Il servizio di sharing in collaborazione con Ninebot-Segway sta sperimentando nuovi modelli di monopattini elettrici in grado di essere guidati da remoto. Due i grandi vantaggi...
29 gennaio 2021
I monopattini elettrici, specie quelli in sharing, si sono attirati
più di una critica. In brevissimo tempo le "imperfezioni" tecniche imputabili a vizi di gioventù sono state appianate e ora la quasi totalità degli operatori ha adottato veicoli più stabili, più ecologici e con sistemi di frenata più efficaci. Restano però le criticità imputabili all'utilizzo, o meglio, agli utilizzatori.
Uno dei problemi più gravi è che i monopattini vengono parcheggiati malamente sui marciapiedi e intralciano i pedoni.
I
servizio di sharing Spin sta sperimentando un nuovo modello di monopattino che promette di risolvere il problema "sosta selvaggia" e molto altro. La startup di micromobilità acquisita da Ford con
Segway-Ninebot e la startup software Tortoise sta testando
monopattini a tre ruote che possono essere guidati a distanza. Lo Spin S-200 utilizza un software che consente agli operatori di
guidarli in remoto e quindi posizionarli in un posto più adeguato. I primi 300 Spin S-200 verranno messi in strada questa primavera nella cittadina di Boise, Idaho, Stati Uniti. Se la sperimentazione darà esito positivo Spin ha intenzine di
sbarcare in altre città del Nord America e in Europa entro la fine dell'anno.
Come funzionano
I tre ruote di Spin sono dotati di telecamera frontale e posteriore che integrano il sistema di controllo Tortoise. Gli operatori nel caso in cui i monopattini stiano bloccando il passaggio o uno spazio per disabili potranno spostarlo (a una velocità massima inferiore ai 5 km/h) liberando il marciapiede. Ma questa è solo la prima frontiera. Infatti questo sistema permette anche di "recapitare" il monopattino fino alla posizione di chi lo noleggia e non il contrario come accade ora.
"Oltre a fornire affidabilità ai consumatori e più ordine alle strade cittadine - Ben Bear, chief business officer di Spin -, questo potrebbe migliorare significativamente l'economia dell'unità, riducendo le emissioni di carbonio e il lavoro operativo richiesto per mantenere e riposizionare le flotte".