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Ciao a tutti! Per prima cosa mi scuso con quegli appassionati che in Eicma ho deluso. Quando mi fermano per un selfie sono sempre disponibile, ma quando i selfie diventano dieci, poi venti, poi trenta arriva il momento in cui devo fare altro. “L’ultimissimo, dai!”. Dopo diversi ultimissimi mi scuso, ma devo proprio tagliare la corda.
Per fortuna al pubblico in Fiera non manca la pazienza. Nelle tre giornate top, venerdì sabato e domenica, molte moto erano quasi inavvicinabili, ma pur di salire in sella ho visto motociclisti fare la coda senza fiatare. E senza litigare sulle precedenze, anche se ormai nel quotidiano siamo tutti di fretta e poco disponibili. Bello, a me piace osservare con quanta serietà giovani e meno giovani si accomodano sulle varie moto accarezzando il serbatoio, tastando le leve e valutando la strumentazione che spesso è soltanto la cornice di un pannello buio. Qualche Casa ci ha pensato, ad accendere il cruscotto; quasi tutte hanno sistemato l’intera gamma ad altezza d’uomo (le alte pedane sono quasi sparite), qualcuna invece ha portato in Fiera soltanto le novità. Ho visto gente smarrita che cercava invano una GS 1250, il sogno della vita. La trova dal concessionario? Non è la stessa cosa, è qui che ci si fa un’idea.
E’ probabile, ma ancora non so se Eicma abbia stabilito un nuovo record. So per certo che è il più importante show della moto al mondo, e che per l’ente Fiera milanese è il salone numero uno. Di questo mi sento orgoglioso. Trovo troppo alto il costo del biglietto “intero” (23 euro alle casse), mi dicono che sbaglio, non penso di sbagliarmi su un’altra valutazione: il numero dei ragazzi coinvolti nel salone continua a crescere. E’ una tendenza degli ultimi tre anni, almeno nella mia personale percezione: come sempre ci sono stato tutti i giorni, dal martedì alla domenica, e sono convinto di aver visto più ragazzi dell’anno scorso e molti di più rispetto all’edizione 2017. Nonostante tutto. Tanti ragazzini e tanti giovani dai 14 ai 25 anni, in età motociclistica. E adesso ci sono anche tantissime moto adatte a loro.
L’obiezione più frequente che ho dovuto controbattere in fiera: noi della stampa ci esaltiamo per moto come la Streetfighter V4 o la Brutale RR ed altre esagerazioni. Ammetto: sono eccessive, sono per pochi, però sono moto dai contenuti fantastici e soprattutto è sempre stato così. Esistono le moto da sognare e poi ci sono le moto che si possono acquistare. Il sogno è fondamentale. Quando ero ragazzo c’erano le affascinanti inglesi da una parte e le mono italiane dall’altra, quattro o cinque Bonneville in tutta Milano e la mia Gilera 98 Giubileo Extra che di extra non aveva proprio niente. Non avessi avuto oggetti da sognare mi sarei fermato lì. Adesso tutto è spinto più in alto, è vero, però in compenso - ed è questo che conta - le moto abbordabili sono tante di più e sono sempre più belle.
Chiudo ringraziando quelli che, numerosissimi, sono passati nel nostro spazio, lo stand di Moto.it. Ho incontrato motociclisti di tutta Italia, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta, tutti entusiasti della nostra squadra e del nostro lavoro. Anche questa volta, un cordialissimo grazie a tutti voi, Eicma è stato per noi un bagno di energia, indispensabile per fare sempre meglio.