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Non si tratta di una novità inaspettata, visto che ve l’avevamo già proposta attraverso alcune foto spia, ma siamo ben felici di vederla dal vivo perché qui al Salone di Milano 2015 debutta la Ducati Panigale 959, erede di quella 899 che per prima ha riproposto in concetti della Superbike Ducati in maniera più accessibile sia dal punto di vista della guida che in quello economico.
La piccola Panigale ripropone in piccolo tutte le evoluzioni estetiche della sorella maggiore, con cupolino e coda che si affinano. Purtroppo, lo scarico ha seguito una strada differente, ma siamo sicuri che in Ducati non avessero assolutamente altro modo per rispettare la nuova normativa Euro-4. Il piccolo Superquadro cresce di cilindrata grazie all’aumento della corsa (da 57,2 a 60,8mm) mantenendo l’alesaggio fermo a 100mm. Cresce la potenza, che sale al rispettabilissimo valore di 157 cavalli a 10.500 giri (+9cv) con una coppia ancora più corposa che offre un valore massimo di 107,4Nm a 9.000 giri.
Un’evoluzione che ha portato ad una revisione pressoché completa del motore. L’albero motore è stato ridisegnato, adottando un nuovo sistema di lubrificazione del perno di biella. Nuove naturalmente anche le bielle, visto l’aumento della corsa, e i pistoni ora contraddistinti da un nuovo disegno del cielo. Le due teste e i coperchi superiori in alluminio presentano ora delle nervature per ridurre la rumorosità meccanica, requisito fondamentale per il rispetto della nuova normativa Euro-4. Per lo stesso motivo è stata scelta una differente catena di distribuzione.
Dal punto di vista ciclistico la moto resta invariata, anche se le quote del telaio hanno subito un affinamento per rendere la “Panigalina” ancora più efficace. Fermi restando lo schema monoscocca con motore a svolgere funzione strutturale e le quote relative al cannotto di sterzo, l’abbassamento del perno forcellone di 4mm rispetto alla 899 porta ad un interasse di1.431mm spostando un po’ verso il retrotreno la distribuzione del pesi, che passa dalla 52/48 della versione precedente agli attuali 51/49.
Il comparto sospensioni conta su una forcella Showa BPF da 43mm completamente regolabile e su un monoammortizzatore Sachs, anch’esso completamente regolabile, a montaggio laterale su un forcellone bibraccio in luogo del monobraccio della 1299. I cerchi a 10 razze calzano pneumatici Pirelli Diablo Rosso Corsa da 120/70 e 180/60. Muscoloso ovviamente l’impianto frenante, con pinze radiali monoblocco M4.32 e dischi da 320mm.
La gestione elettronica è la stessa – raffinatissima – della versione precedente, con ABS Bosch 9MP, gestione dei riding modes con traction control, quickshifter (solo in innesto), controllo freno motore, acquisizione dati DDA+ GPS (optional) e strumentazione LCD.