EICMA 2018: ma come sarà l’Aprilia 660?

EICMA 2018: ma come sarà l’Aprilia 660?
Qualche ipotesi ragionata sui numeri, più o meno probabili, che potrebbero contraddistinguere l’interessantissima bicilindrica di Noale
12 novembre 2018

Non ce l’aspettavamo, lo ammettiamo. Quando abbiamo visto per la prima volta la Concept 660 che Aprilia ha svelato a EICMA 2018 siamo rimasti però molto piacevolmente colpiti, perché da amanti delle sportive l’idea che a Noale tornino finalmente allargare la gamma verso il basso, rinverdendo i fasti delle bicilindriche a due tempi RS 250, non poteva che farci venire l’acquolina in bocca, anche fatta la tara a tutto quello che può succedere nel passaggio da un concept alla versione stradale. E allora ci siamo mossi per cercare di saperne di più, cercando informazioni ovunque.

Gli anglofoni lo chiamano Wishful Thinking, ovvero quella propensione a pensare o credere anche a cose oggettivamente impossibili, e ci siamo caduti un po’ anche noi: il nostro Maurizio Vettor nel video ha proposto dati di peso e potenza nel territorio delle moto da corsa a due tempi di inizio anni 90 - le ultime 500 GP avevano parecchie decine di cavalli in più ma pesavano proprio 130 kg (fino a qualche anno indietro il limite era di 115!). Caratteristiche troppo belle per essere vere, soprattutto per una media che deve inevitabilmente sottostare a compromessi legati a economia produttiva (altrimenti costerebbe quanto, se non più, di una 1000…) e target di pubblico.

Chiariamoci: questi dati non ce li siamo certo inventati, diciamo che… abbiamo voluto credere a una fonte che ce l’ha sparata grossa (magari vittima della nostra stessa speranza) e ci siamo cascati. Ma una volta svegliatici dal sogno abbiamo pensato che forse non è affatto il caso di essere delusi.

Partiamo dalla potenza: teoricamente è ampiamente possibile raggiungere il tetto dei 110 cavalli con un bicilindrico attorno ai 650/700 cc, ma sarebbe piuttosto difficile ottenere le doti di affidabilità e trattabilità che ci si aspetta da un motore stradale odierno. Meglio non pensare neanche alla possibilità di farlo rientrando nelle normative Euro-4, men che meno in quelle Euro-5 che incombono per il 2020.

Molto più facile speculare su un valore vicino ai 90 cavalli: restare oltretutto sotto il limite dei 95 cv consentirebbe ad Aprilia di proporre la 660 in versione depotenziata senza creare un modello apposito, e fare la felicità dei tanti possessori di patente A2. Anche qualora a Noale, però, non volessero puntare a questo mercato – o semplicemente creare una versione apposita – dubitiamo che la potenza massima possa superare di molto la soglia dei 100 cavalli. Sarebbe comunque una base sufficiente per partecipare a competizioni come quelle della categoria Lightweight britannica, dove attualmente spopola il motore Kawasaki che parte da una settantina di cavalli…

 

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Per quanto riguarda il peso, il discorso è ancora più semplice: contenere il peso di una moto stradale è una delle sfide più impegnative e costose che ci siano, soprattutto mantenendo un livello di finiture accettabile per un mezzo stradale. In questo periodo di catalizzatori e sistemi di sicurezza attiva sempre più pervasivi e obbligatori, alleggerire un mezzo significa investire cifre da capogiro per studiare soluzioni innovative per packaging (ovvero la sistemazione delle varie componenti nella moto), materiali e componenti.

Un peso attorno ai 150 chili a secco sarebbe già di per sé un valore eccezionale – irraggiungibile, aggiungiamo noi, senza far costare la 660 quanto una RSV4 pronto gara – e ci sentiamo facili profeti nell’immaginarci un valore più vicino ai 170, comunque sufficiente a regalarci una guida dinamica, sportiva e divertente come ci aspettiamo da un’Aprilia. Da notare, parlando di costi, anche che le finiture viste sul telaio e sulla sospensione posteriore sono di altissimo livello, quindi è il caso di metterci il cuore in pace: o la versione definitiva sarà ben diversa da questo concept, oppure il prezzo sarà piuttosto lontano da quello della concorrenza nipponica di pari cilindrata.

Quello che possiamo dire con certezza è che, dovendo scommettere, questa moto la vedremo, presumibilmente, con un annetto d’attesa e magari un arrivo nei concessionari per la stagione calda. E ovviamente, al giorno d’oggi, una motorizzazione non nasce certo per spingere un solo modello: l’ottimizzazione dei costi impone una strategia a piattaforme, con un propulsore che finisce sotto modelli anche diversissimi. La gamma media di Aprilia sta per rivitalizzarsi, e non poco…

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