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Ve l’avevamo anticipata, ora eccola qua: la Scrambler Sixty2 arriva sul mercato per ampliare ulteriormente la potenziale clientela della sua best seller 2015 grazie a prestazioni ancora più accessibili ed un prezzo ancora più allettante determinato da qualche sacrificio nei materiali senza compromettere lo stile e l’impatto estetico.
Il serbatoio diventa in acciaio con guance integrate (e logo dedicato, con quattro stelline che ricordano la minor cilindrata) così come il forcellone: compromessi di poco conto, che non intaccano sicuramente un impatto estetico che non perde nulla rispetto alla versione di maggior cilindrata. I gruppi ottici restano a LED, con il caratteristico guidaluce lungo la circonferenza esterna del faro che funge da luce di posizione. I cerchi sono in lega a razze incrociate come sulla Full Throttle: all'anteriore troviamo proprio la stessa unità, al posteriore il design è invariato, mentre il canale si restringe per ospitare una gomma posteriore di minor sezione.
La strumentazione è composta da un elemento singolo circolare completamente digitale, con diverse soluzioni ispirate al modello originale anni 70. Si tratta solo di uno dei tanti richiami sparsi qua e là per la moto: la chiave d’accensione, ad esempio, una volta inserita nel blocchetto posizionato sul supporto del faro, richiama il design del commutatore luci originale. E il sottosella, con le sue modanature, è un altro omaggio alla versione originaria.
Il propulsore è il classico bicilindrico ad L con distribuzione due valvole (naturalmente desmodromica) raffreddato ad aria da 399cc direttamente derivato da quello dello Scrambler di maggior cilindrata, con alesaggio di 72 mm e corsa di 49 mm. Alimentato da un corpo farfallato singolo da 50 mm di diametro con due iniettori sotto farfalla, è naturalmente omologato Euro 4. Lo scarico 2 in 1 con silenziatore a cover in alluminio è studiato appositamente per la Sixty2 con giro collettori basso. Il cambio è a sei rapporti.
Il valore di potenza è più che sufficiente: 41 CV a 8.750 giri, soprattutto considerando la coppia di 34,3 Nm a 7.750 giri che dovrebbe garantire un’ottima guidabilità ed accessibilità anche per i meno esperti o i motociclisti di ritorno. Buono anche l’intervallo di manutenzione, fissato ogni 12.000 chilometri.
Il telaio è un traliccio in tubi d’acciaio, con cannotto di sterzo inclinato di 24° e avancorsa di 112mm. Quote che, unite all’interasse di 1460mm, definiscono un ottimo compromesso fra stabilità ed agilità. Le sospensioni sono composte da una Showa a steli tradizionali da 41mm non regolabile, mentre al retrotreno lavora un monoammortizzatore Kayaba con regolazione del precarico. I già citati cerchi in lega a dieci razze calzano pneumatici Pirelli MT60 (specificamente sviluppati per Scrambler) da 110/80 R18 all’anteriore e da 160/60 R17. L’impianto frenante Brembo, con ABS Bosch 9.1MP a due canali, conta su una coppia di dischi rispettivamente da 320 e 245mm rispettivamente all’avantreno e al retrotreno. Il serbatoio “tiene” 14 litri.
Scrambler sarà disponibile nelle tre colorazioni Atomic Tangerine, Ocean Grey e Shining Black.