Riforma del Codice della Strada. Quali novità per i monopattini?

Riforma del Codice della Strada. Quali novità per i monopattini?
Si parla di targa, assicurazione, riduzione della velocità e casco obbligatorio anche per i maggiorenni. Ma quali proposte sono veramente applicabili? La nostra analisi punto per punto
21 ottobre 2021

Le Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera hanno iniziato a lavorare agli emendamenti al Codice della Strada. Ci sono argomenti più spinosi e altri sui quali c’è sostanzialmente un parere unanime. Questo secondo i giornali almeno, che danno già per legge gran parte delle proposte uscite negli ultimi mesi in materia di monopattini. 

Di fatto ne abbiamo sentite e lette un po’ di tutti i colori, con proposte più o meno sensate, alcune realmente al vaglio della commissione e altre invece semplicemente frutto di “speculazioni metropolitane”. Andiamo con ordine e valutiamole una dopo l’altra.

 

Riduzione della velocità

Ridurre la velocità massima da 25 a 20 km/h. Anche 5 km/h fanno una grande differenza in caso d’incidente soprattutto nella gravità dei traumi. E’ una prescrizione facile da attuare perché basta un semplice aggiornamento software e nessun investimento economico da parte di privati e aziende di sharing. Sommando tutti questi elementi è molto probabile che la velocità massima venga ridotta. 

 

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Assicurazione obbligatoria

Introdurre l’obbligo di assicurazione RC coprirebbe i conducenti dei monopattini da eventuali danni a cose o persone. I risarcimenti infatti possono essere anche molto ingenti (ne avevamo parlato qui). Per le aziende di sharing non ci sarebbe nessun problema visto che già sono assicurate. Discorso differente sarebbe per i privati che si troverebbero a dover sborsare tra i 50 e 150 euro. Sarà una delle proposte più combattute visto che si porta anche appresso una serie di complicazioni tecniche e burocratiche. 

Targa

Come per l’assicurazione, anche l’obbligo di targa comporterebbe diverse complicazioni accessorie. I monopattini stanno avendo così tanto successo anche perché possono essere acquistati online o al supermercato senza complicazioni come l’immatricolazione. Ulteriori burocrazie certamente scoraggerebbero diversi potenziali utilizzatori. L’utilità di dotare di targa i monopattini è soprattutto riconducibile all’obbligo di assicurazione. 

Casco

Forse la più discussa delle proposte. Discussa nel senso di chiacchierata, piuttosto che seriamente dibattuta. Nel resto dei Paesi europei non c’è obbligo di casco, nella maggior parte nemmeno per i minorenni. Il mondo dello sharing è - per ovvie ragioni economiche - contrario e anche i privati sono contrari (chi è favorevole già lo usa). Insomma l’obbligo del casco piace solo a chi non usa il monopattino e il dibattito è soprattutto una querelle politica nata sull’onda emotiva dei recenti incidenti mortali. Nessuno mette in discussione l’indispensabilità del casco alla guida di qualunque mezzo, ma renderlo obbligatorio è un’altra cosa e per questo non è molto probabile che vada in porto questa proposta.

Indicatori di direzione

Diverse compagnie di sharing stanno già dotando i loro monopattini di frecce posizionate sul posteriore e ai lati del manubrio. E’ una buona idea perché, a differenza delle bici, guidare un monopattino con una sola mano è pericoloso e si perde molto facilmente il controllo. Se si inserisse l’obbligo gradualmente (prima sui mezzi in sharing, poi sui nuovi monopattini, poi su tutti con diverse scadenze temporali) potrebbe essere un'idea con grande impatto sulla sicurezza e pochissime controindicazioni. 

 

Parcheggi

Si parla di intervenire per arginare la sosta selvaggia. Effettivamente nelle città ci sono monopattini ovunque e soprattutto sui marciapiedi sono un grosso disagio oltre che un pungno nell’occhio al decoro urbano. Si tratta però esclusivamente di mezzi in sharing visto che è estremamente difficile che chi possiede un monopattino lo parcheggi in strada. La soluzione sarebbe la creazione di aree di sosta dedicate. Una direzione centrale in questo senso sarebbe possibile, ma l’applicazione a livello locale spetterebbe ovviamente alle amministrazioni. I Comuni dovrebbero individuare zone da dedicare alla sosta e attrezzarle o quantomeno adeguare la segnaletica orizzontale e verticale. E’ quindi probabile che se si vuole andare in questa direzione si vada a inasprire il divieto di parcheggio sui marciapiedi piuttosto che rendere la sosta obbligatoria solo in determinate aree ed eventualmente questo sarebbe un vincolo imposto a livello comunale.

 

Indumenti ad alta visibilità

E’ uno di quegli argomenti di cui si discute meno e un po’ meno interessanti. Diverse ricerche dimostrano che farsi vedere aiuta gli utenti deboli della strada (bici, monopattini e pedoni), soprattutto di notte, a evitare gli incidenti. Come per il casco, nessuno mette in dubbio l’utilità di un abbigliamento ad alta visibilità, ma che venga introdotto l’obbligo sempre e per tutti - come ventilato dai più integralisti del catarifrangente - è piuttosto improbabile.

 

In conclusione

Abbiamo provato a indovinare quali proposte, tra le tante che riguardano i monopattini elettrici, verranno inserite nel CdS. Lo abbiamo fatto considerando diversi fattori, ma in realtà manca un ingrediente fondamentale per valutare ogni singola proposta: quale scopo il Governo vuole ottenere. Se si vuole maggiore sicurezza si punterà sul casco, sui 20 km/h, sull’introduzione delle frecce e degli indumenti ad alta visibilità. Questo però disincentiverebbe l’utilizzo del monopattino e potrebbe portare diversi operatori di sharing a lasciare le nostre città.

Al contrario, se si vuole incentivare l’utilizzo dei mezzi di micromobilità (riconoscendone l’indubbia capacità di snellire il traffico e il bassissimo impatto ambientale), allora si adotterebbero misure meno impattanti su privati e aziende, rinunciando al casco, alla targa e semplificando al massimo la burocrazia assicurativa. 

Se invece si volesse contenere il fenomeno della diffusione dei monopattini ci si muoverebbe esattamente nella direzione contraria: assicurazione (magari legata alla targa), omologazione, dotazioni di sicurezza obbligatorie e parcheggi solo in aree ben precise.