaro che quando uno parte da numeri ridotti...".

L'emergenza Covid ha dato impulso al cambiamento tra i privati ma in modo ancora più evidente nelle amministrazioni.
"Le amministrazioni non so quanto siano sensibili al tema Covid, ma comunque - nella sfortuna di una contingenza drammatica - da un punto di vista politico non potevano avere fortuna più grande per attuare grandi cambiamenti. Già da diversi anni tutte le città della Pianura Padana sono in procedura d'infrazione ambientale, il ché vuol dire che dobbiamo pagare delle multe. Entro il 2050 le riduzioni da gas serra dei trasporti devono ridursi del 90%. Quindi o questi obiettivi della Commissione Europea sono bufale, o se davvero dobbiamo raggiungerli, ben sapendo che la soluzione non sarà l'auto elettrica, qualche modifica alla viabilità bisogna iniziare a farla. Infatti le soluzioni sono trasporto pubblico, sharing e infrastrutture ciclabili".

 

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L'urbanistica diventa quindi strutturale per il cambiamento della mobilità?
"La riduzione dei parcheggi, per esempio, è uno dei modi per ridurre il numero di auto nelle grandi città. E' una scoperta che abbiamo fatto a partire da alcune ricerche sulle biciclette. I comuni del nord ovest hanno pro capite il maggior numero di km di piste ciclabili, ma nel nord-est hanno un numero maggiore di parcheggi per le bici nelle stazioni dei treni. Le regioni con un utilizzo della bici strutturalmente più solido sono Emilia Romagna, Veneto, Friuli e Trentino. Da Questo spunto abbiamo capito che più ancora che la pista ciclabile è il parcheggio più o meno sicuro che favorisce l'utilizzo della bici. Da lì con un parallelismo con le automobili: poter parcheggiare la nostra auto sotto alla nostra scrivania e sotto casa è stato un modo per facilitare l'utilizzo dell'auto nel nostro Paese, quindi è chiaro che venga preferita la macchina. A dimostrazione di questa testi sono diversi esempi di città come Amsterdam dove è consentito arrivare fino in centro in automobile ma poi non la si può parcheggiare se non a costi esorbitanti. 

Quindi anche in questo senso l'emergenza Covid ha permesso alle amministrazioni di eliminare parcheggi concedendo spazi per i tavolini ai bar. In questo modo sono saltati tantissimi parcheggi. Con la paura e la necessità di evitare il contagio le strade hanno dovuto accogliere un maggior numero di mezzi di trasporto. Partendo da una situazione che per l'Italia è drammatica. E' la peggiore in assoluto: possediamo 643 auto ogni 1.000 abitanti, solo il Liechtenstein è messo peggio di noi e si è calcolato che l'80% del suolo stradale, compreso i marciapiedi è nella disponibilità dell'auto, che sia in movimento o parcheggiata. Di fronte a questi numeri lo strapotere dell'auto è talmente grande che non può che ridursi. Quindi, aggiungendo anche i vincoli ambientali, l'Assessore non può far altro che ridurre tutto questo alla prima opportunità e il Covid è stata proprio questa opportunità. Per passare dalle parole ai fatti avevano bisogno di una leva".

Tornando al mercato bici. Se nel 2020 c'è stato un incremento del 20%, per l'anno prossimo c'è il rischio di un rimbalzo negativo?
"Nelle sensazioni degli operatori di settore il rischio non c'è e io sono veramente felice di tutto questo ottimismo. Sarei però un po' più cauto, perché di sicuro l'anno prossimo non ci saranno più incentivi all'acquisto. Portare il mercato a più di 2 milioni è un grande balzo quindi io sarei felicissimo di poter dichiarare a marzo del 2022 una crescita 0 del mercato, il ché vorrebbe dire aver consolidato nel 2021questo salto del 20% (fatto nel 2020, NDA). Questo vorrebbe dire anche mantenere in atto un utilizzo crescente della bici nelle città che poi di conseguenza genera mercato. Vorrebbe dire che siamo evoluti nei nostri spostamenti e anche che vivremo in città un pochino migliori". 

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