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Che dimensioni ha la mobilità elettrica? Quali sono i numeri che la ritraggono? Ormai gli studi non mancano e le risposte iniziano a sovrapporsi. Anche Nomisma, sopcietà bolognese che realizza attività di ricerca e consulenza, ha presentato i dati di un osservatorio sulla mobilità Smart e sostenibile. Un’indagine basata su 750 interviste e realizzata grazie al supporto di BPER Banca e SIFÀ. Lo scopo è individuare le abitudini degli italiani in fatto di mobilità sostenibile. Dove per sostenibile s'intende: elettrico, ibrido, sharing e pooling. Si parla di mezzi a due e quattro ruote, dai monopattini alle automobili, passando da scooter elettrici e eBike.
Il primo dato di interesse è quello che riguarda proprio il come gli italiani si muovono. E allora si scopre che in Italia gli spostamenti in auto rappresentano ancora il 59% del totale, ma sono calati di 10 punti negli ultimi 5 anni. Nello stesso arco temporale gli spostamenti in bici sono più che raddoppiati passando dal 2 al 5% e quelli che scelgono di muoversi a piedi sono passati dal 15 al 22%.
La scelta di lasciare l'auto nel box è anche dovuta ad una maggior e consapevolezza e attenzione ai problemi legati all'inquinamento atmosferico. Per ridurre le emissioni inquianti le soluzioni prioritarie sono: "Incentivare l'uso di auto elettriche o a basse emissioni" e "sviluppare la mobilità condivisa". Perché, se è vero che il numero delle auto di proprietà sta calando, di pari passo l'obiettivo è quello di un parco circolante sempre più elettrico (Plug-in Hybrid Electric Vehicles). A guardare i dati mondiali i numeri sono assolutamente in crescita, in 6 anni si è passati dallo 0,17 al 2%. In Europa invece l'immatricolato "ecologico" si ferma all'1,5% (126.898 PHEV e 97.143 BEV, dati immatricolato 2017). E in Italia? Come siamo messi? I veicoli elettrici negli ultimi 5 anni sono cresciuti di un timido 108% mentre i veicoli ibridi hanno avuto un boom del 531%.
Analizzando però le quote di mercato emerge quanta strada ci sia ancora da fare nonostante sia evidente, e incoraggiante, la costante crescita dei veicoli elettrici e ibridi. I numeri del puro elettrico sono ancora sotto 1% e quelli dell'imbrido ben sotto il 5.
Ma, guardando oltre i dati che mettono a confronto il passato con il presente, ci si può immaginare un futuro roseo per la sostenibilità. Ben il 98% degli intervistati infatti hanno famigliarità con l'argomento e 4 su 10 dicono di conoscerlo "molto bene". Dopo il biologico (prioritario per il 48%), la mobilità è il tema più sentito (44%) soprattutto in relazione all'ambiente che è tra le preoccupazioni principali degli italiani: Il lavoro viene prima (22%), poi la sanità (18%), al terzo posto l'ambiente con il 15%.
La preoccupazione e informazione quando si parla di scelte nella mobilità sembrano però solo in parte muovere percentuali importanti. Anche mettendo nel calderone veicoli di ogni tipo, dal monopattino alle automobili, chi dichiara di aver utilizzato un mezzo elettrico anche solo una volta nell'ultimo anno è il solo il 23%, percentuale che scende al 6% per i frequent user e si dimezza al 3% per i possessori.
Da cosa nasce allora questa discrepanza tra la percezione della necessità di una mobilità più sostenibile e il persistere delle cattive abitudini degli intervistati? Nella top 3 dei motivi che scoraggiano l'utilizzo dei veicoli elettrici ci sono per il 79% la necessità d'installare un wall-box, per il 74% il costo di acquisto del mezzo e, sempre per il 74% degli utilizzatori intervistati, il numero di colonnine di ricarica è ancora troppo basso. I vantaggi sono il libero accesso alle zone a traffico limitato (76%), l'esenzione del bollo (70%) e la comodità di guida (68%).
Per tutti quelli che invece non usano o non possiedono auto ibride o eletriche, il principale ostacolo è quello economico. Il 29% dice che costano troppo, e il 15% che mancano gli incentivi, sempre il 15% individua nella mancanza di una rete di ricarica adeguata il problema principale oppure che trova ancora l'offerta di mezzi insoddisfacente (15%). Curioso invece è analizzare i motivi che spingerebbero un non user/owner a passare all'elettrico: per più del 60% le motivazioni sono legate direttamente o indirettamente a un risparmio economico.
Per avere un minor impatto ambientale o si sceglie un mezzo ecologico oppure si sceglie di condividere il mezzo. Questo è il caso dello sharing e del pooling. Poco più di un intervistato su tre ha un'idea chiara di cosa si tratta e solo il 16% ha usato una qualche forma di mobilità condivisa nell'ultimo anno. Il 44% lo usa durante il tempo libero e per spostamenti brevi, il 33% per motivi di lavoro, e il 25% per viaggi anche lunghi (in questa casistica risulta quasi escludivamente il car-pooling).
Chi non lo usa lo fa principalmente perché: manca un'offerta soddisfacente di veicoli (21%), ha scarsa dimestichezza con sistemi di prenotazione (14%), ha costi elevati (11%) o perché mancano aree parcheggio dedicate (10%). La risposta che raggruppa quasi un terzo di quelli che non usano sharing o pooling è "Non sono interessato alla mobilità condivisa".
C'è poi un 27% degli intervistati che almeno una volta ha usato questi servizi e che quasi all'unanimità ritiene che il fattore da migliorare sia l'esperienza di prelievo, ricarica e riconsegna del mezzo. I vantaggi sono individuati nel rispetto ambientale, nella facilità di utilizzo e nella possibilità di accesso nelle aree a traffico limitato.
L'impressione, dopo aver pesato i dati raccolti da Nomisma, è quella che gli italiani (o almeno gli intervistati) abbiano ancora le idee confuse sul mondo della mobilità sostenibile. In molti vorrebbero guidare un'auto ecologica e silenziosa, ma non sono disposti a scendere ai compromessi che la tecnologia - adolescente - ancora richiede.