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C'è la guerra delle bombe, dei proiettili, delle sirene antiaeree e dei bambini che dormono nelle metropolitane. La guerra terribile che uccide e distrugge. E c'è un'altra guerra silenziosa, ma altrettanto importante, quella informatica. Gli attacchi di Anonymous dei giorni scorsi dimostrano che parallelamente agli spari si combatte un conflitto a colpi di tastiera e fatta di codici e password. La guerra informatica persegue gli stessi obiettivi di quella fisica: compie azioni utili al raggiungimento di scopi militari e ne attua altre che magari non sono strategicamente rilevanti ma sono simboliche e psicologicamente impattanti. Più questi attacchi sono capillari e vicini alla nostra quotidianità più sono ovviamente efficaci. Da dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina gli attacchi hacker si sono moltiplicati esponenzialmente e hanno colpito ovunque fosse possibile.
E' successo anche che alle porte di Mosca una serie di colonnine di ricarica sia stata hackerata e resa inutilizzabile. Chi si è fermato per ricaricare non ha potuto fare "rifornimento" e cercando spiegazioni sul display ha letto parole poco lusinghiere nei confronti di Putin come: "Putin Xujlo" che traducendo dal russo significa "Putin è una testa di..." oppure "Gloria all'Ucraina".
L'obiettivo di questi attacchi non violenti è quello di fare pressione sulla popolazione russa per mettere fine alla guerra. Una piccolissima goccia in un mare di bombe e morti. Una piccola goccia che può far riflettere e muovere le coscienze.
Foto: Electrek.co