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Sembrava davvero strano che Suzuki abbandonasse il progetto Katana, nonostante in effetti il passaggio all'Euro-5 avesse visto sparire dai listini la naked retro di Hamamatsu. Nata in Italia con il concept Katana 3.0 disegnato da Rodolfo Frascoli, la Katana moderna è tornata sotto forma di modello di serie a Intermot 2018, con la nostra prova poco dopo addirittura in Giappone. Un modello che abbiamo esaminato a fondo, trovandolo valido e di grande fascino, e che in Giappone ha avuto un successo clamoroso meritandosi anche una livrea speciale (mai arrivata qui da noi, purtroppo) per celebrare il centenario Suzuki; capirete bene che non era concepibile che la Katana finisse così nel dimenticatoio.
Ecco quindi che Suzuki presenta a EICMA 2021 una Katana leggermente rivista, facendo tesoro delle esperienze fatte sul resto della famiglia GSX-S (che costituisce la base tecnica della Katana, appunto) per migliorarne la dinamica e l'estetica. Arriva una nuova gestione elettronica basata su sistema ride-by-wire, con una serie più ampia di controlli più raffinati nell'azione, alcune piccole migliorie meccaniche, e nuove livree che unite ad alcuni dettagli aggiornati nel look e nella finitura per migliorare anche nell'estetica.
Chi conosce la Suzuki Katana riconoscerà fin dal primo colpo d'occhio il modello nuovo grazie al cambio di colorazione di diversi dettagli tecnici. La forcella ha i foderi colorati in oro invece che nel nero della precedente versione, i cerchi non sono più neri ma hanno colorazione coordinata alle due livree (dorati sulla blu, rossi sulla grigia) e la molla del monoammortizzatore diventa grigia invece che rossa. Anche la chiave di accensione cambia, con il kanji Katana sull'impugnatura.
Restando in zona quadro, cambia il montaggio del manubrio, ora con interposizione di silent-block che riducono le vibrazioni, e arriva anche una nuova strumentazione con visualizzazione notturna in tonalità ambra.
Le due livree disponibili sono la Metallic Mat Stellar Blue e Solid Iron Gray, tradotti in Italiano con Blu Tokyo e Griglio Londra.
Il motore rimane ovviamente il quadricilindrico in linea di derivazione GSX-R 1000 K5, che però è stato rivisto in diversi dettagli per migliorare le prestazioni in senso globale e allo stesso tempo aumentarne l'affidabilità. La potenza massima cresce infatti di due cavalli (152 contro i precedenti 150) a 11.000 giri contro i 10.000 precedenti; la coppia scende di due Newton/metro nel suo valore di picco (106 contro 108) ma è nettamente più sostenuta ai medi regimi. L'omologazione ovviamente passa da Euro-4 a Euro-5.
Lo scarico è tutto nuovo, con collettori più lunghi e raccordi diversi nel posizionamento e nel disegno, nonché un nuovo catalizzatore a due stadi. L'intero impianto è stato messo a punto anche da un punto di vista della tonalità di scarico dal programma specifico Suzuki.
Completamente rivisti i corpi farfallati (ora da 40 mm invece dei precedenti 44) che dovrebbero contribuire a ridurre l'effetto on-off in riapertura, diversi anche l'airbox, le camme della distribuzione (si riducono l'alzata e l'incrocio) e arriva la frizione servoassistita antisaltellamento. Nuovo anche il radiatore, che abbassa la temperatura del motore nel traffico.
A livello elettronico, il nuovo pacchetto (ora basato su una nuova centralina a 32 bit e cablaggio CAN bus) introduce il sistema S-DMS per modificare la legge di risposta dell'acceleratore (con tre possibilità: Active, Basic e Comfort) e un controllo di trazione S-TCS più raffinato, su tre invece che cinque livelli. Il tutto grazie al nuovo sistema di gestione ride-by-wire più leggero, razionale e compatto. Arriva anche il quickshifter bidirezionale e il sistema di partenza assistita Low RPM Assist.