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Matteo Ferrari è salito alla ribalta grazie alla doppia vittoria ottenuta nelle gare del Mondiale MotoE a Misano Adriatico, ma gli addetti ai lavori lo conoscono da tempo, e per i più attenti Matteo è quello che si definisce un “predestinato”: basta scorrere il suo seppur breve curriculum, per capire che Matteo sa andare forte con tutto quello che gli viene messo a disposizione. Se poi si ha la possibilità di conoscerlo e di scambiare due chiacchiere con lui, è facile comprendere che oltre ad essere un pilota di talento è un ragazzo intelligente, che pesa le parole e dotato di quel tanto di umiltà che ti permette di imparare continuamente, e di non sentirti mai arrivato.
Matteo Ferrari è nato a Cesena il 12 febbraio 1997, e dopo aver iniziato con le minimoto (campione europeo junior 50 nel 2006) nel 2012 è approdato al CIV ottenendo subito la seconda posizione nella classifica finale, ed il titolo di campione d’Europa Moto3 nella prova unica disputata a Albacete. L’anno successivo viene catapultato nel mondiale, ma ottiene solo 2 punti anche a causa di una frattura alla mano destra.
Nel 2014 e nel 2015 il giovane cesenate corre con il San Carlo Team Italia, ma i risultati non arrivano e la strada si fa in salita. Qualcuno inizia a dubitare delle sue capacità, ma Matteo non demorde e passa alle grosse cilindrate, disputando il CIV Superbike e qualche wild card nella Superstock 1000 FIM Cup. Quarto nel 2017, l’anno successivo Ferrari inizia a respirare aria di mondiale entrando a far parte del team Barni racing Ducati, chiude il CIV SBK al secondo posto dietro il compagno di squadra Michele Pirro e vince da wild card la prova dell’Europeo Superstock 1000 di Imola.
A questo punto diventa facile per tutti comprendere quali siano le doti di Ferrari, ed è Fausto Gresini ad aprirgli le porte del mondiale GP, attraverso la novità delle MotoE. Dopo la doppietta di Misano, Matteo è in testa alla classifica del mondiale con 72 punti, quando mancano al termine solo le due gare di novembre a Valencia.
Fantastica la tua doppietta a Misano, la tua pista preferita...
Si, Misano mi piace molto, ma non era certo scontato che io vincessi. Mi ero preparato molto bene anche mentalmente, pronto a sopportare la pressione che deriva dal correre in casa, con tanti amici che ti vengono a vedere e a sostenere. E’ andato tutto bene sin dal venerdì, nelle prove libere e poi in qualifica, dove ho conquistato la pole. Con le moto elettriche partire davanti è molto importante.
Sei primo in classifica con 19 punti di vantaggio, e mancano solo due gare al termine. Si può fare...
Sono in testa, ma è ancora tutto da decidere. Innanzitutto dovremo vedere quale meteo troveremo a Valencia a metà novembre, e poi sarà decisiva la prima delle due gare, perché in base a quel risultato potrò definire la tattica da tenere nella seconda ed ultima gara del campionato.
Raccontaci un po come sono queste moto elettriche...
In partenza sono dei missili, arriviamo a 100 km/h in 3 secondi netti. Sono pesanti e difficili da fermare, ma in uscita di curva sono impressionanti. Poi dipende dalle piste. A Misano per esempio non è facile girare forte. La cosa più difficile di queste moto è che non abbiamo nessun riferimento, e che in prova si gira poco. Ogni pista è completamente nuova per noi e abbiamo poco tempo per adattare la moto al circuito, specialmente quando dobbiamo disputare due gare in un weekend.
Dove puoi intervenire, visto che i motori sono tutti uguali?
Possiamo fare qualche cosa con l’elettronica per quanto riguarda il freno motore, e poi possiamo regolare la risposta della manopola del gas, e quindi l’accelerazione può essere più o meno brusca. Per quanto riguarda la ciclistica, abbiamo tre molle da asciutto per la sospensione posteriore, e una da bagnato. Possiamo intervenire sulle altezze, sul precarico e sulla lunghezza del forcellone. Personalmente ho cercato più che altro di capire bene la moto e di modificare il mio stile di guida. Ho trovato un buon setup di base nei test che abbiamo fatto a Valencia, e quindi ora cambiamo poco. Le gomme sono uguali per tutti, e sono le stesse della MotoGP: abbiamo una sola scelta di mescola e al posteriore utilizziamo ovviamente una gomma più morbida, visto che le gare sono abbastanza corte.
Su moto uguali e con poche possibilità di modifica il pilota diventa determinante.
Esatto. Al di la dei "nomi", in questa categoria bisogna avere tanta voglia di vincere e di dare sempre il massimo e poi bisogna capire bene come funzionano queste moto. Chi capisce prima degli altri come guidare la sua moto su un determinato circuito è avvantaggiato. E poi in gara bisogna spingere forte, sfruttare le caratteristiche positive dell’elettrico e limitare quelle negative.
La Superpole è quella della Superbike di qualche anno fa.
Si, un giro di lancio ed un giro per fare il tempo. E’ bellissimo e mi piace molto, anche se penalizza tanto chi sbaglia o chi è vittima magari di una scivolata.
Come viene considerata la MotoE nel paddock della GP?
Come tutte le cose nuove c’è chi è contrario e chi è favorevole. Qualcuno non ci considera neppure mentre altri sono molto interessati. Alla prima gara che abbiamo corso al muretto c’era tutto il paddock. Ora devo dire che anche chi all’inizio storceva il naso, inizia ad avvicinarsi alla nostra realtà e a questo mondo così particolare. Per quanto riguarda il pubblico noi abbiamo la fortuna di correre assieme alla GP, nello stesso weekend. Gareggiare davanti alle tribune piene, con tanta gente da sempre molta soddisfazione e ti da tanta visibilità.
Un bel trampolino di lancio per un giovane come te...
Dopo aver corso nel mondiale Moto3 ed essere poi passato alle Superstock/Superbike, ora ho la possibilità di mettermi in luce nel mondo GP. Io sono convinto che fare bene in MotoE mi possa consentire di farmi conoscere da tutti i team della GP, e questo apre senza dubbio tante possibilità. Io poi ho avuto la fortuna di entrare a far parte del team Gresini, che è certamente una squadra eccezionale, dove la professionalità convive con l’aspetto umano.
Visto che fai parte del team Gresini, c’è possibilità di vederti correre prima della fine dell’anno in qualche altra categoria?
Non lo so. Con Fausto stiamo parlando del mio futuro e magari non quest’anno, ma più avanti, potremo valutare la possibilità di restare in MotoE ma di correre anche qualche wild card, magari in Moto2. Vedremo. L’importante, come ti dicevo, è restare in questo team dove mi trovo molto bene.
E a proposito di Moto2, stai correndo anche nel CEV proprio in questa categoria...
Si, l’ho fatto in accordo con Fausto, soprattutto per poter stare di più in moto, visto che le gare della MotoE quest’anno sono molto poche. All’inizio ho fatto un po di fatica, ma nelle ultime gare ho lottato per il podio, nel gruppo di testa. E’ la mia prima volta con una 600, ma mi ci sono adattato in fretta.
Come sempre. Matteo si sa adattare in fretta ad ogni tipo di moto, grazie alla sua intelligenza ed al suo talento eclettico. Dopo un inizio difficile nel mondiale Moto3, Ferrari ha avuto la forza ed il coraggio di dare una svolta alla propria carriera, e di ricominciare una gavetta che, siamo certi, potrà creare i presupposti per un grande futuro.