Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Sembra ieri che ad Intermot 2012 abbiamo festeggiato i 20 anni del Monster, ed eccoci qui alla vigilia di un’altra ricorrenza epocale: la naked Ducati, per molti la naked per eccellenza, compie 25 anni.
Un quarto di secolo da quando in Ducati pensarono bene di seguire la lucida follia di Miguel Galluzzi, spogliando la superbike 888 e piazzandole un manubrio largo. Poi la storia si divide: c’è chi sostiene che a Bologna pensarono che il Desmoquattro fosse “troppa roba” per una naked, chi invece ricorda benissimo che venne scelto il Desmodue per la sua grinta ai medi. Fatto sta che il primo Monster che debuttò il 2 ottobre 1992 ad Intermot fu un meraviglioso incrocio fra la 888 e la 900SS, creando qualcosa di completamente nuovo.
Prima del Monster – a meno di non tornare indietro di quasi 20 anni – le naked erano moto "tutto tranne che sportive". Solo dopo di lei (o di lui, perché a tuttora non abbiamo deciso se usare il maschile o il femminile) abbiamo pensato che si potesse andare forte sul misto anche senza una carenatura e due semimanubri. Se adesso esiste il segmento delle Supernaked, checché ne dicano i detrattori, lo dobbiamo al (ehm...) Monster.
Snella ma muscolosa, con quel serbatoio a schiena di bisonte che ha fatto storia e tuttora la distingue, minimalista all’impossibile: non c’era traccia di cupolino, ma nemmeno di contagiri. In compenso c’erano parafango e paratacchi in fibra di carbonio, e comunque ci volevano più di dodici milioni per mettersela in garage – quanto una sportiva. Però la febbre Ducati sta salendo fortissima, la Monster è bellissima e i concessionari hanno la fila davanti alla porta.
Spiegare oggi il fenomeno Monster a chi non l’ha vissuto è difficile, se non impossibile. Appena nato è piaciuto a tanti motociclisti diversissimi: c’era lo sportivo che lo usava per bastonare le carenate sui passi di montagna (per la pista servivano pedane più alte...) ma anche chi ci girava in città, forte dell’immagine iconica che Monster si è costruita a forza di apparizioni in TV e al cinema, per non parlare dei customisti che per la prima volta hanno distolto lo sguardo da Milwaukee per puntarlo verso Bologna.
Merito di una personalizzabilità incredibile – chissà se in Ducati ci avevano pensato quando l’hanno fatta – per l’intercambiabilità di pezzi con le Ducati più sportive, ma anche per l’incredibile fiorire di proposte aftermarket. Non è un’esagerazione dire che il Monster ha fatto la fortuna di tantissimi preparatori e marchi di accessori più di qualunque altra moto negli anni 90.
La famiglia si è allargata tantissimo, da allora. Due anni dopo è arrivata la 600, si sono moltiplicate le versioni della 900 (che nel frattempo si è imborghesita un po’), sono arrivate l’iniezione, le quattro valvole e poi tante generazioni che ci hanno portato in un vortice fino al 2014, quando l’arrivo del nuovo 1200, e poi quello della 821, sembravano aver mandato in pensione lo storico due valvole, il motore che aveva fatto il primo Monster.
Non è andata così, perché quest’anno, oltre alla nuova 1200, è arrivato il 797 a smentire un po’ chi in Ducati aveva suonato il de profundis per il Desmodue. Insomma, in gamma rimangono due modelli – Monster 1200R e Monster 821 – che per un motivo o per l’altro non sono al passo con il resto della line-up. Fra le nostre previsioni per l’EICMA alle porte abbiamo ipotizzato l’arrivo della più moderna motorizzazione 939 per la sorellina piccola, ma anche l’adozione del 1.262 cc dell’X-Diavel per la 1200. E se invece fosse la 1200R, ancora legata all’estetica della serie precedente, a farci festeggiare il quarto di secolo per la naked che ha ricreato il segmento? Ma soprattutto, dovremo aspettare EICMA o Ducati vorrà onorare la ricorrenza proprio lunedì 2 settembre? Occhi aperti…