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Inutile girarci attorno: l'obiezione più frequente alla percorribilità della propulsione elettrica su mezzi dalle ambizioni che vanno oltre la mobilità cittadina riguarda i tempi di ricarica. Una posizione difficile da confutare, perché doversi fermare per qualche ora per guadagnare altri 150/200 km di autonomia è in effetti infinitamente meno pratico rispetto al semplice rifornirsi di benzina.
La situazione potrebbe cambiare a breve, stando ai ricercatori della Penn State University. I tecnici dell'università della Pennsylvania avrebbero infatti trovato una soluzione al problema della placcatura del litio, il fattore che attualmente limita in maniera più pesante i tempi di ricarica, gestendo asimmetricamente le temperature delle batterie.
Spieghiamoci meglio: le batterie hanno esigenze fortemente contrastanti durante i cicli di carica e scarica. Il primo processo richiede una temperatura elevata per evitare che, ad alte velocità di trasferimento (ovvero carica) gli ioni di litio vengano fermati dalla superficie di grafite dell'anodo, creando una sorta di incrostazione che penalizza le prestazioni della batteria stessa in termini di velocità e capienza della ricarica. Allo stesso tempo, la batteria deve essere mantenuta fredda mentre si scarica.
La soluzione, secondo i tecnici statunitensi, consisterebbe in un pacco batterie con una struttura in nickel capace di scaldarsi fino a 60° C in pochi secondi prima di effettuare la ricarica, consentendo simultaneamente una maggior velocità di trasferimento dell'energia (leggi: ricarica del pacco batterie) e un'eliminazione del fenomeno di placcatura del litio.
Siamo naturalmente nelle primissime fasi di sperimentazione, ma stando a Chao-Yang Wang, uno dei tecnici sopra citati, le potenzialità sono ancora più elevate.