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Il bilancio dei primi test MotoE è sicuramente positivo. La moto è divertente, e per le caratteristiche intrinseche del mezzo (ce lo spiega proprio Alex) promette spettacolo. I piloti sono agguerriti, ma lo spirito è pionieristico e genuino: insomma, a Jerez, nonostante non ci fosse benzina, nei box si è respirata l'aria dell'epoca d'oro delle "due ruote".
«Venerdì è iniziato bene - ci racconta Alex De Angelis -. La pista era ancora un po' umida, a chiazze, però sono entrato con le gomme da asciutto, e devo dire che sono rimasto subito piacevolmente sorpreso dalla moto: in realtà si guida molto bene, e all'uscita dei tornantini stretti, quando apri il gas, spinge veramente forte, tant'è che addirittura derapava... E considerando che è la prima uscita ed è tutto nuovo per tutti, girare in 1'50" è un tempo di tutto rispetto. La cosa meno bella è stata che i team MotoGP avevano una moto per due piloti, quindi facevamo un turno a testa. I team che fanno Moto2 Moto3 invece hanno un solo pilota, e quindi hanno potuto sfruttare tutti i turni».
Il limite quindi qual è?
«Il limite è nella velocità massima. Dalle curve lente si esce molto forte, ma poi, salendo con la velocità, la curva di spinta cala. Le velocità in rettilineo sono alte, ma non comparabili a quelle di una moto normale».
Sensazioni di giuda?
«Rimani sorpreso, perché la moto si guida bene. Poi è chiaro che Jerez non è una pista come Monza, per esempio, dove ci sono le chicane affrontare velocemente: qui è tutto un raccordare, e questo aiuta a non far sentire troppo il peso. In più devo dire che sono stati molto bravi Dorna e Michelin a decidere di darci le gomme derivate dalla MotoGP: probabilmente con la carcassa rigida si riesce a non schiacciare la gomma, quindi la moto rimane di una guidabilità molto piacevole. Il suo limite è il peso, perché si fanno frenate lunghe come su una moto tradizionale, ma a quel punto di frenata ci arrivi più piano. Questa è una caratteristica che vale ovviamente per tutti, e che secondo me aumenta lo spettacolo, perché avendo delle frenate lunghe c'è modo di fare più sorpassi».
Qual è stata la cosa più divertente e quale la più difficile?
«La cosa più divertente è... quanto è divertente la moto. Non avrei mai pensato di uscire sgommando dai tornantini. Una piacevole sorpresa. La cosa più brutta è stata girare poco. In tre giorni ho fatto 15-18 giri, visto che dovevamo dividerci moto e gomme. Noi,più che lavorare sul setting, abbiamo dovuto adattare la moto alle situazioni che trovavamo, visto che non abbiamo mai fatto un turno uguale all'altro».
Che idea ti sei fatto degli altri piloti?
«I piloti che si sono approcciati a questo campionato sono tutti molto forti, e nessuno è venuto lì con l'idea di partecipare. Anche i team hanno portato fior fior di meccanici e tecnici. Team e piloti quindi sono agguerritissimi».
Che clima si è respirato nel box, in quello che è stato il battesimo di una nuova epoca delle "due ruote"?
«Tutti i box della MotoE erano aperti, ed eravamo con tutte le moto in fila, come se fossimo sotto a un tendone. Quindi ci si faceva domande, si parlava, e ci si confrontava anche tra noi piloti. E' bello vedere tante persone di tanti team che si scambiano le informazioni, mi è piaciuto molto come approccio delle persone a questo campionato. Il primo giro poi è stato stranissimo, perché entri in pista su una moto silenziosa: poi ti concentri, impari a guidarla, aumenti il feeling e non fai più caso al silenzio».
Ti concentri, impari a guidarla, aumenti il feeling e non fai più caso al silenzio